Il biopic su Elvis Presley diretto da Baz Luhrmann riporta sullo schermo l’anima del Re del Rock ‘n’ Roll grazie a un’incredibile sensibilità creativa ed emotiva e a una straordinaria performance attoriale da parte di Austin Bustler.
Non ci sono mezzi termini per descrivere Elvis l’artista, e non ce ne sono per descrivere il film di Baz Luhrmann dedicato a uno dei più grandi artisti musicali di tutti i tempi. Elvis o lo si ama, o lo si odia. A voi la scelta di intendere l’uno, l’altro o entrambi (ma la risposta ve l’abbiamo già suggerita).
È difficile parlare per assoluti nel mondo dell’arte, dello spettacolo e dell’intrattenimento, e bisogna sempre stare attenti a non concedere troppo terreno alla soggettività quando si elabora un pensiero critico come quello che si dovrebbe normalmente riscontrare in una recensione, almeno secondo la concezione generale e attuale attribuita a questa tipologia di articolo (e su questo argomento ci sarebbe da discuterne a volontà, ma non è questa la sede adatta).
Ma dell’Elvis di Baz Luhrmann – interpretato magistralmente da un Austin Butler che finalmente otterrà un posto fisso nei radar “della gente che conta” in quel di Hollywood dopo questa interpretazione – non si può non conversare in questo modo. Non si può utilizzare mitezza e compostezza per un film che è l’antitesi di tutto ciò che rimane lì, nel limbo tra gli estremi, e non prende una posizione ben precisa.

L’Elvis di Luhrmann e Butler non si scusa con il mondo per il suo modo di restuirgli un’icona in tutta la sua esuberanza, in tutta la sua voglia di arrivare, in alto, sempre più in alto; al pubblico, il suo amato pubblico; e al cuore della musica, quella musica che tanto conforto e disperazione gli ha provocato nel corso degli anni.
Sceglie uno stile visivo e narrativo sui generis e colmo d’ispirazione (luci stroboscopiche, split-screen, ritmi frenetici ma sorprendentemente calibrati all’occasione), Luhrmann, che non tradisce mai sé stesso né il soggetto della sua opera nel raccontarci, a partire dalla figura del Colonnello Tom Parker (un quasi irriconoscibile Tom Hanks), la storia di questo ragazzo che fin da bambino ha fatto delle note musicali il suo mondo, il suo rifugio. Di un ragazzo che ha sempre messo la sua famiglia e la musica davanti a ogni altra cosa, che ha rifiutato di scendere a compromessi quanto più contava, e che se si è fatto ingabbiare da qualcosa, quel qualcosa è stato un solo, unico sentimento: l’amore.
Come Rocketman con Elton John, Elvis ci permette di avvicinarci a una leggenda, e all’uomo dietro di essa. Ci regala sensazionali performance canore, ci fa intraprendere un viaggio in un passato che non è mai veramente passato, che è ancora oggi vivido nelle menti di chi l’ha vissuto, ma anche di chi ne ha solo sentito parlare. Perché chi non ha presente quella folta chioma nera, quei completi a zampa d’elefante dai mille colori, quelle mosse che gli sono valse il soprannome di Elvis the Pelvis…

Ma, al tempo stesso, chi può può dimenticare anche il contesto sociale sociale in cui sono nati? Chi può mai pensare che Elvis possa prescindere dalla sua realtà storica? Di certo non Luhrmann, che riserva un’attenzione minuziosa a questo aspetto nel suo film, tanta quanta ne dedica alla spettacolarità e ai sentimenti.
Elvis diretto da Baz Luhrmann è un film di Baz Luhrmann in quanto regista in tutto e per tutto; è un film di Austin Butler in quanto suo interprete in tutto e per tutto; ed è un film di noi, il pubblico in quanto spettatore di un’accorata epica musicale e personale, in tutto e per tutto (e per tutte le sue due ore e quaranta minuti di durata, che ammettiamo potevano essere leggermente ridotte senza troppe conseguenze).
Elvis è dal 22 giugno al cinema distribuito da Warner Bros. Pictures Italia.

Laura Silvestri
Info
Titolo Originale: Elvis
Durata: 159'
Data D'Uscita: 22 giugno 2022
Regia: Baz Luhrmann
Con:
Austin Butler, Tom Hanks,
Olivia DeJonge, Helen Thomson
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
Materiali Stampa: Warner Bros. Italia