Il Corriere – The Mule — La Recensione

Sì, viaggiare… Con Clint Eastwood alla guida

Earl Stone non è il padre perfetto, o il marito perfetto. Non ci va neanche vicino. Ma quando si presentano gravi problemi economici e sono a rischio non solo il suo orgoglio e la sua attività, ma anche il benestare di parenti e amici, Earl decide di prendere la situazione in mano, diventando il corriere di punta di un cartello della droga messicano.

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Clint Eastwood torna ancora una volta sul grande schermo – qui in tripla veste: regista, produttore e protagonista della pellicola – per farci dono di un film sorprendente sotto ogni punto di vista.

Guardando il trailer, difficilmente si colgono il tono e la vera essenza dell’ultima fatica del cineasta di American Sniper e Gran Torino: anzi, si viene quasi (volontariamente) sviati da quel che troveremo poi in sala.

Ne Il Corriere – The Mule – basato su una storia vera pubblicata in un articolo del New York Times, The Sinaloa Cartel’s 90-Year-Old Drug Mule – viaggiamo in compagnia di Tata (così lo chiamano i “brutti-ceffi-che-poi-tanto-malvagi-non-sembrano” del cartello) per un’America retrodatata – ma per niente lontana da quella attuale -, scoprendo assieme ad Earl un mondo di possibilità in un paese tappezzato di etichette e stereotipi, ma nessuno davvero funzionale ed esclusivo.

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Lo stesso Earl passa dall’essere un padre e un marito negligente, all’assumere l’improbabile ruolo di corriere della droga, per poi spendere i soldi guadagnati per salvare attività in fallimento (tra cui la sua) e pagare l’open bar al matrimonio della nipote.

Un viaggio su quattro ruote, quelle del fedele furgoncino con cui Earl ha camminato tanto in passato, e che non gli è mai costato nemmeno una multa (fino a quando non sarà ora di sostituirlo con un mezzo più moderno); un viaggio tra i fast food e gli hotel, luoghi di gratificazioni istantanee, ma anche di riscoperta delle piccole gioie della vita; un viaggio per l’America dei giovani, dei vecchi, dei “neri” e delle “lesbiche”, in una realtà che porterà Earl a rivalutare le scelte del passato alla luce di ciò che gli rivela il presente.

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Ciò che stupisce maggiormente di The Mule è però la leggerezza, l’ironia, l’assenza di giudizi con cui Eastwood riesce a raccontare e mettere in scena tutto ciò che compone la parabola esistenziale di un uomo che amava e capiva i fiori più delle persone, e che al termine di questo road movie finirà invece per dimostrarsi il personaggio più carico di umanità: giunto alla consapevolezza che il tempo non è mai veramente alla mercè degli uomini, cercherà di redimersi e ricostruire un rapporto con la propria famiglia (la figlia Iris è interpretata proprio da Alison Eastwood, figlia dell’attore nella vita reale), e tenterà di impedire che altri commettano i suoi stessi errori, a partire dall’agente dell’FBI che gli dà caccia (Bradley Cooper), fino al nipote del capo del cartello (Ignacio Serricchio).

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Così Tata e spettatore capiranno l’importanza del guardarsi attorno, prima di partire alla disperata ricerca di un qualcosa che, forse, non siamo poi così disposti a trovare. O almeno, non a discapito di tutto il resto.

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Il Corriere – The Mule è distribuito da Warner Bros. Pictures, e sarà dal 7 Febbraio al cinema.

Laura Silvestri

 

Info


Titolo Originale: The Mule


Data di Uscita: 7 Febbraio 2019


Durata: 114'


Regia: Clint Eastwood



Con:


Clint Eastwood, Bradley Cooper,


Michael Peña, Taissa Farmiga,


Allison Eastwood, Dianne Wiest,


Laurence Fishburne, Andy Garcia


Distribuzione: Warner Bros.Pictures

American Horror Story : Apocalypse – Il Recap Di Stagione

Ogni anno si presenta la stessa story(a): le supposizioni sulle imminenti stagioni di American Horror Story diventano il passatempo preferito dei fan della serie TV.

Nel corso del tempo abbiamo assistito a sempre più crossover tra i personaggi, e finalmente Ryan Murphy e Brad Falchuck (creatori della serie, come anche di Glee, Scream Queens, American Crime Story, Feud, 9-1-1e Pose) hanno annunciato che l’ottava stagione sarà interamente incentrata sull’unione di due mondi: American Horror Story: Apocalypse è ufficialmente la collision fra Murder House e Coven (prima e terza stagione dell’antologia).

E noi di Time Stone Entertainment non potevamo lasciarci sfuggire questo ottavo capitolo.

Tenetevi forte perché questo è il nostro recap di:

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Tutto era cominciato in agosto, con la comparsa del teaser della stagione che mostrava un sorteggio compiuto da Wilhemina Venable (Sarah Paulson), accompagnato dalle parole: “Questa è la tua possibilità di essere uno dei pochi rimasti. Questa è la tua possibilità di sopravvivere. Ti troveremo presto.” 

Ecco che si è pensato immediatamente ad uno scenario simile a quello della mietitura in Hunger Games, e perciò ci si è domandatistiamo parlando di una stagione distopica?

Ad ogni modo, almeno inizialmente è sembrato che ci si stesse addentrando nel post-apocalisse: sulla Terra, ormai, si sono diffuse delle radiazioni che mutano i tratti somatici degli esseri viventi, ma chi ha potuto – meritevole o fortunato – si è già salvato.

Ma, a dire il vero, sin dalle prime puntate è parso ovvio che l’Apocalisse nucleare fosse solamente la cornice dell’intera vicenda. In realtà, nel corso dei dieci episodi, l’Apocalisse di cui si è trattato è stata prettamente di matrice religiosa: tutta la stagione, infatti, si è delineata sullo scontro fra il bene e il male.

 Il bene ha trovato i suoi emblemi nelle streghe dell’Accademia Miss Robichaux per ragazze eccezionali, diretta da Cordelia Goode (Sarah Paulson), la “Suprema”.

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 Zoe Benson (Taissa Farmiga), Madison Montgomery (Emma Roberts), Queenie (Gabourey Sidibe) Misty Day (Lily Rabe) e Myrtle Snow (Frances Conroy) sono state infatti le preziose alleate di Cordelia nella lotta contro il male supremo, incarnato da Michael Langdon (Cody Fern).

Nei vari episodi non ci si concentrerà tanto sul come una piccola porzione di umanità sia sopravvissuta al cataclisma nucleare, ma tramite numerosi flashback ci verrà svelata la sequela di eventi che hanno decretato l’ascesa del diabolico Michael e la decisione di Cordelia di volerlo eliminare.

Tutto ha inizio nella casa della prima stagione, Murder House, che vede il concepimento di Michael per intercessione di un’entità maligna (Satana?).

Il bambino verrà poi affidato alle cure di Constance Langdon (Jessica Lange), sua nonna.

Stando ai racconti presenti nella già stagione d’esordio, Michael si dimostra diabolico sin dalla tenera età. Sarà poi nel sesto episodio di Apocalypse (diretto da Sarah Paulson) che il bimbo, dopo aver spinto al suicidio la stessa Constance, si unirà alla Chiesa di Satana, apprendendo di avere dei poteri speciali, simili a quelli della Suprema, se non con la differenza di essere finalizzati al puro male.

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Verso la conclusione di Coven, si assiste alla morte delle streghe Myrtle, Nan (Jamie Brewer) e Madison, in più, nella quinta stagione (Hotel) Queenie rimane vittima del famigerato Mr. March (Evan Peters), proprietario dell’hotel Cortez.

Le streghe verranno resuscitate una ad una in Apocalypse andando a costituire il potente esercito di Cordelia, al quale si aggiungeranno Mallory (Billie Lourd), una strega che spesso ci ha dato il sentore di essere la futura Suprema in ascesa, Bubbles McGee (Joan Collins), vecchia star del cinema, e la ricca e viziatissima Coco St. Pierre Vanderbilt (Leslie Grossman), strega con dei bizzarri poteri: indovinare la percentuale di glutine e le calorie presenti nel cibo (in seguito si scoprirà essere anche in grado di percepire le situazioni di pericolo).

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Michael Langdon dalla sua avrà un esercito di stregoni appartenenti all’Hawthorne Academy per ragazzi eccezionali, ma questi verranno pian piano eliminati da Cordelia. Un’altra sua preziosa alleata sarà poi Miriam Mead (Katy Bates), l’androide creato ad immagine e somiglianza della donna che lo ha adottato dopo il suo allontanamento dalla casa di Murder House.

Questa, vivrà per un periodo all’interno dell’Avamposto 3, un tetro bunker gestito da Wilhemina Venable (Sarah Paulson) finalizzato alla sopravvivenza di pochi eletti alla catastrofe nucleare.

Michael si introdurrà all’interno di questo profetizzando: “Mi è stato assegnato il compito di valutare chi di voi merita di sopravvivere. Posso portarvi via tutti. Oppure nessuno.”.

Ciò che sapremo riguardo questa selezione è che Venable non è tra i fortunati “prescelti” a causa di una forma di scoliosi.

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Le nove puntate che precedono quella conclusiva sono una corsa contro il tempo per fermare l’Anticristo. Le streghe tenteranno di sventare dei complotti contro di loro, punendo i cospiratori con la messa al rogo, e scenderanno a patti con alcune entità: uno su tutti Papa Legba (Lance Reddick), il Loa haitiano già incontrato in Coven, beneficiando – in questo caso – di Dinah Stevens (Adina Porter), un’intermediaria doppiogiochista, che venderà poi l’anima a Satana per il mero successo in TV.

La domanda finale è sempre quella: chi vincerà tra bene e male?

Rimanete con noi, perché a breve arriverà la recensione del finale di stagione: Apocalypse Then.

Lucrezia Roviello