Motherless Brooklyn- #RFF14

La 14a edizione della Festa del Cinema di Roma apre in maniera ufficiale le danze portando un piccolo gioiellino, che vede Edward Norton per la seconda volta (e dopo quasi vent’anni) dietro la macchina da presa.

New York anni ‘50, Jazz e atmosfere soffuse ci portano dritti all’interno di una classica Detective Story coi toni del noir; in questo contesto incontriamo il nostro protagonista: Lionel (interpretato dallo stesso Norton). È senz’altro un tizio peculiare, Lionel, che sembra esserci finito per caso in questo ambiente fatto di intercettazioni, pedinamenti e gente poco raccomandabile; a caratterizzare qualsiasi suo stato d’animo così come qualsiasi sua reazione al mondo esterno è la sindrome di Tourette, un disturbo  che comporta  manie ossessivo-compulsive unite a dei numerosi tic involontari (spesso sotto forma di colorite frasi oscene).

Frank Minna (Bruce Willis) è l’uomo che lo ha raccolto quando era un ragazzino orfano, rendendolo poi parte della sua “squadra investigativa” e assumendo per lui il ruolo di figura tutelare, ma Minna muore in circostanze tragiche, e Lionel dovrà risolvere una brutta faccenda rimasta in sospeso; ma forse ha ancor più bisogno di risolvere sé stesso, reso un puzzle distorto di emozioni dalla morte del mentore.

“Motherless Brooklyn” è il soprannome affibbiato a Lionel; non è un caso che ad essere “orfani”, senza una guida e senza un punto fermo, siano sia l’uomo che la città, una città che ormai si trova in mano ad amministrazioni corrotte e meschine; così, nei club fumosi dei bassifondi di Brooklyn,  l’investigatore dai mille tic arriverà a capo di una faccenda più grande di quanto si potesse pensare, che vede coinvolta suo malgrado la bella attivista Laura Rose (Gugu Mbatha-Raw)…

Tra un’imprecazione e un improvviso movimento convulso, tra quei “If!” ripetuti ossessivamente (“Se”, “se”, e se…) si disvela una disarmante, straziante dolcezza, fatta di sguardi teneri, e di un bisogno costante di chiedere perdono per la sua condizione, che fa eco ad un disperato bisogno di essere accettato e tollerato; quella di Lionel è un’anima che si svela come non mai in quel ballo con Laura, proprio lì, in quel locale, in quel momento, dove i suoi tic e le sue manie sembra quasi poterli dimenticare.

Norton si è voluto ritagliare in questa pellicola un personaggio articolato, un personaggio indimenticabile, con un cuore talmente bello e puro che rende impossibile non affezionarsi; ma  sarebbe ingiusto non menzionare, nell’ottimo cast, Alec Baldwin, col ruolo del ministro Moses Randolph: si trova certamente a suo agio nei panni del politicante tarchiato e pieno di arroganza, pronto a dire qualsiasi assurdità per raggiungere lo scopo (come non ricordare le sue imitazioni di un certo Donald…).

Motherless Brooklyn è davvero una pellicola-gioiello, impreziosita da una colonna sonora che si fa apoteosi di quel cool jazz da bassifondi tipico dei film di genere, ma sarà Daily Battles (composta da Thom Yorke in collaborazione con Flea), senza dubbio alcuno, a rimanere nella vostra testa e nel vostro cuore.

Cristiana Carta

Mission: Impossible – Fallout — La Recensione

Something Old, Something New

Il titolo del film accennerà anche a una ricaduta, a delle ripercussioni. Ma Mission: Impossible -Fallout non sembra averne in termini di qualità, e l’ultimo capitolo della saga si presenta come uno dei migliori finora.

Ethan Hunt e il suo IMF dovranno riparare agli errori commessi durante una missione, cercando di evitare catastrofiche conseguenze. Nuovi e vecchi nemici e alleati si uniranno alla squadra in una corsa contro il tempo.

Il sito americano Rotten Tomatoes  sembra aver trovato una correlazione tra i chilometri percorsi da Tom Cruise nei film, e la qualità delle sue pellicole.

Sebbene non sia ancora stato possibile fare i calcoli per Mission: Impossible -Fallout, qualcosa ci dice che questa teoria potrebbe effettivamente rivelarsi in un certo qual modo accurata: perché Ethan Hunt corre parecchio anche qui, e noi ci divertiamo parecchio a vederlo fare.

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Tra new entry e ritorni (più o meno) inaspettati – ci hanno particolarmente convinto Alec Baldwin, Vanessa Kirby e Henry Cavill, che ripaga alla grande il regista del franchise per averlo scelto (tra l’altro tramite post su Instagram), e che come villain funziona tanto quanto da supereroe – e grazie a una sceneggiatura che permette un coinvolgimento totale e costante dello spettatore, Fallout non solo porta a termine la missione al botteghino, ma riesce a tenere aperta la strada verso un nuovo, intrigante episodio della fortunata action saga.

Attualizzando e rinnovando i cliché tipici del genere, aggiungendo nuove dinamiche e rispolverandone di vecchie, facendo buon uso di tempi comici e callidi comebacks, il film sfrutta al meglio la mano a disposizione, e vince la partita senza troppe difficoltà.

In pratica, in Mission: Impossible – FalloutTom Cruise (sempre più giovane) e Henry Cavill (con i suoi favolosi baffi) se le danno di santa ragione, e a pubblico e critica la cosa sta più che bene.

Certo ci sarebbe piaciuto veder tornare il William Brandt di Jeremy Renner, ma confidiamo che l’attore – che ha dovuto rinunciare per via di precedenti impegni sul set dell’ultimo Avengers – possa tornare a salvare il mondo (anche senza arco e freccia) nel prossimo MI.

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Lasciando da parte l’affaticamento da sequel e portando con sé una generosa dose d’intrattenimento, saccheggiando nel migliore dei modi la sua stessa tradizione ed esplorando nuovi percorsi, la missione si può, anche questa volta, considerare compiuta.

Mission: Impossible -Fallout sarà al cinema dal 29 Agosto.

Laura Silvestri

 

Info

Titolo: Mission: Impossible - Fallout

Durata: 147'

Regia: Christopher McQuarrie

Con: Tom Cruise, Henry Cavill, Simon Pegg, Rebecca Ferguson, 
Ving Rhames, Alec Baldwin, Vanessa Kirby, 
Angela Bassett, Sean Harris, Michelle Monaghan

Data di Uscita: 29 Agosto 2018

Distribuzione: 20th Century Fox, Paramount Pictures