Honey Boy – #RFF14

Dopo essere stato presentato al Sundence Film Festival, è approdato anche alla Festa del Cinema di Roma il doloroso viaggio esistenziale di Shia LaBeouf; un ulteriore film che ci catapulta nelle difficili meccaniche familiari, filtrate per di più attraverso uno sguardo lucido prodotto da una rielaborazione “adulta” della propria infanzia. 

Potremmo definirlo un racconto di (de)formazione, il suo: un attore, Otis Lort (interpretato da Lucas Hedges, ormai collaudato per quanto riguarda determinati ruoli emotivamente complessi) è reduce da un grave crollo emotivo, in seguito al quale gli verrà consigliato di affrontare i suoi traumi passati ripercorrendo per l’appunto la storia della sua infanzia.

Pur attraverso nomi di fantasia (e look di fantasia, se vogliamo andare ad osservare l’aspetto à la David Foster Wallace dato al personaggio del padre) possiamo parlare tranquillamente di un biopic, che a differenza dei recenti ed innumerevoli esempi relativi al Genere, preme esattamente nel punto in cui la ferita fa più male; del resto, altro non è che una dolorosa operazione di catarsi, per LaBeouf, che non ha certo avuto quella che si definisce un’infanzia felice.

Un Otis ormai adulto, quindi, scava a fondo con grande difficoltà, per ritrovare quel bambino che era stato (interpretato dal piccolo ma già promettente Noah Jupe). 

In realtà, tra una carriera attoriale partita prestissimo e un padre pieno di problemi, inaffidabile, che sembra occuparsi di lui con l’unico scopo di ricavare un guadagno, Otis(/Shia) non ha forse mai avuto quella che si definisce un’infanzia; altresì, non è difficile da credere che, per l’attore, la parte più difficile debba essere stata quella di interpretare il ruolo stesso del padre.

Un padre che, in stranianti attimi di lucidità (momenti in cui lo chiamava “honey boy”), sembra davvero cercare disperatamente di essere quel padre che non in realtà non è mai stato; ed è molto sensibile in questo, Shia LaBeouf, cancellando qualsiasi parvenza di vittimismo e anzi, cercando di sondare le verità ultime di una figura genitoriale che ha lasciato tremendi segni in lui e nella sua psiche. 

Nella messa in scena, si tratta di un film dall’estetica tanto formale quanto indie, che nasconde la dimestichezza nell’ambiente “videoclipparo” di Alma Har’el, e permette al pubblico di conoscere, nella sua intimità, l’essenza di uno tra gli attori più controversi di sempre, scavando a fondo,  Honey Boy non si perde in sterili aneddoti, lacrime facili o agiografia spicciola, anzi, vuole solo disinnescare quella nube tossica che accompagna LaBeouf da un’intera esistenza. 

Cristiana Carta

Ben Is Back – La Recensione

Wow. Avete ancora paura di me.

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È la mattina del 24 dicembre, e i Burns si stanno preparando per trascorrere le festività.

Tutto sembra essere tranquillo, finché il giovane Ben Burns (Lucas Hedges) torna a casa per passare il Natale con la sua famiglia, dopo essere uscito dalla comunità a cui si era rivolto per disintossicarsi.

Sua madre, Holly (Julia Roberts), sulle prime è emozionata per il ritorno del figlio ed è fiduciosa nei suoi progressi, ma lo scetticismo di sua figlia Ivy (Kathryn Newton) e la premura del suo compagno Neal (Courtney B. Vance) la mettono in guardia, ricordandole che in passato Ben è stato una minaccia non solo per sé, ma anche per la sua famiglia.

Holly decide di far restare suo figlio, ma ad una condizione: che si lasci sorvegliare da lei stessa per le 24 ore successive.

Tuttavia, Ben non è tornato solamente nella casa di famiglia, ma anche tra i fantasmi che ha nascosto in soffitta, tra quelle colpe e in quella realtà criminale da cui era scappato.

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Ben is Back è diretto da Peter Hedges, sceneggiatore e regista di Schegge di Aprile co-sceneggiatore di About A Boy. Anche in questo caso, come in quello dell’ultima opera citata, Hedges ha analizzato la relazione tra famiglia e dipendenza basandosi su vicende autobiografiche in cui si sono verificati degli episodi di assuefazione all’alcool e alle droghe. 

La famiglia Burns è duplice: se da una parte c’è un polo positivo, rappresentato dalla tolleranza di Neal e della felicità dei due figli che ha avuto da Holly, Lacey e Liam, dall’altra c’è la negatività della sofferenza nelle lacrime della stessa Holly, di Ben e di Ivy – emblematica è la catartica scena in cui quest’ultima canta Oh Holy Night -.

Non è difficile entrare in empatia con Holly e Ben, così come non è facile uscirne una volta fuori dalla sala: l’ansia e le paranoie di Holly sono le stesse che prova anche il pubblico, e il solo pensare ai pericoli in cui potrebbe incappare Ben, terrorizza lui e gli spettatori in egual modo.

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I fiati, i bassi, le poche note al piano della colonna sonora di Dickon Hinchcliffe (Un Gelido Inverno, Locke) e la fotografia fredda di Stuart Bryburgh (Lezioni di Piano, I Sogni Segreti di Walter Mitty, The Gifted – il Dono del Talento) fanno sì che il gelo della Vigilia rispecchi quello che, in quel giorno, porta con sé Ben tornando a casa.

I dialoghi talvolta si silenziano davanti agli sguardi carichi di rabbia fra la Roberts e Hedges, lasciano spazio ai gesti che li avvicinano e alle braccia tese che li tengono lontani l’uno dall’altra, smuovendo visceralmente chi li osserva, amplificando il dubbio su chi, fra madre e figlio, stia cercando di proteggere l’altro.

Ben is Back è un film commovente, che riesce a rendere credibile un espediente inflazionato come quello del “non-mostrare” al fine di creare la suspense – e fidatevi, ci sono moltissime cose che vi sfuggiranno ad una prima visione -. È un film che rivela senza filtri la mostruosa realtà delle dipendenze e il modo in cui viene vissuta sia da chi ne è vittima, sia da chi è al suo fianco e cerca di proteggerlo.

In conclusione, due sono le cose certe: una è che Ben is Back non è facile da metabolizzare, l’altra è che merita di essere visto.

Poster

Prodotto da Black Bears Pictures, 30West e Color Force, il film è stato presentato al Toronto International Film Festival e alla Festa Del Cinema Di Roma, e uscirà nelle sale italiane il 20 dicembre, distribuito dalla Notorious Pictures.

Lucrezia Roviello

Info

Titolo Originale: Ben Is Back

Durata: 103'

Data di Uscita: 20 Dicembre 2018

Regia: Peter Hedges

Con: 

Lucas Hedges, Julia Roberts, 

Kathryn Newton, Courtney B. Vance

Distribuzione: Notorious Pictures

Boy Erased – Vite Cancellate — Trailer, Sinossi e Immagini Del Film

Presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival 2018 e in anteprima nazionale alla Festa Del Cinema di Roma, Boy Erased – Vite Cancellate è il nuovo film diretto dal regista e attore Joel Edgerton, con Lucas Hedges, Nicole Kidman Russell Crowe.

Sinossi

Boy Erased – Vite cancellate racconta la vera storia della crescita, della presa di coscienza e della dichiarazione della propria omosessualità di Jared Eamons (Lucas Hedges), figlio di un pastore battista di una piccola città dell’America rurale, che all’età di 19 anni ha deciso di aprirsi con i suoi genitori (Nicole Kidman e Russell Crowe), riguardo alle proprie preferenze sessuali. Temendo di perdere la famiglia, gli amici e la chiesa cui appartiene, Jared viene spinto a partecipare ad un programma di terapia di conversione. Mentre è lì, Jared entra in conflitto con il suo terapeuta (Joel Edgerton) e inizia per lui il viaggio alla ricerca della propria voce e per accettare il suo vero io.”

Distribuito da Universal Picture, Boy Erased – Vite Cancellate sarà dal 7 Febbraio al cinema. Nel cast del film anche lo stesso Joel Edgerton, Joe Alwyn, Xavier Dolan, Troye Sivan e Flea.

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#BoyErased #ViteCancellate

Materiali stampa: PressPlay

Laura Silvestri