Oscar 2019 – Tutti I Vincitori

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Si è appena conclusa l’edizione 2019 degli Academy Awards, la novantunesima per i premi più prestigiosi dell’intero panorama cinematografico. Anno particolare questo per gli Oscar, che si presentano senza un presentatore designato, e risentono forse di una tale scelta risultando effettivamente sottotono, oltre che in larga parte prevedibili.

Come c’era infatti da aspettarsi, tra coloro che hanno portato a casa la statuetta dorata trionfano su tutti Alfonso Cuarón, premiato come Miglior Regista – ma che con Roma guadagna anche gli Oscar per la Miglior Fotografia e il Miglior Film Straniero -, Rami Malek (Miglior Attore Protagonista) per Bohemian Rhapsody, l’innovativo e spettacolare Spider-Man: Un Nuovo Universo (Miglior Film D’Animazione), e la Shallow cantata da Lady Gaga e Bradley Cooper in un emozionante performance (Miglior Canzone Originale). Un pizzico di incertezza aleggiava invece sul premio per la Migliore Attrice Protagonista, andato in ultimo ad Olivia Colman e alla sua regale interpretazione in La Favorita, mentre Black Panther conquista ben tre Oscar per la Marvel, scrivendo il proprio nome nella storia. Il vero colpo di scena, però, arriva con l’annuncio del Miglior Film: da grande favorito della serata, Roma cede il posto a Green Book, che si aggiudica invece l’ambito premio.

Ma vediamo insieme tutti i vincitori.

Miglior Film

Black Panther  (Ryan Coogler)
BlacKkKlansman (Spike Lee)
Bohemian Rhapsody (Bryan Singer)
La Favorita (Yorgos Lanthimos)
Green Book (Peter Farrelly)
Roma (Alfonso Cuarón)
A Star Is Born (Bradley Cooper)
Vice – L’uomo nell’ombra (Adam McKay)

Miglior Attore Protagonista

Christian Bale (Vice – L’uomo nell’ombra)
Bradley Cooper (A Star Is Born)
Willem Dafoe (Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità)
Rami Malek (Bohemian Rhapsody) WINNER
Viggo Mortensen (Green Book)

Miglior Attrice Protagonista

Yalitza Aparicio (Roma)
Lady Gaga (A Star is Born)
Glenn Close (The Wife)
Olivia Colman  (La Favorita)
Melissa McCarthy (Copia Originale)

Miglior Regia

Spike Lee (BalckKklansman)
Alfonso Cuarón (Roma) WINNER
Pawel Pawlikowski (Cold War)
Adam McKay (Vice – L’uomo nell’ombra)
Yorgos Lanthimos (La Favorita)

Miglior Attore Non Protagonista

Mahershala Ali (Green Book) WINNER
Adam Driver (BlacKkKlansman)
Sam Elliott (A Star Is Born)
Richard E. Grant (Copia Originale)
Sam Rockwell (Vice – L’uomo nell’ombra)

Miglior attrice Non Protagonista

Amy Adams  (Vice – L’uomo nell’ombra)
Marina de Tavira  (Roma)
Regina King (Se La Strada Potesse Parlare) WINNER
Emma Stone (La Favorita)
Rachel Weisz (La Favorita)

Miglior Film D’Animazione

Incredibili 2 (Brad Bird)
L’isola Dei Cani (Wes Anderson)
Mirai (Mamoru Hosoda)
Ralph Spacca Internet  (Rich Moore, Phil Johnston)
Spider-Man – Un nuovo universo (Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman, Phil Lord, Christopher Miller) WINNER

Miglior Colonna Sonora

Black Panther (Ludwig Göransson) WINNER
BlacKkKlansman (Terence Blanchard)
Se La Strada Potesse Parlare (Nicholas Britell)
L’Isola Dei Cani (Alexandre Desplat)
Il Ritorno Di Mary Poppins (Marc Shaiman)

Miglior Canzone Originale

All The Stars – Black Panther (Kendrick Lamar, Al Shux, Sounwave, Sza, Anthony Tiffith)  — Kendrick Lamar, Sza
I’ll Fight – RBG (Diane Warren) — Jennifer Hudson
The Place Where Lost Things Go – Il ritorno di Mary Poppins (Marc Shaiman, Scott Wittman) — Emily Blunt
Shallow – A Star Is Born (Lady Gaga, Mark Ronson, Anthony Rossomando, Andrew Wyatt) — Bradley Cooper, Lady Gaga WINNER
When A Cowboy Trades His Spurs For Wings – La Ballata Di Buster Scruggs (Dave Rawlings, Gillian Welch) – Tim Blake Nelson, Willie Watson

Miglior Sceneggiatura Originale

Deborah Davis, Tony McNamara (La Favorita)
Alfonso Cuarón (Roma)
Paul Schrader (First Reformed)
Adam McKay (Vice – L’uomo nell’ombra)
Nick Vallelonga, Brian Currie, Peter Farrelly (Green Book) WINNER

Miglior Sceneggiatura Non Originale

Joel Coen, Ethan Coen (La Ballata Di Buster Scruggs)
Nicole Holofcener, Jeff Whitty (Copia Originale)
Barry Jenkins (Se La Strada Potesse Parlare)
Eric Roth, Bradley Cooper, Will Fetters (A Star Is Born)
Charlie Wachtel, David Rabinowitz, Kevin Willmott, Spike Lee (BlackKklansman) WINNER

Miglior Film Straniero

Cafarnao – Nadine Labaki (Libano)
Roma
 – Alfonso Cuarón (Messico) WINNER
Cold War
– Paweł Pawlikowski (Polonia)
Opera Senza Autore
 – Florian Henckel von Donnersmarck (Germania)
Un Affare Di Famiglia
 – Hirokazu Kore’eda (Giappone)

Miglior Cortometraggio

Detainment  (Vincent Lambe)
Fauve (Jeremy Comte)
Marguerite (Marianne Farley)
Mother (Rodrigo Sorogoyen, María del Puy Alvarado)
Skin (Guy Nattiv) WINNER

Miglior Fotografia

Cold War (Łukasz Żal)
La Favorita (Robbie Ryan)
Opera Senza Autore (Caleb Deschanel)
Roma (Alfonso Cuarón) WINNER
A Star Is Born (Matthew Libatique)

Miglior Montaggio

Barry Alexander Brown  (BlacKkKlansman)
John Ottman (Bohemian Rhapsody) WINNER
Yorgos Mavropsaridis (La Favorita)
Patrick J. Don Vito (Green Book)
Hank Corwin (Vice – L’uomo nell’ombra)

Miglior Sonoro

Black Panther (Steve Boeddeker, Brandon Proctor, Peter Devlin)
Bohemian Rhapsody (Paul Massey, Tim Cavagin, John Casali) WINNER
First Man (Jon Taylor, Frank A. Montaño, Ai-Ling Lee, Mary H. Ellis)
Roma (Skip Lievsay, Craig Henighan, José Antonio García)
A Star Is Born (Tom Ozanich, Dean Zupancic, Jason Ruder, Steve Morrow)

Miglior Scenografia

Black Panther (Hannah Beachler, Jay Hart) WINNER
La Favorita (Fiona Crombie, Alice Felton)
First Man (Nathan Crowley, Kathy Lucas)
Il Ritorno Di Mary Poppins (John Myhre, Gordon Sim)
Roma  (Eugenio Caballero, Bárbara Enríquez)

Migliori Effetti Visivi

Avengers: Infinity War (Dan DeLeeuw, Kelly Port, Russell Earl, Dan Sudick)
Christopher Robin (Christopher Lawrence, Michael Eames, Theo Jones, Chris Corbould)
First Man (Paul Lambert, Ian Hunter, Tristan Myles, J.D. Schwalm) WINNER
Ready Player One (Roger Guyett, Grady Cofer, Matthew E. Butler, David Shirk)
Solo: A Star Wars Story (Rob Bredow, Patrick Tubach, Neal Scanlon, Dominic Tuohy)

Miglior Cortometraggio D’Animazione

Animal Behaviour (Alison Snowden, David Fine)
Bao (Domee Shi) WINNER
Late Afternoon (Louise Bagnall)
One Small Step (Andrew Chesworth, Bobby Pontillas)
Weekends (Trevor Jimenez)

Migliori Costumi

La Ballata Di Buster Scruggs (Mary Zophers)
Black Panther (Ruth Carter) WINNER
La Favorita (Sandy Powell)
Il Ritorno Di Mary Poppins (Sandy Powell)

Mary Queen Of Scots (Alexandra Byrne)

Miglior Trucco

Border (Göran Lundström, Pamela Goldhammer)
Maria Regina Di Scozia (Jenny Shircore, Marc Pitcher, Jessica Brooks)
Vice – L’uomo nell’ombra (Greg Cannom, Kate Biscoe, Patricia Delaney) WINNER

Miglior Montaggio Sonoro

Black Panther (Benjamin A. Burtt, Steve Boeddeker)
Bohemian Rhapsody (John Warhorse, Nina Hartstone) WINNER
First Man (Ai-Ling Lee, Mildred Iatrou Morgan)
A Quiet Place (Ethan Van der Run, Erik Amdahl)
Roma (Sergio Díaz, Skip Lievsay)

Miglior Documentario

Free Solo (Elizabeth Chai Vasarhelyi, Jimmy Chin) WINNER
Hale County This Morning, This Evening (RaMell Ross)
Minding the Gap (Bing Liu)
Of Fathers and Sons (Talal Derki)
RBG (Betsy West, Julie Cohen)

Miglior Cortometraggio Documentario

Black Sheep (Ed Perkins)
End Game (Rob Epstein, Jeffrey Friedman)
Lifeboat (Skye Fitzgerald)
A Night at The Garden (Marshall Curry)
Period. End of Sentence  (Rayka Zehtabchi) WINNER

Continuate a seguirci per scoprire e rivedere insieme i momenti migliori della serata.

Laura Silvestri

Immagine: Movieplayer

 

 

Il Corriere – The Mule — La Recensione

Sì, viaggiare… Con Clint Eastwood alla guida

Earl Stone non è il padre perfetto, o il marito perfetto. Non ci va neanche vicino. Ma quando si presentano gravi problemi economici e sono a rischio non solo il suo orgoglio e la sua attività, ma anche il benestare di parenti e amici, Earl decide di prendere la situazione in mano, diventando il corriere di punta di un cartello della droga messicano.

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Clint Eastwood torna ancora una volta sul grande schermo – qui in tripla veste: regista, produttore e protagonista della pellicola – per farci dono di un film sorprendente sotto ogni punto di vista.

Guardando il trailer, difficilmente si colgono il tono e la vera essenza dell’ultima fatica del cineasta di American Sniper e Gran Torino: anzi, si viene quasi (volontariamente) sviati da quel che troveremo poi in sala.

Ne Il Corriere – The Mule – basato su una storia vera pubblicata in un articolo del New York Times, The Sinaloa Cartel’s 90-Year-Old Drug Mule – viaggiamo in compagnia di Tata (così lo chiamano i “brutti-ceffi-che-poi-tanto-malvagi-non-sembrano” del cartello) per un’America retrodatata – ma per niente lontana da quella attuale -, scoprendo assieme ad Earl un mondo di possibilità in un paese tappezzato di etichette e stereotipi, ma nessuno davvero funzionale ed esclusivo.

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Lo stesso Earl passa dall’essere un padre e un marito negligente, all’assumere l’improbabile ruolo di corriere della droga, per poi spendere i soldi guadagnati per salvare attività in fallimento (tra cui la sua) e pagare l’open bar al matrimonio della nipote.

Un viaggio su quattro ruote, quelle del fedele furgoncino con cui Earl ha camminato tanto in passato, e che non gli è mai costato nemmeno una multa (fino a quando non sarà ora di sostituirlo con un mezzo più moderno); un viaggio tra i fast food e gli hotel, luoghi di gratificazioni istantanee, ma anche di riscoperta delle piccole gioie della vita; un viaggio per l’America dei giovani, dei vecchi, dei “neri” e delle “lesbiche”, in una realtà che porterà Earl a rivalutare le scelte del passato alla luce di ciò che gli rivela il presente.

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Ciò che stupisce maggiormente di The Mule è però la leggerezza, l’ironia, l’assenza di giudizi con cui Eastwood riesce a raccontare e mettere in scena tutto ciò che compone la parabola esistenziale di un uomo che amava e capiva i fiori più delle persone, e che al termine di questo road movie finirà invece per dimostrarsi il personaggio più carico di umanità: giunto alla consapevolezza che il tempo non è mai veramente alla mercè degli uomini, cercherà di redimersi e ricostruire un rapporto con la propria famiglia (la figlia Iris è interpretata proprio da Alison Eastwood, figlia dell’attore nella vita reale), e tenterà di impedire che altri commettano i suoi stessi errori, a partire dall’agente dell’FBI che gli dà caccia (Bradley Cooper), fino al nipote del capo del cartello (Ignacio Serricchio).

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Così Tata e spettatore capiranno l’importanza del guardarsi attorno, prima di partire alla disperata ricerca di un qualcosa che, forse, non siamo poi così disposti a trovare. O almeno, non a discapito di tutto il resto.

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Il Corriere – The Mule è distribuito da Warner Bros. Pictures, e sarà dal 7 Febbraio al cinema.

Laura Silvestri

 

Info


Titolo Originale: The Mule


Data di Uscita: 7 Febbraio 2019


Durata: 114'


Regia: Clint Eastwood



Con:


Clint Eastwood, Bradley Cooper,


Michael Peña, Taissa Farmiga,


Allison Eastwood, Dianne Wiest,


Laurence Fishburne, Andy Garcia


Distribuzione: Warner Bros.Pictures

Riproposta – L’Intervista Esclusiva A Joaquin Phoenix

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In occasione della recente conferma di Joaquin Phoenix nel ruolo di Joker nell’omonimo film in produzione in casa DC, riproponiamo la nostra intervista all’attore, originariamente pubblicata su DassCineMag nel mese di maggio.

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Joaquin Phoenix – La Hollywood Dal Cuore D’Oro

Non capita tutti i giorni che un attore hollywoodiano conceda interviste esclusive su sua esplicita richiesta a dei giovani aspiranti giornalisti di cinema. Eppure, è esattamente ciò che è successo a noi. Vi raccontiamo come è andata.

La scorsa settimana, l’attore tre volte candidato al Premio Oscar Joaquin Phoenix è atterrato nella capitale per presentare il suo nuovo film, A Beautiful Day: You Were Never Really Here, basato sull’omonimo libro, e tra le pellicole in concorso alla 70ª edizione del Festival di Cannes.

Il giorno precedente la conferenza stampa, Phoenix e la sua compagna, la bella Rooney Mara, si aggiravano tranquillamente per il centro di Roma, ed è lì che chi scrive questo articolo, assieme ai colleghi Matteo Marescalco (Diario di un Cinefilo) e Mara Siviero (My Red Carpet) li ha incontrati.

Con un’aria estremamente rilassata e serena, Phoenix si è mostrato fin da subito disponibile e amichevole nei nostri confronti, intavolando una piacevole conversazione, e coinvolgendo anche Rooney per delle foto ricordo.

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Ma noi che pensavamo di esser già stati abbastanza fortunati ad aver incontrato due delle più apprezzate star del panorama hollywoodiano e averci potuto scambiare qualche parola, non avevamo idea di quello sarebbe successo di lì a poche ore.

Il giorno successivo, verso ora di pranzo, arriva una telefonata da parte dell’ufficio stampa incaricato della promozione del film: Joaquin si era ricordato di noi, e aveva chiesto di rintracciarci per poter continuare la chiacchierata della sera prima e concederci un’intervista in esclusiva.

Stupiti ed esterrefatti, fatichiamo a credere a quello che ci viene detto, ma ci incamminiamo e ci rechiamo sul luogo dell’appuntamento, dove veniamo accolti dagli addetti stampa, ancora più spiazzati di noi dall’accaduto.

Dopo un po’, ecco arrivare il “gigante buono” Phoenix, che ci saluta con un sorriso a trentadue denti, entusiasta che l’ufficio stampa sia riuscito a trovarci, e lasciandoci possibilmente ancora più di stucco.

A quanto pare, è rimasto piacevolmente colpito dalla nostra passione e voglia di fare, e ha deciso di supportare i nostri sogni a modo suo.

E allora tutti in giardino, e via alle danze.

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Di seguito, l’intervista realizzata e tradotta da noi.

In quanto personaggio pubblico, non deve essere facile trovare un equilibrio tra l’icona e la persona. Come riesci a conciliare le due cose?

Quando lavoro, lavoro.  La mia vita in quel momento è del tutto incentrata su quello. Faccio tutto in sua funzione, è l’unica cosa a cui penso.  Le persone con cui lavoro diventano i miei amici. Ma quando sono a casa, sono a casa: porto fuori il cane, gli do da mangiare, faccio le pulizie, mi reimmergo del tutto nella vita quotidiana. Adoro fare film, per me è qualcosa di davvero importante, ma altrettanto lo sono la mia vita privata e i miei cari. Bisogna apprezzare ciò che si ha. A volte credo ci sia il pericolo di mettere il lavoro per primo, e dimenticarsi del resto. È’ quello che mi pare accada a molti attori navigati, che però poi iniziano a vederla come una mera professione e niente più. Ho sempre il timore che possa accadere anche a me, perciò cerco sempre di bilanciare le due anime, quella professionale e quella personale.

Tutti hanno un eroe, chi è il tuo?

Probabilmente mia madre. È una donna incredibile, e quello che fa è fantastico. Ha 74 anni, e viaggia per il mondo per la sua organizzazione. È davvero una persona eccezionale, e cerco sempre di seguirne l’esempio.

Qual è il tuo rapporto con la musica, visti anche i film da te interpretati (Walk The Line, I’m Still Here…)? Suoni qualche strumento?

Ho imparato a suonare la chitarra per Walk The Line, ma è parecchio che non suono. È buffo, ci stavo pensando l’altro giorno: non so se è perché sto invecchiando, ma mi sono rattristato un po’ pensando che quando ero giovane, avrei comprato un cd con i miei amici, mi sarei seduto lì con loro, e lo avremmo ascoltato tutti insieme, per tutta la sua durata. Ogni singola canzone. Adesso mi rendo conto di ascoltare meno musica, e quando lo faccio, ho questa sensazione che mi fa dire “Ah si! Diamine, adoro la musica!”, ma è un sentimento così diverso rispetto ad allora. Prima non era così semplice procurarsi della musica: all’epoca venivi a sapere che sarebbe uscito il nuovo cd dei Public Enemy, ma dovevi aspettare mesi per averlo; e quando usciva, ti precipitavi letteralmente al negozio di dischi. Io adoro la musica, e tutti i miei fratelli sono musicisti: mia sorella Rain ha diversi gruppi, è una cantante; mia sorella Liberty ha una band… Non riesco a ricordare il loro nome al momento, ma fino a ieri hanno suonato e il loro show ha fatto sold-out; mia sorella Summer è una pianista. Anche io adoravo cantare per strada, quando ero un ragazzino. La musica ha sempre avuto un ruolo di grande rilievo nella mia vita.

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Qual è il tuo cantante preferito?

Beh, che dire… credo proprio che sia John Lennon. Ma adoro anche Bowie. Ho ascoltato certe cose di recente…

E che ci dici delle band anni ’90, non so, i Backstreet Boys? 

Ehm, c’è una canzone che effettivamente è un po’ impossibile non farsi piacere…

‘Cause I waaaant it that way?

Anche quella, a dire il vero! Però ecco, il pop è divertente, ma in determinati contesti. Ma quando ascolto questo genere, non è che mi tocchi nel profondo, o mi colpisca davvero emotivamente. Però è anche bello divertirsi, ogni tanto, e uscirsene con “Backstreet’s back, alright!”

Nei film di James Gray (We Own The Night, Two Lovers e The immigrant) è come se fossi un fantasma, con tanti tormenti interiori. Come avete lavorato per ottenere questo effetto?

James è un tipo molto preciso, fa molta attenzione ai dettagli e a quello che possono rivelare sui personaggi e sulle loro esperienze. Spesso si metteva a suonare sul set per creare una certa sintonia, in modo tale che l’ambiente influenzasse positivamente l’interpretazione. È qualcosa a cui tiene molto, e che io stesso ho potuto constatare essere efficace.

Come scegli i tuoi ruoli? 

Onestamente, non so davvero. È molto istintivo. Un po’ come quando ci si innamora: sai quando non sei con qualcuno, e ti immagini come possa essere invece? E poi incontri una persona e pensi “È proprio quello che cercavo!” Ma a volte è questo sentimento che non riesci a comprendere, e che accade cosi velocemente! É così che va. Quando non sto girando, e penso a cosa vorrei fare, si viene a creare questo desiderio. Così quando ricevo una sceneggiatura, se è quella giusta, se c’è chimica, succede e basta.

C’è un ruolo nello specifico che ti piacerebbe interpretare, un giorno?

Mmmh a dire il vero, non ho un ruolo dei sogni. E di quelli che ho interpretato, mi hanno tutti colpito in modo diverso. Ce ne sono alcuni, però, di cui ho ricordi più vividi per via dell’esperienza in sé, come girare on Philip Seymour Hoffman o Paul Thomas Anderson. Decisamente alcuni tra i momenti più significativi della mia carriera, anche perché sono molto legato a loro, e non posso non ripensare a quei momenti con grande trasporto.

Il viaggio è più importante della meta?

Beh, di certo può essere più interessante!

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Hai un film preferito?

Ah, non saprei! Sai, ho visto Doctor Strangelove un sacco di volte, anche The Godfather, Raging Bull, Step Brothers… Ci sono quei film che, in un qualche modo, anche se li ho visti e rivisti, se capitano in tv, mi metto comunque a guardarli, perché non so dirgli di no. Ci sono film di alcuni registi, come Paul, che non puoi non vedere e rivedere. E quella è la cosa più bella: quando un film ti lascia con una sensazione tale da voler sempre ritornare in quel mondo. E quando li rivedi, provi sempre nuove sensazioni.  A volte un film che vedi da bambino lo percepisci in un modo, mentre da adulto ci sviluppi un rapporto completamente differente. Ed è così bello che un film possa darti tutte queste emozioni.

Alla fine di questo incontro surreale, salutiamo e ringraziamo Joaquin per la sua gentilezza e generosità, e torniamo a casa ancora sognanti e con la riprova che, nonostante quel che si dica in giro, Hollywood non è tutta divi impossibili e business, ma ha ancora un cuore d’oro che batte forte nel petto.

Laura Silvestri

L’intervista è stata realizzata e tradotta da Laura Silvestri, Matteo Marescalco e Mara Siviero.