Giffoni 55, Tim Burton presenta la nuova stagione di Mercoledì e incanta il festival

Tim Burton arriva a Giffoni per presentare la seconda stagione di Mercoledì e parlare a cuore aperto con i ragazzi.

È il 25 luglio 2025, fuori ci sono 36 gradi, e la cittadella è gremita di gente, ma non importa, perché l’ospite più atteso di questa cinquantacinquesima edizioni del Giffoni Film Festival è arrivato: Tim Burton.

Adoro il personaggio di Mercoledì. È una persona bella, forte, e ho voluto fare la serie per questo, perché ogni cosa che sente, che pensa, che vuole, la famiglia, la vita, la scuola… Concordo con tutto. La adoro, e spero possiate vedere molto di più di lei con la nuova stagione, molto di più della sua forza in quanto essere umano. Sperò vi piaccia!” esordisce il regista, in una sala colma di ragazzi dagli sguardi sognanti e con indosso le maschere di Mercoledì.

Quando lessi per la prima volta [la sceneggiatura] pensai fosse scritta per me. Sono un uomo adulto, ma mi sono sentito come un’adolescente Mercoledì, mi sono sentito come lei. Ho pensato ci fossero molte somiglianze con il modo in cui mi sentivo da giovane, e in cui continuo a sentirmi tutt’ora. Ha una personalità così forte e così individualistica. E in qualità di regista, è ciò che hai bisogno di essere: una persona a sé, una voce a sé. E devi continuare così” aggiunge poi, rispondendo alle domande del pubblico.

E rivela: “La Nevermore Academy è una scuola per outcast, ma Jenna e io condividiamo lo stesso odio per la scuola. Io odiavo davvero la scuola! Per questo motivo mi piace l’idea di una scuola per outcast. E Mercoledì è addirittura un’outcast tra gli outcast!”.

Ma cosa direbbe un regista di successo come lui al suo più giovane se stesso? “Non mi direi nulla, perché non sono granché nel comunicare!“.

E infatti, Burton continua a ripetere: “Mi sento molto fortunato. Mi è sempre piaciuto disegnare e creare cose, per questo dico sempre a tutti ‘Cosa ti piace fare? Se ti appassiona, fallo e basta’. E poi… Speri per il meglio! Ma penso che l’elemento chiave sia quello, la passione“.

E a proposito di passione, i ragazzi sono davvero curiosi di scoprire di più sull’artista in sala, idolo di generazioni. Così qualcuno indaga sulla sua opera preferita tra quelle da lui dirette… “Forse Vincent, il primo cortometraggio che ho girato, è il mio preferito. Perché quello che ha dato inizio a tutto. Non guardo spesso i miei film, in realtà, ma realizzarli, lo trovo magnifico. E quella è la mia parte preferita: non guardarli, ma farli“.

Alcuni non possono fare a meno di chiedere quacosa su uno dei collaboratori più celebri di Burton, Johnny Depp, e su come il filmmaker ebbe l’idea di ingaggiarlo per Edward Mani di Forbice: “La prima volta che decisi di ingaggiare Johnny Depp lo feci perché era come un attore dei film muti. Aveva questa immagine da teen star, ma non era davvero così. Era una persona molto diversa, in realtà. Si avvicinava moltissimo a quel personaggio, era qualcuno che veniva percepito in maniera diversa da ciò che era. Per cui per me fu perfetto per il ruolo di Edward Mani di Forbice“.

Mentre per quel che riguarda Lady Gaga, che vedremo nella seconda stagione di Mercoledì, ci dice: “Lady Gaga è un’artista straordinaria. Con lei ho girato Mercoledì, ma anche altro. È un’artista in grado di ispirare gli altri. Per cui sento una forte connessione con lei. E per me, è entusiasmante lavorare con un’artista che rispetto e ammiro. Non sono un musicista né una persona di musica, ma la ritengo una vera artista“.

Ma come ci si sente a essere una voce così distinta e distinguibile in un mondo dominato dai social? “Mi sento molto fortunato ad essere cresciuto in un ambiente diverso, precedente alla nascita dei social. Se fossi giovane ora, se mi toccasse crescere in questa era, non so se sopravvivrei a lungo. E infatti mi spiace molto per chi deve crescere in un mondo in cui sono i social media a farla da padrona. Per questo trovo sia importante far cose, creare cose, e non solo stare sui social” ammette. E aggiunge uno spassionato consiglio: “Quando vado sui social e leggo i commenti su di me, mi viene voglia di ammazzarmi. Le persone sono orribili! Non leggeteli mai!“.

Sono cresciuto guardando film, e amo così tanti registi. Ma da artista, posso essere ispirato da tante cose diverse” racconta “La gente mi chiede come ho fatto a diventare regista, ma non lo so nemmeno io! È un percorso così strano. Ho realizzato qualche cortometraggio, che poi è stato visto da gente… Ma ho solo iniziato a fare cose, non ho mai detto ‘Ok, da grande voglio fare questo’. Di nuovo, è stato molto bizzarro, e mi sento molto fortunato. Ma il mio consiglio è quello di capire qual è la vostra passione e iniziare a fare, e di fare del vostro meglio“.

E, prima di essere premiato da Claudio Gubitosi, conclude l’incontro con i ragazzi dicendo “ho sempre cercato di restare fedele a me stesso e a ciò che sentivo dentro. Bisogna seguire il proprio cuore e fare tutto quello che si può per realizzare qualcosa che abbia significato per noi“.

La seconda stagione di Mercoledì approderà il 6 agosto su Netflix con la prima parte, mentre per la seconda parte dovremo attendere il 3 settembre.

Foto e articolo di Laura Silvestri

Citadel – Recensione e Incontro Stampa: Le Spie di Prime Video Invadono Roma

I produttori e il cast di Citadel hanno reso la città Eterna il loro luogo di ritrovo per un evento di portata globale: la nuova spy series di Prime Video è stata presentata in anteprima a Roma. Leggete il nostro rapporto della missione per sapere come è andata!

Rapporto missione Citadel. Roma, 21 aprile. Il cast e i produttori della nuova serie tv di Prime si recano in piazza della Repubblica. Ad attenderli una folla composta da addetti stampa, fotografi e studenti. La città è in fermento. Di seguito, quanto accaduto.

Niente CIA, niente FBI. Pesci troppo piccoli, “squadrette di serie B”, come fa notare anche l’agente Nadia Sinh interpretata da Priyanka Chopra Jonas. Qui, al centro di tutto, è Citadel, l’agenzia indipendente di spionaggio internazionale più rispettata e temuta, almeno da coloro che credono alla sua esistenza. Ma cos’è una leggenda se non una fiaba per della buonanotte per alcuni, un mito da sfatare per altri, e un obiettivo da annientare per chi, come l’organizzazione nota con il nome di Manticore, punta al predominio globale assoluto?

Queste le premesse della nuova serie TV in arrivo il 28 aprile su Prime Video, che vede tra le menti creative che vi hanno lavorato i registi del MCU Anthony e Joe Russo, la produttrice Angela Russo-Ostat e il produttore esecutivo David Weil, tutti presenti in sala durante la proiezione dei primi due episodi, assieme ai membri del cast principale Richard Madden, Stanley Tucci e Priyanka Chopra Jonas, in occasione dell’anteprima italiana dello show.

L’aspetto più interessante di Citadel risiede senz’altro nel concept stesso della serie, l’idea di un universo televisivo che partirà dalla serie madre, per poi espandersi con svariati spin-off inerenti a differenti location (sono già in sviluppo quello italiano, con Matilda De Angelis, e quello indiano). “Stiamo costruendo una comunità di storie e storyteller in tutto il mondo per raccontare un’unica grande storia” spiega Joe Russo, che in compagnia del fratello Anthony, hanno già avuto il difficile compito di sviluppare universi narrativi di incredibile portata.

E allora ecco che vediamo gettarne le basi fin dai primi, esplosivi minuti del primo episodio, in cui ci vengono presentati Mason Kane (Richard Madden) e Nadia Sinh (Pryianka Chopra Jonas), affiatata coppia di spie guidata da Bernard Orlick (uno Stanley Tucci che è sempre una garanzia), che tuttavia si ritroverà nei guai assieme all’intera organizzazione quando una missione apparentemente di routine innesca la loro disfatta e lo scioglimento forzato di Citadel… Almeno fino a 8 anni dopo, quando Mason, privo di memoria, ricompare sui radar amici e nemici.

Senza spoilerarvi troppo di ciò che vedrete sullo schermo, tra valigette da trovare, ricordi da recuperare e minacce da sventare, possiamo dirvi che non vi troverete certo di fronte il più originale dei prodotti di genere, anzi, tra omaggi voluti o meno, la natura di Citadel è piuttosto derivativa dei grandi titoli del passato e del presente, – da Bourne a Bond -. Non è dunque un’unicità di contenuto che va ricercata in questo show, quanto ciò che più può portarvi a seguire passo passo le avventure dei suoi protagonisti.

Tra le motivazioni principali, possiamo offrirvene noi un paio: la prima è senz’altro il cast dello show, che si prende gran parte del merito di un suo eventuale successo, e anche in caso di flop sarà comunque visto come una delle sue “saving grace“. Dopotutto, ciò che sanno fare meglio queste spie, oltre a darle di santa ragione (le scene d’azione non deludono, pur non facendo balzare lo spettatore dalla sedia) è interagire tra loro. Il trio Madden-Chopra-Tucci viene consolidato fin da subito – anche se Tucci è lì a guidarli da remoto per la maggior parte del tempo – e soprattutto le battute di quest’ultimo e come vengono eseguite contribuiscono ad elevare il livello d’intrattenimento.

La chimica tra le due spie di punta di Citadel è palpabile, anche se come coppia meritavano probabilmente un’origin story meno frettolosa (ma non è detto che non venga ampliata nei successivi episodi). È comunque chiaro come il loro rapporto sia alla base della storia, e c’è ancora tanto da scoprire al riguardo (Nadia sembra avere parecchio da nascondere, ma anche Mason può riservare ulteriori sorprese). E, tornando al discorso delle interpretazioni, le star di Quantico e di Game of Thrones sono più che azzeccate nei rispettivi ruoli. Madden, ad esempio, sembra avere tanto da dire in un ruolo che gli permette di dare prova di tutta la sua abilità attoriale: “Mason è questa spia incredibilmente figa, ma poi vediamo un lato totalmente diverso di lui. La sua memoria viene cancellata, e ci troviamo di fronte un uomo normale, con cui l’audience dovrà partire per un viaggio senza precedenti. Il pubblico vedrà attraverso i suoi occhi quello che è il mondo di Citadel, e scoprirà molto di più su di lui, Nadia e tutti gli altri giocatori in campo” anticipa l’attore.

Incuriosiscono, poi, i legami tra i vari personaggi; funziona il trope già collaudato della “spia tra le spie”, che vedremo dipanarsi nel corso dello show, e in generale vengono applicati tanti di quei cliché di genere – alcuni necessari e anche ben congegnati, altri meno – che si avrà sempre l’impressione di avere a che fare con qualcosa di familiare, anche quando Citadel prende una propria strada. Se questo, però, può essere visto come un bonus o un malus, sarà lo spettatore che dovrà deciderlo.

Tra gli appunti che potremmo fare a Citadel, almeno per quanto riguarda i primi episodi, il più pressante riguarda probabilmente il pacing: un ritmo così frenetico non giova alla narrazione, e soprattutto alla costruzione dei dialoghi, che spesso si riducono a dei botta e risposta ad effetto tra i personaggi per sostituire un’esposizione a tratti un po’ confusionaria, a tratti un po’ troppo “on the nose“. Ok che le spie vanno di fretta, ma non è sempre un bene rispecchiare questa caratteristica anche nel modo di raccontare la loro storia.

Detto ciò, resta da vedere come proseguirà lo show per poter giudicare al meglio. Non sappiamo come verranno sfruttate ambientazioni e tempistiche nei restanti episodi (ad esempio, si potrebbe argomentare che passiamo davvero poco tempo nelle varie location, ma probabilmente sarà a discrezione dei prossimi episodi e degli spin-off ampliare tutto in tal senso), né quanto verranno approfonditi i vari personaggi e le loro backstory (tuttavia, dovrà giocoforza essere un “di molto” la risposta a questa domanda), per cui allacciate le cinture, perché le spie di Citadel (e la sinistra Manticore) sono in agguato!

I primi episodi di Citadel saranno disponibili su Prime Video a partire dal 28 aprile, con un nuovo episodio in uscita ogni venerdì fino al 26 maggio.

Laura Silvestri

Info

Titolo: Citadel

Durata: 6 episodi

Data D'Uscita: 28 aprile 2023

Regia: Newton Thomas Sigel, Jessica Yu, 

Con: 

Richard Madden, Priyanka Chopra Jonas, Stanley Tucci

Distribuzione: Prime Video

Materiali Stampa: Prime Video, Laura Silvestri

Quelle Brave Ragazze – Mara Maionchi, Sandra Milo e Orietta Berti arrivano su Sky

Mara Maionchi, Sandra Milo e Orietta Berti sono le protagoniste del nuovo, imperdibile unscripted original di SKY, Quelle Brave Ragazze.

Sky Uno (o Now), 19 maggio 2022, ore 21:15.

Segnate ora e luogo.

Riuscirete a resistere alla tentazione di unirvi alla vacanza on the road di Mara Maionchi, Sandra Milo e Orietta Berti? Noi crediamo di no! Ma facciamo un passo per volta…

Il nuovo unscripted original targato Sky condurrà i suoi spettatori alla volta della Spagna in compagnia della trinità laica sopracitata, chiamata a svolgere una serie di missioni e a incontrare personaggi decisamente bizzarri. Obiettivo? Vivere una indimenticabile avventura tra amiche, sopravvivere a situazioni imprevedibili e trarre il massimo dalla condivisione.

Qualche giorno fa, il Teatro Gerolamo di Milano è stato la sede della presentazione alla stampa di Quelle brave ragazze, show nato da un’idea di Mara Maionchi e presentato insieme a Sandra Milo, Orietta Berti, Antonella D’Errico (Executive VP Sky Italia) e Ilaria Dallatana (CEO di Blue Yazmine). In modo particolare, la D’Errico ha sottolineato l’estrema importanza di un format del genere e ha dichiarato: “Ha come protagoniste tre donne che considero pioniere dell’innovazione, della creazione e della femminilità. È un progetto ricco di personalità, emozioni e insegnamenti“.

Sebbene sia stata mostrata una sola puntata dello show, è già possibile “intravedere” il suo sviluppo e leggere alcuni dei temi ricorrenti. A proposito dello strano formato di Quelle brave ragazze, il CEO di Blue Yazmine ha raccontato: “Questo prodotto è molto interessante perché corrisponde all’area dell’artigianato di qualità. Non c’è un formato all’origine: c’è un’idea, una costruzione, degli snodi di meccanismo poco invadenti che costruiscono la storia; una storia che prende forma dal viaggio in sé. Quello che domina il programma è il racconto: l’alternanza di momenti di viaggio e azione a momenti di stasi e ascolto. Sono tre donne dalla diversa femminilità ed è per questo motivo che ogni spettatrice può identificarsi in ognuna di loro“.

Durante il primo episodio dello show, Mara Maionchi, Sandra Milo e Orietta Berti interagiscono tra loro: è proprio il loro rapporto a donare a Quelle brave ragazze una ventata di autenticità di cui ogni format del genere dovrebbe essere dotato. Libere di esporsi come se non avessero una macchina da presa addosso, le tre donne raccontano il loro punto di vista sulla vita, l’amore, il lavoro, la famiglia e tanto altro ancora. Consapevoli dei loro limiti da sfidare e superare, le protagoniste devono oltrepassare ostacoli e portare a termine alcune missioni – che, a quanto pare, diverranno sempre più ingarbugliate e complesse nel corso dei cinque episodi successivi!

Intervenute nel corso della conferenza stampa di presentazione dello show, Maionchi, Milo e Berti hanno raccontato la loro esperienza. La prima ha dichiarato: “Si tratta di un viaggio di conoscenza della Spagna ma anche di piacere. Ho pensato fosse un’idea divertente. Da giovane mi piaceva tantissimo viaggiare. Farlo a quest’età sarebbe potuto risultare divertente!“. La seconda, invece, ha raccontato: “A qualsiasi età si può sempre ricominciare. Il nostro è stato un viaggio alla ricerca di un tempo nuovo che appartiene a tutte le donne“. Infine, l’ultima ha detto: “Ho sempre viaggiato con qualcuno della mia famiglia. Qua, invece, è stato bello avere una mia autonomia. La notte dormivo poco e lavavo tutto, anche le scarpe. Le altre un po’ se la prendevano“.

Durante i sei episodi dello show, Mara, Sandra e Orietta si sposteranno a bordo di un furgoncino che le porterà a Madrid, Siviglia, Granada, Valencia e nel Deserto di Tabernas. A partire dal 19 maggio sarà possibile guardare Quelle brave ragazze su Sky Uno oppure in streaming su Now.

E voi, siete pronti a intraprendere questo viaggio in compagnia di tre dei volti più amati dello showbiz italiano?

Matteo Marescalco

Info

Titolo: Quelle Brave Ragazze 

Durata: 6 episodi

Data D'Uscita: 19 maggio 2022

Regia: Riccardo Valotti

Con: 

Mara Maionchi, Sandra Milo, Orietta Berti

Distribuzione: Sky

Materiali Stampa: Sky, Ciak

Diavoli 2 – Recensione e Incontro Stampa: Alessandro Borghi e Patrick Dempsey tornano su Sky

Durante uno dei periodi più peculiari della recente storia globale, su Sky Atlantic arriva la seconda stagione di Diavoli, un financial drama con un cast d’eccezione guidato da Alessandro Borghi e Patrick Dempsey che racconta il peso sempre maggiore di finanza ed economia in ottica mondiale.

Quante vite ci sono costate il fallimento della Lehman Brothers o l’andamento degli spread? Quanto contano le esigenze della popolazione rispetto agli interessi dei pochi che gestiscono la maggioranza delle ricchezze globali? A partire da questo scenario di squali e predatori, Diavoli ci offre il punto di vista di Massimo Ruggero (Alessandro Borghi) e Dominic Morgan (Patrick Dempsey).

Il primo è un uomo che, dopo essere partito dal basso ed essersi trasferito a Londra in giovane età, è diventato uno degli head of trading di maggiore talento della New York-London Investment Bank, tra i principali istituti di investimento al mondo. Geniale, spregiudicato e affascinante, Massimo ha dovuto sacrificare buona parte della sua vita (inclusa l’ex moglie Carrie) per poter raggiungere la vetta. Il controcampo è occupato dal secondo personaggio, l’amministratore delegato della NYL, un americano di buona famiglia e maniaco del controllo; è stato proprio Morgan a individuare per primo l’enorme talento di Ruggero e a porlo sotto la sua ala protettrice, diventandone il mentore e, in un certo senso, una figura paterna.

Una serie di complicazioni progressive, però, rendono consapevole Massimo di essersi cacciato in un brutto guaio. Finito al centro di una guerra finanziaria globale, il ragazzo deve scegliere se combattere i diavoli oppure unirsi a loro.

Dopo una prima stagione da 10 episodi in grado di costruire una progressione narrativa capace di conciliare universale e particolare, guerre finanziarie e drammi umani privati, Sky si accinge a distribuire la seconda stagione di Diavoli, che riprende i personaggi principali laddove li avevamo lasciati al termine della prima stagione. Tratti dal romanzo di Guido Maria Brera, gli episodi di due anni fa si immergevano nella realtà a partire dal setting di una Londra frenetica e, allo stesso tempo, asettica. Ad aver sostituito la crisi argentina del 2001 e lo scoppio dei subprime del 2008 ci pensa la pandemia di Covid-19: è in questo scenario che si apre il primo episodio della seconda stagione di Diavoli.

Dopo un flashforward ambientato in piena pandemia, il primo episodio di Diavoli riprende le fila del discorso con grande naturalezza. Siamo nel 2016, la Brexit è alle porte e Donald Trump lotta con Hillary Clinton per diventare il nuovo Presidente degli Stati Uniti. È trascorso un po’ di tempo da quando Massimo è riuscito a sventare il piano di Dominic Morgan contro l’euro e, nonostante una crisi personale, ha scelto di rimanere a far parte dell’NYL in qualità di CEO. Sempre più messo in discussione dal board, Massimo ha deciso di far entrare un fondo di investitori filocinesi nell’ambito di una politica di nuove acquisizioni. Il suo vecchio mentore, però, lo contatta e lo avverte: l’obiettivo dei cinesi è quello di mettersi contro gli USA a suon di guerra dei dati. Tra bitcoin, 5G e pandemia, Massimo deve scegliere da che parte stare per affrontare questa potenziale crisi globale che potrebbe scaturirne. Cosa accadrà? Per il momento, non è dato rispondere a questo quesito.

Sappiate soltanto che, ancora una volta, Sky e Lux Vide hanno raggiunto un risultato straordinario dal respiro totalmente internazionale. Il primo episodio della seconda stagione di Diavoli riesce a catturare gli spettatori costruendo una narrazione magnetica capace di appassionare e destare attenzione nonostante il campo che fa da sfondo (la finanza e l’economia) possa risultare ostico. Merito del fatto che al centro del racconto ci siano esseri umani con i loro conflitti (universali). La pandemia ha costretto le economie globali alla recessione e il futuro sembra tutto da scrivere e rinnovare. In che modo questa situazione infausta è stata rimediata da una serie che ha come obiettivo quello di raccontare il presente (nel bel mezzo della tempesta)? Per scoprirlo, non resta altro da fare che sintonizzarsi su Sky Atlantic o NOW a partire dal 22 aprile prossimo, ma nel frattempo diamo un’occhiata a ciò che hanno avuto da dire in merito il cast e la produzione di Diavoli.

Qualche giorno fa, infatti, i due interpreti principali della serie – Alessandro Borghi e Patrick Dempsey – sono stati ospiti del The Space Cinema Odeon di Milano per presentare lo show alla stampa. Oltre ai due protagonisti, erano presenti anche Clara Rosager, Guido Maria Brera, Nick Hurran e Jan Maria Michelini.

Durante la conferenza stampa Luca Bernabei (amministratore delegato di Lux Vide) ha ufficializzato la messa in cantiere di almeno un’altra stagione della serie, pronta a premediare nuove svolte globali in campo economico e finanziario. Alessandro Borghi, invece, ha parlato del personaggio di Massimo Ruggeri e ha preannunciato la sua evoluzione e il cambiamento da diavolo a essere umano, soprattutto a seguito degli avvenimenti che lo hanno sconvolto nel corso della prima stagione.

Il regista Jan Maria Michelini ha poi aggiunto: “Ancora una volta è fondamentale il tema della paternità. Oltre al rapporto con Massimo, Dominic scoprirà un nuovo genio della matematica che assolderà nel suo team. Nel frattempo, il suo conflitto con Massimo continuerà a essere aperto”.

A proposito della situazione globale, della scontro tra Ucraina e Russia e della capacità della serie di rimediare (o, addirittura, premediare) la realtà, è stato invece Guido Maria Brera ad esprimersi: “Oggi la diplomazia ha fallito ed è arrivata la guerra. Con la guerra, è arrivata la finanza, trasformata in uno strumento di guerra. In sé, è uno strumento né cattivo né buono. Diciamo che è neutro e che dipende dall’uso che se ne fa. Può essere uno strumento di progresso e regresso”.

Infine, oltre ad aver invitato le persone a informarsi da chi ne sa più di loro e a diffidare dalle fake news, Alessandro Borghi ha sentenziato: “Credo che Diavoli sia una serie in cui il confine tra bene e male è estremamente sfumato. C’è un continuo scambio di equilibri. Diavoli è una serie che parla di responsabilità della scelta applicata alla gestione del potere e alle dinamiche interiori”.

E voi, siete pronti a scopre gli intrighi e i segreti che muovono le fila del mondo? La seconda stagione di Diavoli sarà disponibile su Sky Atlantic e in video on demand su NOW a partire dal prossimo 22 aprile.

Matteo Marescalco

Info

Titolo Originale: Diavoli 

Durata: 8 episodi

Data D'Uscita: 22 aprile 2022

Regia: Nick Hurran e Jan Maria Michelini

Con: 

Alessandro Borghi, Patrick Dempsey,
Clara Rosager, Anna Sofia Martins

Distribuzione: Sky

Materiali Stampa: Sky

Omicidio a Easttown – Il Murder Mystery con Kate Winslet in arrivo su Sky

Easttown è una tranquilla cittadina della Pennsylvania, dove raramente accade qualcosa al di fuori dall’ordinario… O forse no? Kate Winslet è Mare Sheehan, la detective locale che dovrà risolvere il mistero dietro un violento omicidio, e far fronte a ciò che verrà fuori dal vaso di Pandora che sembra essersi aperto con esso.

Il 9 giugno su Sky e NOW arriverà una nuova miniserie prodotta da HBO, Omicidio a Easttown, che vede come interprete e produttrice l’attrice Premio Oscar Kate Winslet, alla quale si uniscono, tra gli altri, Guy Pearce (che torna a collaborare con Winslet dopo un’altra minerie di HBO, Mildred Pierce), Evan Peters (American Horror Story), Angourie Rice (Spider-Man: Far From Home), Jean Smart (24) e Julianne Nicholson (Black Mass).

Composta da 7 episodi, la miniserie è sostanzialmente un Murder Mystery di quelli che si prende tutto il tempo necessario per far entrare lo spettatore nella mentalità e nelle vite degli abitanti della apparentemente idillica cittadina, uno di quei paesini d’America in cui una reunion sportiva del liceo è una notizia da prima pagina, ma che in realtà nasconde molti più segreti di quel che si possa pensare.

Ma non siamo a Wisteria Lane, e sebbene non manchino momenti dedicati allo humor, per meglio bilanciare i temi più profondi della serie, siamo un po’ più lontani da Desperate Housewives e un po’ più vicini a Defending Jacob.

E se, come naturale che sia, è il caso di omicidio che sconvolgerà la comunità di Easttown a mettere in moto la serie di eventi che si susseguiranno sullo schermo, è presto rivelato che le famiglie con cui iniziamo ad avere maggior confidenza come pubblico celano tutte ferite più profonde e con più estese ramificazioni sugli eventi presenti di quanto ci si potesse aspettare.

Così il regista Craig Zobel (The Hunt) e lo showrunner, sceneggiatore e produttore Brad Ingelsby (Tornare a Vincere) riescono a dare vita in maniera dettagliata ed efficace alla realtà della piccola città, a volte confortevole, a volte soffocante, e declinare corentemente e appropriatamente al contesto temi universali ma anche estremamente intimistici come la ricerca d’identità, il riconoscimento e l’accettazione dei propri errori e l’elaborazione del doloree, dei traumi e del lutto.

Per la riuscita di una tale operazione però sono necessarie alcune condizioni basilari, che nel caso di Omicidio a Easttown possiamo dire che vengano rispettate con tanto rigore quanto stile personale: la qualità della recitazione è difficilmente messa in dubbio anche senza aver visto tutti gli episodi, anzi, è data abbastanza per scontata considerata la presenza di attori come quelli sopra elencati, a partire dalla stessa Winslet, che riesce a dare uno spessore e un’accessibilità davvero impressionanti a un personaggio che tanto fatica a mostrare la propria vulnerabilità come quello di Mare; il mistero principale, che si ricollega poi ad altri avvenimenti di significato apparentemente minimo al problema del momento, è strutturato in modo tale da tenere sempre alta l’attenzione dello spettatore, facendogli credere di aver trovato risposte che invece si riveleranno tutt’altro che corrette nella loro singolarità, ma che saranno comunque essenziali per arrivare alla verità; e anche se a volte si può credere che lo show pecchi di un procedere forse troppo lento, basta guardare a quanti eventi vengono mostrati in un singolo episodio, quanti elementi pregnanti alla narrazione vengono se non rivelati, almeno anticipati, e osservare le modalità con cui ogni ora di racconto ha inizio e si conclude per rendersi conto che la forma rispecchia esattamente il contenuto, e che non potrebbe esserci stile più adatto per portare in tv non solo Mare, ma tutta Easttown.

Omicidio a Easttown arriverà su Sky e NOW mercoledì 9 giugno alle ore 21.15.

Laura Silvestri

Info

Titolo Originale: Mare of Easttown 

Durata: 7 appuntamenti

Data D'Uscita: 9 giugno 2021

Regia: Craig Zobel

Con: 

Kate Winslet, Evan Peters, 
Guy Pearce, Jean Smart, 
Angourie Rice, Julianne Nichols

Distribuzione: Sky

Materiali Stampa: Sky

Speravo De Morì Prima – La nuova serie Sky su Francesco Totti

Un inedito Francesco Totti interpretato da Pietro Castellitto è protagonista della dramedy Sky in sei episodi che esplora la sua vita professionale e privata nei mesi precedenti al suo commovente addio al calcio.

Non ci sono colori né squadre quando si tratta di riconoscere il talento, la lealtà e l’impegno di un giocatore che nella vita ha dato tutto e anche di più allo sport a cui si è dedicato; che per anni ha portato con orgoglio e determinazione un solo stemma cucito sul petto; che ha sempre avuto una forma precisa impressa nel cuore: quella di un pallone.

Per questo la nuova serie Sky Speravo de morì prima è un’occasione senza precedenti (ma speriamo non unica nel suo genere da qui in avanti) per andare oltre il tifo, oltre le simpatie personali per questa o quella squadra che non è quella del proprio cuore, e provare a guardare da una diversa prospettiva una delle leggende del calcio italiano, l’ex-Capitano della Roma Francesco Totti.

In una commistione di epica e leggerezza, adottando un tono pop e un genere decisamente inaspettato per un simile titolo – quello della dramedy – l’appuntamento in sei parti che debutterà il 19 marzo su Sky e NOW ci offre uno sguardo nella vita privata e professionale di Francesco, l’uomo dietro a “Er Pupone“, o meglio ancora, l’uomo e il personaggio, perché in uno vi è il tutto, senza l’uno non può esservi l’altro.

Ecco allora che sotto l’indovinata e ispirata direzione di Luca Ribuoli, e grazie ai memorabili dialoghi e all’impostazione della sceneggiatura di Stefano Bises, Michele Astori e Maurizio Careddu, un cast pieno di talento come quello composto, tra gli altri, da Pietro CastellittoGreta ScaranoGian Marco TognazziMonica GuerritoreGiorgio Colangeli ci facilita davvero l’immersione in un’avventura televisiva appassionante e coinvolgente.

In Speravo de morì prima è sì al centro di tutto la figura di Totti, ma viene evidenziata fin da subito l’importanza dei rapporti interpersonali dell’uomo e del giocatore, a partire dalla moglie Hilary (Scarano) e i genitori Fiorella (Guerritore) e Enzo (Colangeli), passando poi per il resto della famiglia, gli amici di sempre, e ovviamente i suoi colleghi e compagna di squadra – grande importanza avranno in particolare nei primi episodi le figure di Antonio Cassano (Gabriel Montesi) e dell’allenatore Luciano Spalletti (Tognazzi) – in quella che è stata, come ha ribadito anche il regista in sede di conferenza stampa nel maestoso Stadio Olimpico di Roma la volontà di mostrare “Qualcosa oltre al campo“, di “scommettere sulla vita privata dell’atleta” tanto quanto quella sportiva, creando “la sintesi ideale“.

Solo così la storia di un mito vivente può farsi comune nel senso di universale, vicina allo spettatore, e per questo perfettamente godibile da ogni tipo di pubblico. Perché tutti conosciamo una mamma come Fiorella o un papà come Enzo; tutti, prima o poi, abbiamo avuto a che fare con dei problemi se non simili nel modo di manifestarsi o nella portata, di certo somiglianti nella natura a quelli che anche uno come Francesco Totti possa avere; perché anche noi possiamo esserci trovati di fronte a un’equazione – reale o figurata che sia – che non sapevamo risolvere, e abbiamo agito probabilmente alla stessa maniera di come ha fatto il Capitano della Roma quando si è trovanti il muro da scavalcare per tornare in carreggiata.

E quando arriverà il momento dell’addio alle scene, al campo, alla squadra e al pallone… Beh, per quello magari aspettiamo di vedere come finisce la serie prima di dire qualcosa. Anche se questa è basata sul libro Un capitano di Francesco TottiPaolo Condò; anche se questa si ispira ai fatti realmente accaduti il cui esito abbiamo ancora bene a mente. E come potremmo, d’altronde, dimenticarlo.

Il primo appuntamento con Speravo de morì prima sarà venerdì 19 marzo alle 21.15 su Sky Atlantic e in streaming su NOW (e disponibile anche on demand).

Laura Silvestri

Info

Titolo: Speravo de morì prima

Durata: 6 appuntamenti

Data D'Uscita: 19 marzo 2021

Regia: Luca Ribuoli

Con: 

Pietro Castellitto, Greta Scarano, 
Gian Marco Tognazzi, Monica Guerritore,
Giorgio Colangeli 

Distribuzione: Sky

Materiali Stampa: Sky

We Are Who We Are – La Conferenza Stampa della serie Sky

Ogni parola ha un significato

Dal 9 ottobre in esclusiva su Sky e in streaming su NOW TV arriverà in Italia We Are Who We Are, la serie tv scritta, prodotta e diretta da Luca Guadagnino, e frutto di una produzione tra Sky e il network americano HBO.

Lo show composto da 8 episodi segue le vicende di un gruppo di ragazzi americani che vive, assieme alle loro famiglie, in una base militare appena fuori Venezia. La loro storia viene raccontata mostrandoci amicizie, amori, sfide personali e lotte d’identità, conflitti con l’altro e con sé stessi, in quello che è un tentativo di portare sullo schermo un microcosmo dalle “caratteristiche che possono essere declinate in sensi universali“, per dirla con le parole utilizzate dallo stesso Guadagnino durante la conferenza stampa della serie.

Così l’Italia viene nuovamente elevata ad ambientazione chiave nell’opera del regista di Call Me By Your Name, “riflettendo o ignorando ciò che sta accadendo a ogni personaggio“, spiega Guadagnino, il cui obiettivo è quello di “quadrare bene la rappresentazione realistica, pur lasciando grande libertà agli interpreti di capire da soli i propri personaggi, in modo da farli emergere completamente” racconta invece Jack Dylan Grazer, protagonista della serie.

We Are Who We Are, d’altronde, può contare su un ensemble davvero ricco e variegato, con incredibili personalità sullo schermo, come a telecamere spente. Nel cast troviamo infatti, oltre a Grazer (interprete di Fraser), anche Chloë Sevigny (Sarah), Alice Braga (Maggie), Tom Mercier (Jonathan), Francesca Scorsese (Britney), Jordan Kristine Seamón (Caitlin), Spence Moore II (Danny), Faith Alabi (Jenny), Scott Mescudi (Richard), Corey Knight (Craig) e Ben Taylor (Sam), assieme a Sebastiano Pigazzi (Enrico) e Beatrice Barichella (Valentina) – più un piccolo cameo del tutto non programmato di Timothée Chalamet, e non solo -, scelti con la supervisione della casting director Carmen Cuba (la stessa che si è occupata di scegliere gli interpreti di Stranger Things, The Martian, Magic Mike e Mrs. America, per intenderci).

Il nostro compito, il nostro desiderio, non era solo quello di avere un gruppo di attori straordinari, ma contemporaneamente un gruppo di presenze non banali” elabora GuadagninoPer me il segreto è capire se mi sono innamorato delle persone con cui sto lavorando. E devo dire che sono poliamoroso, perché li amo tutti: ci sono degli interpreti che ho scoperto come Jordan, Francesca, Spencer; che ho incontrato per la volta come Jack; ci sono delle personalità che sono esplose nel cinema internazionale come Tom; artisti come Scott, che ho sempre ammirato e che avevo l’istintivo desiderio di conoscere; ho scoperto Faith, che è un’interprete staordinaria; e poi avevo le mie passioni di vecchia data, come Alicia e Chloe… È stato un processo stupendo!“.

E a proposito di innamorarsi, è proprio questo il termine che chiama in causa Francesca Manieri, che assieme a Paolo Giordano ha collaborato alla sceneggiatura della serie: “Questa è stata una serie di innamoramenti per noi che ci lavoriamo da tanti anni: sicuramente, ho avuto un innamoramento per Paolo nella scrittura; per Lorenzo [Mieli, il produttore] che ha creduto ciecamente in questo progetto; e poi per Luca, per la sua visione“.

Una visione che, visto anche il grande successo che sta avendo oltreoceano, e che è facile immaginare possa confermarsi anche nel nostro paese, potrebbe continuare ad espandersi? “Per me sì. Sempre che i miei partner si uniscano a noi per continuare a dargli corpo e voce” risponde senza girarci troppo intorno Guadagnino.

Con la speranza, dunque, che questa storia “di un’infanzia che svanisce” (Grazer), di “hubris adolescenziale” (Giordano), di libertà e ricerca dell’dentità, un bildungsroman televisivo che coniuga diverse realtà dandogli un sapore del tutto unico, ma allo stesso tempo così familiare, possa continuare, vi ricordiamo che l’appuntamento con We Are Who We Are è solo su Sky Atlantic e NOW TV a partire da venerdì 9 ottobre 2020.

Laura Silvestri

Info 

Titolo Originale: We Are Who We Are 

Data di Uscita: 9 ottobre 2020 

Durata: 8 episodi  

Regia: Luca Guadagnino 

Con:  
Jack Dylan Grazer, Alice Braga, Chloë Sevigny, Jordan Kristine Seamón,  Spence Moore II, Scott Mescudi,  Faith Alabi, Francesca Scorsese 

Distribuzione: Sky Italia

Materiali Stampa: Sky Italia