Ricordi? – La Recensione

Il Potere Della Memoria

Lui vede Lei. Lei vede Lui. Si innamorano. Si amano. Poi non più. O forse si?

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Ricordi? di Valerio Mieli è una storia d’amore decostruita e ricostruita dalla memoria umana, fallace ed effimera, ma anche fantasiosa e piena di speranze.

Mediante l’effetto patchwork dato dal montaggio volutamente disordinato di Desideria Rayner, Mieli ci racconta di Lui (Luca Marinelli) e di Lei (Linda Caridi), due figure senza nome, l’una l’opposto dell’altra, ma complementari nel loro amarsi ed influenzarsi a vicenda.

«Io penso che questo film racconti due interiorità. Lo scopo è di raccontare i fatti non come accadono, ma come li ha vissuti l’uno, e come li ha vissuti l’altro. Il ricordo ha il grande pregio di rendere ancora più evidente la differenza tra i due punti di vista. […] La cosa bella delle storie d’amore è che quando ci si incontra, questi due mondi privati si mischiano, si influenzano… Un po’ come mettere in lavatrice un indumento blu e uno arancione» spiega il regista in conferenza stampa.

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 Ed è esattamente ciò che accade nel film: Lei, sempre allegra e spensierata, incapace di rievocare ricordi spiacevoli quando le viene chiesto; Lui, tormentato da un passato che sembra oscurato da una grigia nube carica di pioggia, pronta a rannuvolare anche i momenti più felici, che il ragazzo tenta invece in tutti i modi di conservare.

Dall’incontro di questi mondi all’apparenza incompatibili, nascerà una relazione che renderà, in ultimo, più ottimista lui, e meno disillusa lei, ma che dovrà comunque superare la prova del tempo.

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Perché per quanto lo si voglia, non si può congelare il presente, e tantomeno i sentimenti. Una lezione che i due ragazzi impareranno condividendo gioie e dolori della vita di coppia, ma che ognuno di loro immagazzinerà in maniera differente nella propria mente, e nel proprio cuore.

Con un minutaggio forse eccessivo per la modalità narrativa scelta, più proprio dell’inchiostro che dei fotogrammi – lo stesso Mieli in conferenza stampa rivela di aver ragionato in termini più letterari durante la stesura della sceneggiatura – Ricordi? sfrutta solo in parte il grande vantaggio datogli da questo tipo di struttura, e si perde (purtroppo) verso il finale in una serie di manierismi che non giovano alla resa complessiva del film.

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Nonostante questo, l’aspetto più apprezzabile del lungometraggio – oltre all’interpretazione dei due giovani attori – rimane la poetica riflessione sulla memoria e il suo potere ambivalente: distruttivo, quanto salvifico.

Ricordi? è al cinema dal 21 Marzo.

Laura Silvestri

Info

Titolo: Ricordi?

 Regia: Valerio Mieli 

 Durata: 99' 

Data di uscita: 21 Marzo 2019 

Con: 

Luca Marinelli, Linda Caridi 

Distribuzione: BiM

The Guilty – Il Colpevole — La Recensione

Le sfumature del senso di colpa

Un centralinista del pronto intervento di Copenaghen riceve la telefonata di una donna in pericolo. Ben presto si rende conto che la faccenda è molto più inquietante e delicata di come appare. Basteranno il suo sangue freddo e la sua tenacia a risolvere la situazione?

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Il regista danese Gustav Möller mette in piedi un gruppo tecnico costituito in sostanza dai suoi colleghi alla National Film School Of Denmark, e sforna una delle produzioni più interessanti dell’ultimo periodo nell’ambito del genere thriller.

Tutto prende il via quando il regista decide di ispirarsi ad una reale telefonata al 911.

 La storia che si delinea è presto detta: Asger (Jacob Cedergren) è un agente di polizia di Copenaghen, relegato però al centralino per le emergenze. Giunto al termine di un turno che sembra quasi annoiarlo – tra ubriachi molesti e uomini che si vergognano di ammettere che a rapinarli è stata una prostituta – all’improvviso riceve una telefonata che lo mette all’erta.

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Iben, la donna all’altro capo del telefono, finge di parlare con la figlia, ma è chiaro fin da subito che cerca aiuto dopo essere stata sequestrata. L’agente – sempre fermo alla sua postazione – si adopera in tutti i modi per rintracciare il veicolo da cui donna sta chiamando, così da poterla aiutare.

Perché così tanta premura, al punto da non voler abbandonare il turno ormai terminato da un pezzo? È qui che affiora un pezzo importante del mosaico: Asger è sempre stato un poliziotto impulsivo, e ha fatto cose per cui ha dovuto pagare al cospetto della legge, e non solo… I sensi di colpa più laceranti lo tormentano incessantemente.

Abbiamo, insomma, un protagonista che col suo telefono diventa l’unico nostro contatto con gli eventi che si delineano durante il film, e una sola, ristretta ambientazione (il centralino) che riesce comunque a trasportarci per le strade trafficate e mostrarci quello che non ci è permesso vedere. Non è per niente facile sottostare a questi limiti imposti, e  non è per niente facile farlo riuscendo a sfoggiare, ad ogni modo, una massima credibilità. Eppure, qui, ci si riesce.

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Si punta tutto sull’espressività magnetica dell’unico attore in primo piano e sulle immagini che si imprimono potentemente attraverso il solo supporto vocale. Paradossalmente, però, sono i silenzi a riversarsi sulla pelle come acqua gelata, togliendo il respiro, e generando tensione perfetta. Inoltre, suo modo, anche l’angusto scenario “vive”: dall’iniziale illuminazione fredda e asettica ci ritroviamo gradualmente catapultati nell’oscurità, culminando con una fioca e angosciante luce rossa utilizzata ad arte. 

In linea con il film, anche la conferenza, con l’attore danese ma di origini svedesi Jakob Cedergren, è stata molto interessante. Con quella compostezza tipica della Scandinavia, Jakob ha raccontato di non aver avuto difficoltà nel lavorare “in maniera così ristretta”, potendo relazionarsi quasi esclusivamente attraverso un telefono: «questo ha a che fare con il regista» ha affermato, «Gustav ha creato veramente un’atmosfera giusta, per cui si è svolto tutto in maniera molto naturale. Come se fossi stato veramente in quella situazione. Io parlavo al telefono ma… Era tutto dal vivo!».

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Dopo avergli accennato il fatto che Jake Gyllenhaal avrebbe comprato il soggetto in vista del remake americano commenta: «Lo prendo come un omaggio. Mi auguro che riescano a renderlo una cosa loro, perché diversamente non potrebbe funzionare». Ha poi candidamente ammesso che, nonostante le numerose esemplari prove cinematografiche sulla scia dei “personaggi sempre al centro della scena e sempre in un solo posto”, lui si ispira alla vita vera, a ciò che lo circonda… Ed effettivamente, gli studi affrontati sul campo danno i loro frutti, e sembrano aiutare non poco la costruzione scenica della pellicola.

Senza andare oltre, per non rischiare di rovinare il delicato e raffinato lavoro di suspense, The Guilty – Il Colpevole è un vero e proprio gioiellino che può nascere soltanto quando la narrativa di genere si fa cinema d’autore.

The Guilty – Il Colpevole è al cinema dal 7 Marzo.

Cristiana Carta

 

Info

Titolo Originale: Den Skyldige

Durata: 85’

Data di Uscita: 7 Marzo 2019

Regia: Gustav Möller

Con: 
Jacob Cedergren, Jessica Dinnage (voce),
 Omar Shargawi (voce), Johan Olsen (voce)

Distribuzione: BiM, Movies Inspired