I Fantastici 4: Gli Inizi, la recensione: primi grandi passi per la prima famiglia del MCU

I Fantastici 4: Gli Inizi è la nuova versione della prima famiglia Marvel targata MCU, e una piacevole visione carica di sentimenti nostalgici e profondità emotiva. Ma come ci si è arrivati? Lo abbiamo scoperto al Giffoni Film Festival.

Sono tornati: I Fantastici 4 sono di nuovo al cinema, approdando finalmente nel Marvel Cinematic Universe (ok, in un certo li avevamo già visti in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, ma sappiamo tutti come è andata). Con I Fantastici 4: Gli Inizi – mostrato ai ragazzi in occasione del Giffoni Film Festival -, la prima famiglia di casa Marvel viene infatti totalmente e definitivamente introdotta nella macrostoria del MCU, anche se partiamo da un altro universo.

Quella che invero ci troviamo davanti per l’occasione non è Terra 616, alla quale eravamo abituati, ma Terra 828, dalle atmosfere retrò e nostalgiche (impossibile non pensare a WandaVision, altro prodotto Marvel di cui Matt Shakman, al timone della pellicola, è stato regista). Qui un gruppetto di quattro eroi già perfettamente collaudato ci viene mostrato prima nell’intimità della loro vita privata, poi con un esuberante montaggio inserito a mo’ di programma televisivo atto a celebrare il quarto anniversario del supergruppo.

Una origin story che dunque parte in medias res, senza tuttavia dimenticarsi di tenerci aggiornati su quanto accaduto in precedenza. Una formula che non solo funziona, ma che permette anche di non soffermarsi troppo su questioni non necessarie nell’immediato, e che volendo possono sempre essere riprese in futuro.

Ottima scelta poiché, con i suoi 115 minuti, I Fantastici 4: Gli Inizi ha altro a cui pensare: deve mostrarci il presente dei nostri eroi, impegnati a gestire non solo le sorti del resto del mondo, ma anche del loro piccolo microcosmo, che sta per cambiare dopo la notizia della gravidanza di Sue (Vanessa Kirby); deve stabilire una nuova mitologia, perché per quanto incasellato nel più grande MCU, di questo mondo senza gli Avengers sappiamo ben poco; e deve ovviamente introdurre un nuovo, grande nemico, Galactus, il Divoratore di Mondi (Ralph Ineson).

E fa piacere poter dire che la missione è stata compiuta con successo: Pedro Pascal, Joseph Quinn, Vanessa Kirby e Ebon Moss-Bachrach abitano bene i rispettivi ruoli, ed è possibile accorgersene sempre di più man mano che si va avanti con la pellicola. Arrivati all’ultima parte della storia, con loro ci si sente ormai davvero parte di una famiglia, e il sentimento che pervade lo spettatore è quello che porta a dire “Non vedo l’ora che interagiscano con il resto del MCU” (specialmente dopo la prima scena post-credit).

C’è un giusto bilanciamento tra scene “cosmiche” e “domestiche”, che non cozza affatto con il tono e le dimensioni del film, e anzi aiuta questa produzione a ritagliarsi uno spazio tutto suo all’interno di universo già colmo di personalità, e all’apparenza forse anche un po’ sovraffollato.

Sarà certo interessante vedere come in futuro verranno utilizzati questi personaggi (in particolare un paio) nell’economia del MCU, e che sfida rappresenterà la loro integrazione nel più grande progetto narrativo. Di certo, questo primo capitolo della storia dei Fantastici 4 non fa rimpiangere le precedenti iterazioni (e chi parla, contrariamente ai più, aveva apprezzato I Fantastici 4 del 2005), e fa ben sperare per ciò che verrà.

Per ora non si può che speculare con il reminder che I Fantastici 4 torneranno in Avengers: Doomsday, senza poi dimenticarsi la post-credit de I Thunderbolts*

I Fantastici 4: Gli Inizi è ora al cinema.

Laura Silvestri

Info
Titolo originale: Fantastic 4: First Steps
Durata: 115′
Data d’uscita: 23 luglio
Regia: Matt Shakman
Con:
Pedro Pascal, Vanessa Kirby, Joseph Quinn, Ebon Moss-Bachrach, Ralph Ineson, Julia Garner
Distribuzione e Materiali Stampa: The Walt Disney Company

Thunderbolts* – La recensione: il MCU è morto, lunga vita al MCU!

Con l’uscita di Thunderbolts* nelle sale, il Marvel Cinematic Universe si appresta a salutare la sua fase più critica e criticata finora, la quinta, in grande stile. Vediamo insieme come un gruppo di sgangherati antieroi è riuscito a portare una più che necessaria ventata d’aria fresca in un universo ormai da tempo in fase di stallo, e a simboleggiarne la rinascita.

La storia del Marvel Cinematic Universe, specialmente nelle sue prime fasi, è ricca di successi, e su questo non ci piove. Che incontrino o meno il gusto personale dei singoli individui, è innegabile come tanti dei titoli sfornati dalla branca cinematografica della Casa delle Idee abbiano dominato la scena dell’intrattenimento negli ultimi 15 anni e più. E sebbene ultimamente l’interesse nei confronti dei nuovi prodotti targati Marvel fosse in calo, vuoi per una questione fisiologica, vuoi per una effettiva flessione qualitativa riscontrata tra la quarta e la quinta fase, è difficile pensare di essere vicini al tramonto di un universo così ricco di potenziale… Specialmente dopo Thunderbolts*.

Eppure, in un certo qual modo, è proprio Thunderbolts*, in arrivo il 30 aprile nelle sale, a rappresentare una sorta di rinascita creativa per il MCU, dopo una “morte” arrivata in seguito a una lenta e dolorosa agonia che a tratti dava segni di speranza per una ripresa, ma che si è solo protratta più del dovuto. Perché è vero che abbiamo avuto film come Guardiani della Galassia Vol. 3 o anche piccole perle televisive come WandaVision, ma è anche vero che abbiamo dovuto faticare non poco persino con titoli che tanto promettevano (qualcuno ha detto Doctor Strange nel Multiverso della Follia o Ant-Man and The Wasp: Quantumania?). Sarà forse per questo che molti avevano comprensibilmente perso quell’entusiasmo che li accompagnava ormai da tempo all’uscita di ogni nuovo capitolo della saga. Entusiasmo che tuttavia speriamo riacquisirete, come accaduto a noi, con Thunderbolts*.

Ci voleva proprio un gruppo di sgangherati antieroi a ricordarci perché amiamo tanto gli eroi (in particolare quelli Marvel), e a riportare alla memoria come queste storie e questi personaggi siano in grado di toccare le corde dei nostri cuori, di generare in noi più di una fragorosa risata o di una lacrimuccia inaspettata durante la visione di un film che, per tanti altri, rappresenta solo un’elaborata strategia di marketing.

In Thunderbolts* ritroviamo infatti alcuni fra gli elementi più “controversi” del MCU, a partire dal Soldato d’Inverno Bucky Barnes (Sebastian Stan), a cui si uniscono, tra gli altri, anche la spia russa Yelena Belova (Florence Pugh) e suo padre, il Super Soldato dell’Unione Sovietica Red Guardian (David Harbour), il secondo e poco longevo Captain America John Walker (Wyatt Russell) e l’ex spia dello S.H.I.E.L.D. Ava Starr a.k.a. Ghost (Hannah John-Kamen).

Un gruppo che definire outcast sarebbe un eufemismo; un insieme di persone dall’oscuro passato che hanno compiuto azioni più che discutibili, e che serbano in loro dolori così grandi che, a un certo punto della loro vita, hanno ritenuto che l’unico modo per silenziarli e tentare di farli scomparire fosse quello di “coprirli” utilizzando ogni mezzo a propria disposizione, non curandosi delle conseguenze.

È così che i loro destini sono arrivati a incrociarsi con quello di Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus), ed è così che Thunderbolts* trova ragion d’essere. E, un po’ come accadde anche con Legends of Tomorrow – quella che potremmo definire la sua controparte DC nell’Arrowverse – questa pellicola ci permette di andare più a fondo, di esplorare l’intimità e la psicologia di personaggi che avevano chiaramente ancora tanto da dire e da dare, a prescindere dallo screen time ricevuto. Di personaggi, se vogliamo, anche più vicini a noi, perché più vulnerabili e “umani”.

In questa complicata vicenda, di certo non mancano i momenti drammatici, le incomprensioni, gli errori causati dalla paura. Ma è attraverso l’indagine del dolore e del trauma, l’accettazione di sé e dell’altro non come ostacoli, ma come sostegno e ausilio, e la giusta dosa di ironia, che nella storia firmata da Eric Pearson e Joanna Calo e girata da Jake Schreirer i nemici divengono insospettabili alleati, e che i Thunderbolts* diventano una squadra davanti ai nostri occhi: una squadra carica di carisma che sembra più che capace di caricarsi sulle spalle il peso del futuro del MCU, e alla quale presto si aggiungeranno tanti altri attesissimi personaggi per delineare quello che sarà un nuovo, elettrizzante capitolo di una saga transmediale ormai quasi ventennale.

Thunderbolts*, distribuito da The Walt Disney Company, è ora al cinema. E non dimenticate le scene post-credit! Ce ne sono due, e vi assicuriamo che non vorrete perdervele.

Laura Silvestri

Info
Titolo originale: Thunderbolts*
Durata: 116′
Data d’uscita: 30 aprile
Regia: Jake Schreirer
Con:
Florence Pugh, Sebastian Stan,
David Harbour, Wyatt Russell,
Olga Kurylenko, Hannah John-Kamen,
Julia Louis-Dreyfus, Lewis Pullman,
Geraldine Viswanathan, Chris Bauer, Wendell Edward Pierce
Distribuzione: The Walt Disney Company

Thor: Love and Thunder – Amore, dolore, avventure (e capre urlanti) nel nuovo film Marvel con Chris Hemsworth e Natalie Portman

Chris Hemsworth e Natalie Portman sono le incarnazioni del Dio del Tuono nel nuovo film del MCU diretto da Taika Waititi, Thor: Love and Thunder, che vede anche il ritorno di Tessa Thompson nel ruolo di Valkyrie e il debutto di Christian Bale nei panni di Gorr il Macellatore di Dei.

Con tutto quello che sta succedendo nel Marvel Cinematic Universe, era da un po’ che non davamo un’occhiata a quello che sta combinando il Dio del Tuono, ma grazie al quarto capitolo della saga, Thor: Love and Thunder, ci troviamo di fronte a una miriade di Dei e non uno, ma ben due Thor, e ragazzi, se non hanno avuto da fare anche loro!

Mentre un semplice ma efficace incidente scatenante mette in moto la storia – Gorr il Macellatore di Dei, il riuscitissimo villain interpretato da Christian Bale (con cui sarà particolarmente difficile non empatizzare, almeno in parte), tiene fede al suo nome e ci mostra come è diventato tale facendo strage di ogni divinità che incontra sulla sua strada -, il film si incarica di spogliare (anche letteralmente, come avete visto dai trailer) i suoi protagonisti, con un Thor (Chris Hemsworth) che rifugge dai sentimenti per paura di restare nuovamente ferito e solo, e una Jane Foster (Natalie Portman) alle prese con una delle battaglie più difficili che la vita possa riservare, una malattia che sfugge al controllo umano.

Jane sta affrontando una sfida estremamente ardua e terrificante. E il suo modo di farlo è cercare di mantenere una certa agency, un minimo di capacità d’azione su qualcosa che è in realtà al di fuori del suo controllo” spiega Natalie Portman durante la conferenza stampa italiana di Thor: Love and Thunder, e ringrazia di cuore Taika Waititi, Kevin Feige e il resto della produzione per aver riportato sullo schermo “una donna ebrea, quarantenne alta un metro e sessanta, madre di due figli” per interpretare ancora questo personaggio così sfaccettato, e di averle dato l’opportunità di vestire i panni di una supereroina.

Supereroina che, seppur alle prime armi, non se la cava certo male contro la minaccia rappresentata da Gorr, e che non sfigura affatto di fianco ai già rodati Thor di Hemsworth e Valkyrie (Tessa Thompson) e all’esilarante Korg (Waititi) che non manca mai di lasciare il segno. Da un punto di vista narrativo, sono loro gli agganci emotivi del film, ma c’è spazio anche per diverse comparse (tornano Matt Damon, Sam Neill e Luke Hemsworth con i cameo che potreste ormai aspettarvi da loro, ma anche altre star più o meno annunciate, a partire dallo Zeus di Russell Crowe) che a seconda dei casi si ritrovano (quasi) a rubare la scena.

Sul piano formale e contenutisco Thor: Love and Thunder si dimostra un degno e coerente erede di Thor: Ragnarok – molto più di altri sequel nei confronti dei propri predecessori – pur lasciando spazio a nuovi spunti in entrambi i campi (noterete, ad esempio, delle trovate cromatiche alquanto ficcanti, per le quali bisogna ringraziare anche il direttore della fotografia Barry Baz Idoine).

Sperimenta ancora, Taika Waititi – anche co-autore della sceneggiatura assieme a Jennifer Kaytin Robinson -, si diverte a mischiare elementi visivi, musiche e tematiche, portandoci in giro per l’universo in un una fiaba cosmica, un viaggio all’insegna della ricerca d’identità, del superamento del dolore e, soprattutto, dell’amore, ma sempre con quella caratteristica ironia che contraddistingue le pellicole Marvel, e in particolare quelle targate proprio Taika Waititi.

Un’ironia gentile, mai a discapito di qualcun altro, osserva Portman: “Il suo è quel tipo di humor che richiede più intelligenza, perché è davvero difficile essere così divertenti e in modo così bizzarro, ma mantenendo sempre delle emozioni incredibilmente genuine e una tale generosità“. Chi, d’altronde, riuscirebbe a riprendere degli elementi mitologici e consegnarceli in una veste tanto inaspettata quanto esilarante – sì, parliamo (anche) delle capre urlanti che anticipavamo nel titolo -?

Che poi si siano divertiti tutti un mondo a girare Thor: Love and Thunder, è qualcosa di evidente in ogni momento del film, e le parole dell’attrice Premio Oscar arrivano solo a ribadire tale concetto: “Girare questa pellicola è stato un grande promemoria di quanto il nostro lavoro si basi sul gioco e sull’immaginazione. […] Per me ciò che vedete sullo schermo è stato frutto di una combinazione di preparazione e lasciarsi andare” afferma, aggiungendo che, come d’altronde accaduto con Ragnarok, anche qui molto è stato ottenuto grazie all’improvvisazione, una pratica più che incoraggiata da Waititi sui suoi set (“Taika è sempre alla ricerca di qualcosa di diverso in ogni scena“).

E chissà se anche il pubblico si divertirà un mondo a guardare le nuove avventure di Thor, anzi, dei Thor…

Thor: Love and Thunder è già al cinema (e ricordatevi, come sempre, di rimanere anche durante e dopo i titoli di coda!).

Laura Silvestri

Info

Titolo Originale: Thor: Love and Thunder

Durata: 119'

Data D'Uscita: 6 luglio 2022

Regia: Taika Waititi

Con: 

Chris Hemsworth, Natalie Portman, 
Christian Bale, Tessa Thompson 

Distribuzione: Disney

Materiali Stampa: Disney 

Doctor Strange nel Multiverso della Follia – Il ritorno di Sam Raimi alla Marvel

Approda finalmente nelle sale il cinecomic del MCU con protagonista Benedict Cumberbatch e firmato da Sam Raimi, Doctor Strange nel Multiverso della Follia, che segna il ritorno del regista di Spider-Man nella scuderia Marvel. Ma come sarà questo Multiverso in chiave Raimi?

L’attesa è finita, e finalmente Doctor Strange nel Multiverso della Follia è arrivato nelle sale. Ma non è solo per il contenuto potenzialmente “esplosivo” del nuovo film dei Marvel Studios che gli appassionati attendevano con grandissimo hype questa pellicola – quali personaggi dal Multiverso Marvel faranno la loro comparsa? E cosa vorrà dire questo per il futuro del MCU? – ma anche e soprattutto perché il sequel di Doctor Strange segna un grande ritorno cinematografico, quello di Sam Raimi.

Ci sono alte probabilità che i fan Marvel di lunga data vi indicheranno uno tra Spider-Man e Spider-Man 2 (il 3 facciamo finta di niente per ovvie ragioni) come il loro preferito tra i cinecomic della Casa delle Idee, ed è con questa mentalità che in molti si recheranno al cinema per vedere quale sarà il risultato di questo connubio forse inaspettato all’epoca dell’annuncio (quando Scott Derrickson decise di abbandonare la regia di Multiverse of Madness), ma in realtà più sensato di quanto si potesse pensare.

E vediamo allora dove ci porta il viaggio attraverso il Multiverso targato Raimi (e Michael Waldron, sceneggiatore che si è occupato anche della serie tv di Disney+ Loki), un Multiverso segnato da forti sentimenti e che dovrà avere a che fare con le conseguenze delle azioni (e reazioni) dei singoli individui che lo popolano, quale che sia la versione che si presenta dinnanzi a noi in quel momento.

Come sapevamo già anche dalle informazioni condivise dagli Studios sul film, e senza spoilerarvi troppo sul contenuto, ne Il Multiverso della Follia Strange e gli altri si ritroveranno a viaggiare per il Multiverso grazie all’abilità di America Chavez (una Xochitl Gomez che si inserisce già alla perfezione nel roster del MCU), ovvero quella di creare portali che rendono possibile il passaggio da un universo all’altro.

La pellicola si apre in medias res, per cui veniamo subito catapultati nel bel mezzo dell’azione. Azione che però sembra riguardare un altro Strange di un differente universo… Almeno fino a quando questi eventi non porteranno all’incontro tra i nostri protagonisti. Dopo aver fatto il punto della situazione, tuttavia, e aver compreso l’entità del problema, si rende necessario chiedere l’aiuto di qualcuno dotato di grandi poteri per contrastare l’incombente minaccia. E si dia il caso che un certo Avenger sia disponibile… Ma non tutto andrà come sperato.

Riprendendo direttamente il filo da WandaVision, Waldron e Raimi inseriscono il personaggio di Wanda Maximoff/Scarlet Witch (interpretato ancora una volta da una brillante Elizabeth Olsen che sa perfettamente come giocare con le nostre emozioni) nell’azione facendo perno sui traumi e i dolori che l’hanno accompagnata fino a quel momento, decidendo di sfruttarli per dare al personaggio una svolta più dark (e in un certo senso agendo anche di comodo).

Il percorso psicologico di Wanda sarà dunque una componente fondamentale del film, come di contro lo sarà quello di Stephen Strange, proprio come anticipato dagli attori nelle varie interviste. Se poi ci aggiungiamo una prima comparsa dell’archetipico viaggio dell’eroe anche per America Chavez, di character development in questo film non ne sentiamo affatto la mancanza, sebbene in alcuni casi riesca meglio che in altri. Peccato che la cornice in cui avvenga il tutto non sia esattamente delle più chiare e cristalline, e distolga spesso l’attenzione dal resto.

È facile infatti perdersi in quel turbinio di psichedelici colori che cozzano volutamente con le tinte horror di cui fa spesso uso Raimi (e, d’altronde, come non potrebbe visto il suo background e l’assist fornitogli dalla serie animata What If…?). Per quanto riguarda il confezionamento di Multiverse of Madness, sembra proprio di essere tornati indietro nel tempo, a quei primi anni 2000 tanto cari al regista, che impregnano sotto più aspetti la pellicola (il che potrebbe essere visto sia come punto a favore che a sfavore, a vostra discrezione).

Con l’aiuto del compositore Danny Elfman, Raimi evoca dunque (ormai) antichi sapori, li mischia allo stile Marvel Studios, e dà un’impronta ben precisa a qesto nuovo capitolo della saga dello Stregone Supremo (anzi, ex, inchinatevi e portate rispetto a Wong, mi raccomando). Un’impronta che per certi versi può sembrare un po’ antiquata, superata, ma per altri può far contenti gli amanti di quel modo di fare cinema che tanto pareva esser mancato a molti spettatori, e che cerca comunque di rinnovarsi con trovate che deNotano (la maiuscola è voluta, capirete perché guardando una particolare sequenza del film) un lavoro di fantasia e creatività davvero non da poco.

Non siamo di fronte a un film perfetto, tutt’altro. Abbiamo eccessi a destra e sinistra, tempi sballati (e questo è uno di quei pochi casi in cui forse avrebbe giovato andare anche oltre con il minutaggio), a volte un surplus di momenti didascalici e un amalgama non sempre accurato degli elementi in gioco. Ma l’intenzionalità dietro gran parte di tutto ciò non potrebbe essere più lampante, ed è dunque una precisa scelta creativa quella che ci troviamo a commentare e quindi giudicare.

E se la storia ci ha insegnato qualcosa è che spesso questi non sono fattori decisivi, o lo sono in maniera del tutto inaspettata, nel far rientrare un prodotto nella colonnina dei preferiti di ognuno. E qualcosa ci dice che Doctor Strange nel Multiverso della Follia potrebbe essere catalogabile in quella stessa colonnina per molti di voi.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia è dal 4 maggio al cinema.

Laura Silvestri

Info

Titolo Originale: Doctor Strange in the Multiverse of Madness

Durata: 127'

Data D'Uscita: 4 maggio 2022

Regia: Sam Raimi

Con: 

Benedict Cumberbatch, Elizabeth Olsen,
Benedict Wong, Xochitl Gomez 

Distribuzione: Disney

Materiali Stampa: Disney 

Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli – La Recensione: mitologia, combattimenti e magia in un mondo di supereroi

La Leggenda dei Dieci Anelli è più che semplice realtà per Shang-Chi (Simu Liu) e la sua famiglia, ora più che mai. E quando il passato arriva a bussare alla porta del giovane, lui non può che rispondere…

Sembra proprio una fiaba d’altri tempi immersa nella modernità, questo Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli. Un tuffo nella cultura orientale, nella sua mitologia, nelle sue arti marziali, ma rimanendo ancorati nell’universo di riferimento del film.

È così che si presenta la pellicola diretta da Destin Daniel Cretton, l’ultima entrata nel Marvel Cinematic Universe, in arrivo il primo settembre sugli schermi italiani e il 3 settembre negli Stati Uniti e in altri paesi. Quello che dovrebbe essere secondo molti “l’erede di Black Panther“, dato che apre al primo protagonista di origini asiatiche del MCU, e ci immerge in un’ambientazione del tutto diversa da quelle viste finora… O quasi.

Come visto già dal trailer, infatti, sebbene in apertura veniamo effettivamente trasportati in tutt’altri luoghi ed epoche, la prima volta che incontriamo il nostro protagonista interpretato da Simu Liu è a San Francisco, in un mondo post-blip, dove il ragazzo conduce un’esistenza apparentemente normale assieme alla sua amica Katy (la vera MVP del film, Awakwafina). Non ci vorrà molto, tuttavia, affinché la quotidianità arriverà a scontrarsi con la straordinarietà, e a rivelare molto, molto di più su Shaun, come si fa chiamare adesso, e il suo passato.

Shang-Chi non ha certo paura di spaziare e di trarre elementi dai più diversi generi cinematografici, dal wuxia al fantasy alla buddy comedy, ma sempre memore del mondo in cui sta giocando, e senza mai cadere nel pastiche troppo impasticciato. Si ride e si scherza, ovviamente, come i film dei Marvel Studios ci hanno insegnato, ma un vero fan sa perfettamente che dopo ogni battuta e siparietto comico (tra l’altro sempre ben congegnati) possiamo aspettarci di vedere grandi scene d’azione o intensi momenti drammatici, sviluppi di questioni familiari, culturali, politiche, e storiche, che andranno non solo ad arricchire i personaggi e le storie interne alla stessa pellicola, ma anche all’intero universo Marvel.

Porta una ventata di freschezza, il film di Cretton, soprattutto per l’azione e i combattimenti, che a differenza di tanti altri film sui supereroi, può contare sull’innesto delle arti marziali e grandi sequenze alla Tarantino per intrattenere lo spettatore, almeno fino all’arrivo dell’elemento principalmente fantastico. Questa, a seconda dei gusti, può rappresentare un’aggiunta azzeccata o meno, ma di certo non gratuita. Dopotutto, come ci verrà ricordato più volte nel corso della pellicola, questa è una storia iniziata molti, molti anni prima.

Noi adesso la stiamo vivendo attraverso gli occhi di una famiglia un tempo molto unita, ora molto meno, di certo disfunzionale (come potrebbe essere altrimenti con un padre dai poteri millenari che addestra il proprio figlio nell’arte di uccidere?), ma non per questo meno impossibile da comprendere nelle sue dinamiche, grazie anche all’ottimo lavoro svolto dai suoi interpreti (Tony Leung e Fala Chen su tutti).

Anche se, è impossibile non ammettere, lo spettatore si sentirà forse molto più vicino alla sbalordita Katy, che scena dopo scena assiste alla rivelazione di un intero e spettacolare (ma anche incredibilmente pericoloso) mondo di cui non era minimamente a conoscenza, che qualunque altro personaggio del film (e anche qui, come potrebbe essere altrimenti?).

Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è dal 1 settembre al cinema (e rimanete in sala per le due scene dopo i titoli di coda!).

Laura Silvestri

Info

Titolo Originale: Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings 

Durata: 132'

Data D'Uscita: 1 settembre 2021

Regia: Destin Daniel Cretton

Con: 

Simu Liu, Tony Leung,
Awkwafina, Michelle Yeoh, 
Meng'er Zhang, Fala Chen 

Distribuzione: Disney

Materiali Stampa: Disney 

Spider-Man: Far Frome Home arriva in Home Video

Spider-Man: Far From Home

Credo che Nick Fury abbia appena dirottatola nostra vacanza

Grazie a Universal Pictures Home Entertainment Italia, dal 5 novembre sarà disponibile in tutti formati Home Video Spider-Man: Far From Home, il secondo capitolo interamente dedicato alle avventure di Peter Parker nel Marvel Cinematic Universe, di cui anche noi di Time Stone Entertainment vi avevamo parlato quest’estate nella nostra recensione di Spider-Man: Far From Home.

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Nell’edizione Blu-Ray del film le tracce audio a disposizione sono Italiano 5.1 Dts-Hd Ma, Inglese 7.1 Dts-HD Ma, Russo e Ucraino 5.1 Dolby Digital, mentre quelle dei sottotitoli sono invece Italiano 5.1 Dts-Hd Ma, Inglese 7.1 Dts-Hd Ma, Russo e Ucraino 5.1 Dolby Digital. Il formato video è un Formato Panoramico Ad Alta Definizione (2.39:1) 1920 X 1080p.

Appena inserito il disco nel lettore partiranno dei trailer:

Spider-Man: Un Nuovo Universo

Men In Black: International 

Alex Rider

Arrivati al menù principale, invece, troverete quattro sezioni, quelle per la riproduzione del film, per selezionare audio e sottotitoli, e quella dei contenuti speciali, che contiene ben 82 minuti di materiale inedito.

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Contenuti Speciali Blu-Ray

 

Peter’s To -Do List, a short film

Un corto con la lista di cose da fare prima di partire per Peter Parker, tra cui l’acquistare un adattatore per le cuffie, vendere dei vecchi giocattoli, ritirare il passaporto (con metodi alquanto inortodossi) e combattere la mafia.

 

Gag-Reels e Outtakes

«Benvenuti ai blooper! Non penso ne abbiamo fatti così tanti questa volta…» esordisce Jacob Batalon, interprete di Ned.

«Beh, io si!» risponde Angurie Rice, a.k.a. Betty Brant.

Ovviamente seguono una serie di divertenti gag, blooper e outtake, proprio come da indicazione della sezione, tra cui anche gli starnuti nei momenti più inopportuni di Tom Holland, le battute sui vestiti di John Varvatos di Jake Gyllenhaal, uno scambio di fette d’anguria tra Mysterio e Spider-Man (che poi si metteranno a fare flessioni), e le risate incontrollate durante le varie riprese.

E, finalmente, qualcuno si degna di fare riferimento a una questione che non è stata mai propriamente discussa: «Tom non viene dall’Olanda (Holland). Non è strano?».

Scene alternative e scene eliminate

  • Betty Blips
  • Bus Rest Stop With Class
  • Beck’s Green Juice
  • Peter & MJ on Plane And May Sees Glasses
  • A Film by Flash Thompson’s Phone

I consigli di viaggio degli Insegnanti

Gli insegnanti interpretati Martin Starr e J.B. Smuove hanno alcuni consigli per la loro scolaresca:

  1. Organizzati
  2. Leggi le recensioni di Yelp
  3. Apri la mente
  4. Il Sistema dell’Amico
  5. Fai amicizia

 

The Jump Off

Un retroscena su tutele acrobazie dell’Amichevole Spider-Man di quartiere… In trasferta (molte delle quali sono state realizzate dallo stesso Tom Holland).

«Mi spingono oltre i miei limiti, ma nel modo più sicuro possibile» spiega l’attore, mentre il resto del cast e della crew loda le sue capacità atletiche.

«Hanno ricreato una stanza nella Torre di Londra, dove hanno messo i fuochi d’artificio… » spiega Angourie «… E poi abbiamo fatto saltare tutto in aria, ed è stato fighissimo!» conclude Tony Revolori (Flash).

E, credeteci, non vorrete perdervi il racconto di Tom sulle scene d’azione veneziane!

Stepping Up

In questa featurette ripercorriamo la crescita di Peter come ragazzo e supereroe, dallo Spider-Man dei primi film, al neo-battezzato Avenger in gita scolastica. La pressione è tanta, le responsabilità, come dice la celebre frase, grandi quanto i suoi poteri (e le sue abilità). E ora che il suo mentore non c’è più, Peter dovrà trovare il modo di ritagliarsi un ruolo tutto suo, e dimostrare di esserne all’altezza.

 

Suit Up

Costumi, costumi e ancora costumi… E CGI e make-up che aiutano quando questi non bastano (come per lo Spider-Suit che indossa in Infinity War)!

 

Now You See Me

Quentin Beck a.k.a. Mysterio, ovvero… Mr. Jake Gyllenhaal.

«Mysterio era un villain davvero ambizioso da portare sullo schermo, perché il suo potere sono le illusioni» spiega Rachel O’Connor, produttrice esecutiva del film.

«Quello che amo del personaggio è che non sai mai chi è davvero» afferma Gyllenhaal.

E senza spoilerarvi altro, lasciamo a voi l’onore di scoprirlo quando avrete in mano la vostra copia di Spider-Man: Far From Home.

Far, Far. Far From Home

Un viaggio (letteralmente) tra le location del film, commentato dal cast e dalla crew.

«Quando sei a Roma, fai come Romani. Quando sei a Venezia… Ti si bagnano i calzini» commenta uno dei professori in una scena del film. E Venezia, Praga e Londra sono al centro della scena in Spider-Man: Far From Home, e protagoniste quasi quanto il nostro Bimbo Ragno e gli altri personaggi.

 

Fury & Hill

Che altro c’è da dire su due degli agenti più badass dello S.H.I.E.L.D.? Scopritelo guardando questa featurette!

«Ho sempre voluto che Fury interagisse con Spider-Man. Sono tutti così carini con Peter, ed è stato interessante metterlo a confronto con qualcuno che non gliela desse sempre vinta» commenta il regista, Jon Watts.

«Potete farvi un’idea di come sia la vita sulla strada per due agenti dello S.H.I.E.L.D. come Maria Hill e Nick Fury; un aspetto che non emerge molto negli altri film» afferma Cobie Smulders (Maria Hill).

 

The Ginter-Riva Effect

Peter Billingsley come William Ginter-Riva? Sì, grazie. Non vi ricordate chi sia? Allora questa featurette fa al caso vostro.

Thank You Mrs. Parker

Alla fine di Spider-Man: Homecoming Zia May (Marisa Tomei) scopre l’identità segreta di Peter… E ora?

«È diventata una fan di quello che fa Peter, e ora i due sono come una squadra» spiega Tom Holland.

«Invece di dissuaderlo nel continuare, lo incoraggia a fare la cosa giusta e a essere un membro produttivo della sua comunità» conferma Jon Watts.

E la stessa Marisa Tomei ha contribuito in grande misura a costruire il suo personaggio, fornendo suggerimenti e “portando in vita una versione completamente nuova del personaggio”, come ribadisce anche Holland.

 

Stealthy Easter Eggs

Tutti (o quasi) gli Ester Egg presenti nel film (e questi davvero non vogliamo rovinarveli anticipandoli qui), incluso QUEL momento dopo la fine del film.

 

The Brothers Trust

I Fratelli Holland parlano della loro organizzazione a scopo benefico, The Brothers Trust.

Siete pronti dunque a mettere tutto in valigia e a partire all’avventura assieme a Peter Parker grazie a Spider-Man: Far From Home?

Laura Silvestri

Info 

Titolo: Spider-Man: Far From Home 

Durata: 124' 

Data di Uscita HV: 5 novembre 2019

 Regia: Jon Watts 

Con:

Tom Holland, Marisa Tomei,  

Zendaya, Jake Gyllenhaal, 

Jon Favreau, Jacob Batalon,  

Samuel L. Jackson, Cobie Smulders 

Distribuzione: 

Universal Pictures Home Entertainment Italia

Spider-Man: Far From Home – La Recensione

Addii, responsabilità, scelte e conseguenze

Il mondo non è più lo stesso dopo gli eventi di Avengers: Endgame e tutti devono imparare a fare i conti con la nuova realtà. Anche l’amichevole Spider-Man di quartiere deve trovare il modo di andare avanti dopo la scomparsa del suo mentore, e il modo migliore sembrerebbe quello di concentrarsi sull’imminente gita scolastica. Ma il lavoro di un supereroe non conosce riposo o vacanze… 

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Quando abbiamo conosciuto il Peter Parker del MCU in Captain America: Civil War, e subito dopo in Spider-Man: Homecoming, Peter  (Tom Holland) era un ragazzo desideroso di mettersi alla prova e un po’ (troppo) spericolato, come d’altronde qualsiasi adolescente alle prese con superpoteri e supereroi.

La vita quotidiana era fin troppo ordinaria per il geniale studente con la passione per la scienza e i film, e l’incontro con gli Avengers non aveva fatto che aumentare la sua voglia di avventure e di essere in grado di poter fare davvero la differenza a questo mondo.

Ma il Peter che ritroviamo dopo Infinity War e Endgame è comprensibilmente cambiato, provato dagli avvenimenti che pochi ragazzi della sua età avrebbero saputo affrontare, come invece si è inaspettatamente trovato a fare lui. E in più, adesso, la figura paterna che lo aveva accompagnato e guidato negli ultimi anni, non c’è più.

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In Spider-Man: Far From Home, il nostro amichevole Spider-Man di quartiere decide di mettere da parte il costume e provare a distrarsi dai recenti avvenimenti, focalizzando la sua attenzione sulla gita scolastica in Europa e su MJ (Zendaya), la ragazza che sta goffamente cercando di conquistare.

Ma se Peter vuole stare lontano dai guai, i guai non vogliono stare lontano da lui: gli Elementali, i nuovi villani di turno, stanno portando morte e distruzione sulla Terra, la NOSTRA Terra. Perché stando a quanto racconta il nuovo supereroe in città, Mysterio (un fantastico Jake Gyllenhaal), di Terre ce ne sono tante… Ed ecco che il Multiverso avrebbe fatto la sua comparsa “ufficiale” nel MCU.

Nick Fury (Samuel L. Jackson), Maria Hill (Cobie Smulders), Mysterio e Spider-Man si ritrovano dunque a dover combattere contro queste nuove minacce, ma presto arriveranno delle complicazioni che porteranno il più giovane del gruppo a dover fare una scelta: prendersi definitivamente carico delle responsabilità lasciategli da Tony e dagli altri, o cercare di condurre il più possibile una vita normale?

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La risposta alla domanda sarà sofferta, ma dovrà trovarla in fretta, perché il mondo ha bisogno di credere, e ha bisogno di eroi. Ed è proprio qui che Spider-Man: Far From Home eccelle e mostra tutta la sua complessità: il sequel di Jon Watts non solo si riallaccia perfettamente a Homecoming e all’aspetto teen/coming of age che un film su Spider-Man dovrebbe necessariamente avere, con alta dose di humor incluso, ma affronta anche le conseguenze di eventi tragici e fondamentali come quelli delle pellicole sugli Avengers, senza però mai scadere nel banale, e approfondendo la questione sotto vari punti di vista.

Lo stato d’animo di Peter è uno specchio di quello del resto del mondo, ed è lui il primo a dover ritrovare la fiducia negli eroi e in sé stesso, specialmente dopo la scomparsa di Tony/Iron Man. Ereditare la responsabilità di tenere il mondo al sicuro poteva essere qualcosa di incredibile per il ragazzino del Queens che aveva appena scoperto i propri poteri, ma il Peter che ha combattuto al fianco dei Vendicatori contro la più grande minaccia che l’universo conosciuto abbia mai visto, potrebbe essere incline a volersi godere una gioventù che non durerà poi ancora a lungo, e sarebbe anche difficile da biasimare per questo.

Perciò spazio ai conflitti interiori, spazio alle difficoltà che l’essere un supereroe presenta ora più che mai, specialmente quando sono ancora i propri amici e i propri cari ad essere in pericolo. Dopo i viaggi nello spazio e le battaglie su altri pianeti, spazio alla lotta con le apparenze, le insicurezze, i sentimenti e le verità difficili da accettare. Il tutto, però, sempre in pieno stile Marvel.

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Spider-Man: Far From Home sarà al cinema dal 10 luglio. E mi raccomando, rimanete per i titoli di coda che, come al solito, promettono grandi sorprese.

Laura Silvestri

Info

Titolo: Spider-Man: Far From Home

Durata: 124'

Data di Uscita: 10 luglio 2019

Regia: Jon Watts

Con

Tom Holland, Marisa Tomei, 

Zendaya, Jake Gyllenhaal, Jon Favreau, Jacob Bataillon, 

Samuel L. Jackson, Cobie Smulders

Distribuzione: Sony Pictures