I Fantastici 4: Gli Inizi, la recensione: primi grandi passi per la prima famiglia del MCU

I Fantastici 4: Gli Inizi è la nuova versione della prima famiglia Marvel targata MCU, e una piacevole visione carica di sentimenti nostalgici e profondità emotiva. Ma come ci si è arrivati? Lo abbiamo scoperto al Giffoni Film Festival.

Sono tornati: I Fantastici 4 sono di nuovo al cinema, approdando finalmente nel Marvel Cinematic Universe (ok, in un certo li avevamo già visti in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, ma sappiamo tutti come è andata). Con I Fantastici 4: Gli Inizi – mostrato ai ragazzi in occasione del Giffoni Film Festival -, la prima famiglia di casa Marvel viene infatti totalmente e definitivamente introdotta nella macrostoria del MCU, anche se partiamo da un altro universo.

Quella che invero ci troviamo davanti per l’occasione non è Terra 616, alla quale eravamo abituati, ma Terra 828, dalle atmosfere retrò e nostalgiche (impossibile non pensare a WandaVision, altro prodotto Marvel di cui Matt Shakman, al timone della pellicola, è stato regista). Qui un gruppetto di quattro eroi già perfettamente collaudato ci viene mostrato prima nell’intimità della loro vita privata, poi con un esuberante montaggio inserito a mo’ di programma televisivo atto a celebrare il quarto anniversario del supergruppo.

Una origin story che dunque parte in medias res, senza tuttavia dimenticarsi di tenerci aggiornati su quanto accaduto in precedenza. Una formula che non solo funziona, ma che permette anche di non soffermarsi troppo su questioni non necessarie nell’immediato, e che volendo possono sempre essere riprese in futuro.

Ottima scelta poiché, con i suoi 115 minuti, I Fantastici 4: Gli Inizi ha altro a cui pensare: deve mostrarci il presente dei nostri eroi, impegnati a gestire non solo le sorti del resto del mondo, ma anche del loro piccolo microcosmo, che sta per cambiare dopo la notizia della gravidanza di Sue (Vanessa Kirby); deve stabilire una nuova mitologia, perché per quanto incasellato nel più grande MCU, di questo mondo senza gli Avengers sappiamo ben poco; e deve ovviamente introdurre un nuovo, grande nemico, Galactus, il Divoratore di Mondi (Ralph Ineson).

E fa piacere poter dire che la missione è stata compiuta con successo: Pedro Pascal, Joseph Quinn, Vanessa Kirby e Ebon Moss-Bachrach abitano bene i rispettivi ruoli, ed è possibile accorgersene sempre di più man mano che si va avanti con la pellicola. Arrivati all’ultima parte della storia, con loro ci si sente ormai davvero parte di una famiglia, e il sentimento che pervade lo spettatore è quello che porta a dire “Non vedo l’ora che interagiscano con il resto del MCU” (specialmente dopo la prima scena post-credit).

C’è un giusto bilanciamento tra scene “cosmiche” e “domestiche”, che non cozza affatto con il tono e le dimensioni del film, e anzi aiuta questa produzione a ritagliarsi uno spazio tutto suo all’interno di universo già colmo di personalità, e all’apparenza forse anche un po’ sovraffollato.

Sarà certo interessante vedere come in futuro verranno utilizzati questi personaggi (in particolare un paio) nell’economia del MCU, e che sfida rappresenterà la loro integrazione nel più grande progetto narrativo. Di certo, questo primo capitolo della storia dei Fantastici 4 non fa rimpiangere le precedenti iterazioni (e chi parla, contrariamente ai più, aveva apprezzato I Fantastici 4 del 2005), e fa ben sperare per ciò che verrà.

Per ora non si può che speculare con il reminder che I Fantastici 4 torneranno in Avengers: Doomsday, senza poi dimenticarsi la post-credit de I Thunderbolts*

I Fantastici 4: Gli Inizi è ora al cinema.

Laura Silvestri

Info
Titolo originale: Fantastic 4: First Steps
Durata: 115′
Data d’uscita: 23 luglio
Regia: Matt Shakman
Con:
Pedro Pascal, Vanessa Kirby, Joseph Quinn, Ebon Moss-Bachrach, Ralph Ineson, Julia Garner
Distribuzione e Materiali Stampa: The Walt Disney Company

Thunderbolts* – La recensione: il MCU è morto, lunga vita al MCU!

Con l’uscita di Thunderbolts* nelle sale, il Marvel Cinematic Universe si appresta a salutare la sua fase più critica e criticata finora, la quinta, in grande stile. Vediamo insieme come un gruppo di sgangherati antieroi è riuscito a portare una più che necessaria ventata d’aria fresca in un universo ormai da tempo in fase di stallo, e a simboleggiarne la rinascita.

La storia del Marvel Cinematic Universe, specialmente nelle sue prime fasi, è ricca di successi, e su questo non ci piove. Che incontrino o meno il gusto personale dei singoli individui, è innegabile come tanti dei titoli sfornati dalla branca cinematografica della Casa delle Idee abbiano dominato la scena dell’intrattenimento negli ultimi 15 anni e più. E sebbene ultimamente l’interesse nei confronti dei nuovi prodotti targati Marvel fosse in calo, vuoi per una questione fisiologica, vuoi per una effettiva flessione qualitativa riscontrata tra la quarta e la quinta fase, è difficile pensare di essere vicini al tramonto di un universo così ricco di potenziale… Specialmente dopo Thunderbolts*.

Eppure, in un certo qual modo, è proprio Thunderbolts*, in arrivo il 30 aprile nelle sale, a rappresentare una sorta di rinascita creativa per il MCU, dopo una “morte” arrivata in seguito a una lenta e dolorosa agonia che a tratti dava segni di speranza per una ripresa, ma che si è solo protratta più del dovuto. Perché è vero che abbiamo avuto film come Guardiani della Galassia Vol. 3 o anche piccole perle televisive come WandaVision, ma è anche vero che abbiamo dovuto faticare non poco persino con titoli che tanto promettevano (qualcuno ha detto Doctor Strange nel Multiverso della Follia o Ant-Man and The Wasp: Quantumania?). Sarà forse per questo che molti avevano comprensibilmente perso quell’entusiasmo che li accompagnava ormai da tempo all’uscita di ogni nuovo capitolo della saga. Entusiasmo che tuttavia speriamo riacquisirete, come accaduto a noi, con Thunderbolts*.

Ci voleva proprio un gruppo di sgangherati antieroi a ricordarci perché amiamo tanto gli eroi (in particolare quelli Marvel), e a riportare alla memoria come queste storie e questi personaggi siano in grado di toccare le corde dei nostri cuori, di generare in noi più di una fragorosa risata o di una lacrimuccia inaspettata durante la visione di un film che, per tanti altri, rappresenta solo un’elaborata strategia di marketing.

In Thunderbolts* ritroviamo infatti alcuni fra gli elementi più “controversi” del MCU, a partire dal Soldato d’Inverno Bucky Barnes (Sebastian Stan), a cui si uniscono, tra gli altri, anche la spia russa Yelena Belova (Florence Pugh) e suo padre, il Super Soldato dell’Unione Sovietica Red Guardian (David Harbour), il secondo e poco longevo Captain America John Walker (Wyatt Russell) e l’ex spia dello S.H.I.E.L.D. Ava Starr a.k.a. Ghost (Hannah John-Kamen).

Un gruppo che definire outcast sarebbe un eufemismo; un insieme di persone dall’oscuro passato che hanno compiuto azioni più che discutibili, e che serbano in loro dolori così grandi che, a un certo punto della loro vita, hanno ritenuto che l’unico modo per silenziarli e tentare di farli scomparire fosse quello di “coprirli” utilizzando ogni mezzo a propria disposizione, non curandosi delle conseguenze.

È così che i loro destini sono arrivati a incrociarsi con quello di Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus), ed è così che Thunderbolts* trova ragion d’essere. E, un po’ come accadde anche con Legends of Tomorrow – quella che potremmo definire la sua controparte DC nell’Arrowverse – questa pellicola ci permette di andare più a fondo, di esplorare l’intimità e la psicologia di personaggi che avevano chiaramente ancora tanto da dire e da dare, a prescindere dallo screen time ricevuto. Di personaggi, se vogliamo, anche più vicini a noi, perché più vulnerabili e “umani”.

In questa complicata vicenda, di certo non mancano i momenti drammatici, le incomprensioni, gli errori causati dalla paura. Ma è attraverso l’indagine del dolore e del trauma, l’accettazione di sé e dell’altro non come ostacoli, ma come sostegno e ausilio, e la giusta dosa di ironia, che nella storia firmata da Eric Pearson e Joanna Calo e girata da Jake Schreirer i nemici divengono insospettabili alleati, e che i Thunderbolts* diventano una squadra davanti ai nostri occhi: una squadra carica di carisma che sembra più che capace di caricarsi sulle spalle il peso del futuro del MCU, e alla quale presto si aggiungeranno tanti altri attesissimi personaggi per delineare quello che sarà un nuovo, elettrizzante capitolo di una saga transmediale ormai quasi ventennale.

Thunderbolts*, distribuito da The Walt Disney Company, è ora al cinema. E non dimenticate le scene post-credit! Ce ne sono due, e vi assicuriamo che non vorrete perdervele.

Laura Silvestri

Info
Titolo originale: Thunderbolts*
Durata: 116′
Data d’uscita: 30 aprile
Regia: Jake Schreirer
Con:
Florence Pugh, Sebastian Stan,
David Harbour, Wyatt Russell,
Olga Kurylenko, Hannah John-Kamen,
Julia Louis-Dreyfus, Lewis Pullman,
Geraldine Viswanathan, Chris Bauer, Wendell Edward Pierce
Distribuzione: The Walt Disney Company

Thor: Love and Thunder – Amore, dolore, avventure (e capre urlanti) nel nuovo film Marvel con Chris Hemsworth e Natalie Portman

Chris Hemsworth e Natalie Portman sono le incarnazioni del Dio del Tuono nel nuovo film del MCU diretto da Taika Waititi, Thor: Love and Thunder, che vede anche il ritorno di Tessa Thompson nel ruolo di Valkyrie e il debutto di Christian Bale nei panni di Gorr il Macellatore di Dei.

Con tutto quello che sta succedendo nel Marvel Cinematic Universe, era da un po’ che non davamo un’occhiata a quello che sta combinando il Dio del Tuono, ma grazie al quarto capitolo della saga, Thor: Love and Thunder, ci troviamo di fronte a una miriade di Dei e non uno, ma ben due Thor, e ragazzi, se non hanno avuto da fare anche loro!

Mentre un semplice ma efficace incidente scatenante mette in moto la storia – Gorr il Macellatore di Dei, il riuscitissimo villain interpretato da Christian Bale (con cui sarà particolarmente difficile non empatizzare, almeno in parte), tiene fede al suo nome e ci mostra come è diventato tale facendo strage di ogni divinità che incontra sulla sua strada -, il film si incarica di spogliare (anche letteralmente, come avete visto dai trailer) i suoi protagonisti, con un Thor (Chris Hemsworth) che rifugge dai sentimenti per paura di restare nuovamente ferito e solo, e una Jane Foster (Natalie Portman) alle prese con una delle battaglie più difficili che la vita possa riservare, una malattia che sfugge al controllo umano.

Jane sta affrontando una sfida estremamente ardua e terrificante. E il suo modo di farlo è cercare di mantenere una certa agency, un minimo di capacità d’azione su qualcosa che è in realtà al di fuori del suo controllo” spiega Natalie Portman durante la conferenza stampa italiana di Thor: Love and Thunder, e ringrazia di cuore Taika Waititi, Kevin Feige e il resto della produzione per aver riportato sullo schermo “una donna ebrea, quarantenne alta un metro e sessanta, madre di due figli” per interpretare ancora questo personaggio così sfaccettato, e di averle dato l’opportunità di vestire i panni di una supereroina.

Supereroina che, seppur alle prime armi, non se la cava certo male contro la minaccia rappresentata da Gorr, e che non sfigura affatto di fianco ai già rodati Thor di Hemsworth e Valkyrie (Tessa Thompson) e all’esilarante Korg (Waititi) che non manca mai di lasciare il segno. Da un punto di vista narrativo, sono loro gli agganci emotivi del film, ma c’è spazio anche per diverse comparse (tornano Matt Damon, Sam Neill e Luke Hemsworth con i cameo che potreste ormai aspettarvi da loro, ma anche altre star più o meno annunciate, a partire dallo Zeus di Russell Crowe) che a seconda dei casi si ritrovano (quasi) a rubare la scena.

Sul piano formale e contenutisco Thor: Love and Thunder si dimostra un degno e coerente erede di Thor: Ragnarok – molto più di altri sequel nei confronti dei propri predecessori – pur lasciando spazio a nuovi spunti in entrambi i campi (noterete, ad esempio, delle trovate cromatiche alquanto ficcanti, per le quali bisogna ringraziare anche il direttore della fotografia Barry Baz Idoine).

Sperimenta ancora, Taika Waititi – anche co-autore della sceneggiatura assieme a Jennifer Kaytin Robinson -, si diverte a mischiare elementi visivi, musiche e tematiche, portandoci in giro per l’universo in un una fiaba cosmica, un viaggio all’insegna della ricerca d’identità, del superamento del dolore e, soprattutto, dell’amore, ma sempre con quella caratteristica ironia che contraddistingue le pellicole Marvel, e in particolare quelle targate proprio Taika Waititi.

Un’ironia gentile, mai a discapito di qualcun altro, osserva Portman: “Il suo è quel tipo di humor che richiede più intelligenza, perché è davvero difficile essere così divertenti e in modo così bizzarro, ma mantenendo sempre delle emozioni incredibilmente genuine e una tale generosità“. Chi, d’altronde, riuscirebbe a riprendere degli elementi mitologici e consegnarceli in una veste tanto inaspettata quanto esilarante – sì, parliamo (anche) delle capre urlanti che anticipavamo nel titolo -?

Che poi si siano divertiti tutti un mondo a girare Thor: Love and Thunder, è qualcosa di evidente in ogni momento del film, e le parole dell’attrice Premio Oscar arrivano solo a ribadire tale concetto: “Girare questa pellicola è stato un grande promemoria di quanto il nostro lavoro si basi sul gioco e sull’immaginazione. […] Per me ciò che vedete sullo schermo è stato frutto di una combinazione di preparazione e lasciarsi andare” afferma, aggiungendo che, come d’altronde accaduto con Ragnarok, anche qui molto è stato ottenuto grazie all’improvvisazione, una pratica più che incoraggiata da Waititi sui suoi set (“Taika è sempre alla ricerca di qualcosa di diverso in ogni scena“).

E chissà se anche il pubblico si divertirà un mondo a guardare le nuove avventure di Thor, anzi, dei Thor…

Thor: Love and Thunder è già al cinema (e ricordatevi, come sempre, di rimanere anche durante e dopo i titoli di coda!).

Laura Silvestri

Info

Titolo Originale: Thor: Love and Thunder

Durata: 119'

Data D'Uscita: 6 luglio 2022

Regia: Taika Waititi

Con: 

Chris Hemsworth, Natalie Portman, 
Christian Bale, Tessa Thompson 

Distribuzione: Disney

Materiali Stampa: Disney 

Spider-Man: No Way Home – La Recensione: il vostro nuovo film preferito sull’Uomo Ragno

Lo Spider-Man di Tom Holland torna sul grande schermo per una nuova avventura all’insegna del Multiverso. Chi rivedremo davvero in Spider-Man: No Way Home, e che conseguenze avranno le azioni di questi strani visitatori sulla vita del nostro giovane Peter Parker?

È qui. Spider-Man: No Way Home ha davvero trovato la via di casa, a dispetto del titolo: quella per il grande schermo, ma anche quella per il cuore degli spettatori.

Perché in questo caso tanto vale partire dalla fine (ovviamente senza spoiler); in questo caso, tanto vale dirvi che sì, è il film che ogni fan di Spider-Man, grande o piccino che sia (ma forse molto più i grandi dei piccini) vorrebbe vedere.

In Spider-Man: No Way Home, il Peter Parker del MCU viene messo di fronte al giudizio del pubblico, smascherato (e incastrato) da Mysterio, che ha rivelato al mondo la sua identità. E grazie alla distorsione delle informazioni e della percezione di massa, perpetrata dall’operazione mediatica di J. Jonah Jameson (con J.K. Simmons di nuovo nei panni del personaggio) immaginate quanto poco ci possa volere affinché tutto vada a rotoli, e il ragazzo si trovi di fronte a delle scelte difficili.

Con un po’ di ingenuità, Peter chiederà aiuto a qualcuno di nostra conoscenza (lo si vede anche dal trailer, si tratta del Dr. Strange di Benedict Cumberbatch) per cercare di porre rimedio a una situazione di certo scomoda… Che tuttavia non farà che diventare ancora più scomoda. Il rimedio si rivelerà peggiore del male che cerca di arrestare, e sorgeranno nuovi problemi, che porteranno Peter al cospetto della vera prova di maturità: quella della vita.

Peter Parker, la ragione per cui lui porta la maschera è per proteggere sé stesso e le persone che ama” spiega Tom Holland durante la sua ‘apparizione dal Multiverso’ in quel di Cinecittà, durante l’incontro stampa organizzato per la promozione del film “Quindi il fatto che questa venga rivelata al resto del mondo, direi che sarà proprio Peter a risentirne ancor più di Spider-Man“.

Spider-Man: No Way Home è l’epica conclusione della trilogia di formazione del nostro amichevole Spider-Man di quartiere, il capitolo che porterà a compimento la prima parte del suo percorso come tale (la produttrice di Sony Pictures Amy Pascal ha già annunciato una nuova trilogia con protagonista sempre Tom Holland). Questo vuol dire che abbiamo accompagnato Peter durante la sua crescita personale e quella eroe, e che ora ne vedremo l’apice, un apice assolutamente spettacolare.

Non è un film privo di difetti quello scritto da Chris McKenna e Erik Sommers e diretto da Jon Watts: presenta una primo atto leggermente più lento a carburare (e ovviamente di preparazione) rispetto ai restanti, forse alcune “scelte di comodo” per far proseguire la storia come è neccessario che prosegua, e qualche piccola sbavatura qua e là, dovuta anche e soprattutto a una questione di tempistiche… Ma una volta arrivati a fine pellicola tutto questo non conterà.

Una volta arrivati ai titoli di coda (e anche qui, ricordatevi sempre, la storia non finisce, anzi…) a rimanere impressi nei cuori e nelle menti degli spettatori saranno quei fotogrammi che hanno inquadrato alla perfezione l’essenza dei personaggi, che hanno incorniciato in maniera pittoresca i momenti salienti della storia, ma anche quelli di contorno; saranno quei movimenti, quegli sguardi, quelle espressioni che gli interpreti del film ci permettono di vivere e sentire fino in fondo attraverso di loro (il solo Tom Holland qui mostra una maturità artistica incredibile, segno che è davvero cresciuto fianco a fianco al suo personaggio); saranno quegli inevitabili “Oh” e “Aaaah” che sentirete in sala, quelle risate fragorose e quegli applausi spontanei ma collettivi, quelle lacrime silenziose che verserete (perché accadrà, non avrete scampo) a restare con voi.

Sarà la consapevolezza di aver appena vissuto un’esperienza unica e particolarmente difficile da ripetere (impossibile non è una parola che garba molto alla Marvel, fortunatamente), un omaggio a tutto ciò che Spider-Man è stato e sarà, non solo al cinema, ma anche in tv e nei fumetti, ad essere sigillato nella vostra memoria. E speriamo che questa volta non arrivino incatesimi a far danni, perché è qualcosa che vorrete di sicuro ricordare.

Spider-Man: No Way Home è al cinema dal 15 dicembre.

Laura Silvestri

Info

Titolo Originale: Spider-Man: No way Home

Durata: 150'

Data D'Uscita: 15 dicembre 2021

Regia: Jon Watts

Con: 

Tom Holland, Zendaya,
Benedict Cumberbatch, Jacob Batalon,
Alfred Molina, William Dafoe, 
Jamie Foxx, Marisa Tomei  

Distribuzione: Sony Pictures

Materiali Stampa: Sony Pictures 

Black Widow – La Recensione: un ritorno a casa che è anche un addio

La Natasha Romanoff di Scarlett Johansson è protagonista di un’avventura adrenalinica in cui dà la caccia ai demoni del passato nel tentativo di costruire un futuro migliore. E nel frattempo, ci scappa anche una particolare riunione di famiglia…

Hello, hello, hello!

Ci siamo: finalmente, dopo due anni dal nostro ultimo appuntamento al cinema con il Marvel Cinematic Universe, si torna in sala per godersi sul grande schermo l’avventura in (semi-)solitaria di Scarlett Johansson in Black Widow. Ambientato nel periodo che intercorre tra gli eventi di Captain America: Civil War e Avengers: Infinity War, il film diretto da Cate Shortland punta i riflettori su Natasha Romanoff, la spia ed ex-Agente dello S.H.I.E.L.D. introdotta già nel 2010 in Iron Man 2, che a distanza di poco tempo sarebbe divenuta uno degli Avenger originali, e a cui abbiamo dovuto dire addio esattamente 10 anni dopo in Avengers: Endgame.

Load up on guns, bring your friends
It’s fun to lose and to pretend”

Ma arrivati a questo punto, potrà dire qualcuno, era davvero necessaria una pellicola tutta dedicata a un personaggio che abbiamo già visto tante volte e che teoricamente (mai dire mai con Marvel) non rivedremo più? Forse no, ma assolutamente sì. Forse no perché ormai potevamo anche accettare il passato di Natasha come un mistero di cui avremmo solo sentito parlare, con i misteriosi riferimenti a Budapest o a un certo incontro con un certo soldatoil cui nome è legato a una determinato periodo dell’anno, ma assolutamente sì perché quale modo migliore di camminare verso il futuro se non voltarsi per un’ultima volta e dare uno sguardo al passato? Quale modo migliore di celebrare un’eroina che, nella foga degli eventi di Endgame, non avevamo avuto il tempo di salutare? Ecco allora che ci viene data l’opportunità di fare entrambe le cose assieme a dei nuovi compagni di viaggio.

Diamo dunque il benvenuto a Yelena Belova (Florence Pugh), Alexei Shostakov/Red Guardian (David Harbour) e Melina Vostokoff (Rachel Weisz), l’anticonvenzionale famiglia che da tanto viene anticipata, e che non solo ci regala i due personaggi capaci di tenere il passo e in diverse istanze addirittura rubare anche la scena alla protagonista (Yelena e Alexei), ma che fungono anche da ancora emotiva per l’intera pellicola.

“I feel stupid and contagious
Here we are now, entertain us

Così, in quello che riesce ad essere un ben misurato mix tra film d’azione e character piece, commedia e dramma, tutto dichiaratamente in salsa Marvel, ma con un tocco di intimità in più rispetto al solito, andiamo più a fondo nell’identità della Vedova Nera, di tutte le Vedove Nere; scopriamo il perché di quel rosso sul registro per Natasha; capiamo finalmente uno dei motivi per cui è tanto legata a Clint Barton/Hawkeye (Jeremy Renner), che pur non presente fisicamente nel film, ha la sua importanza); aggiungiamo un importante tassello all’intreccio di racconti che è il MCU; e veniamo finalmente introdotti a quella che è la nuova generazione Marvel.

E sebbene la formula con cui ci viene presentato il tutto sia abbastanza semplice (una spy story piuttosto lineare e senza troppi ghirigori) e non vi siano poi chissà grandi sorprese almeno a livello di trama (in particolare per quanto riguarda un certo villain, forse il punto più debole dell’opera), il prodotto alla fine funziona così com’è, con le sue citazioni illustri (James Bond, Nirvana, Sia, Captain America: Winter Soldier) e la sua natura più riservata, che però apre a un mondo di possibilità se non per il suo personaggio principale, almeno per il resto dell’esnsemble (come sempre, prepuratevi di non staccarvi dalla poltron(cin)a dopo i titoli di coda).

“With the lights out, it’s less dangerous
Here we are now, entertain us”

Alziamo allora un bicchierino di vodka in onore di Natasha Romanoff, brindiamo al suo passato, al suo percorso da eroina, e ringraziamola per questi 11 anni di onorato servizio non solo come membro degli Avengers, ma anche come uno dei personaggi più interessanti e complessi del MCU. E speriamo in un futuro che sappia raccogliere al meglio la sua eredità.

Black Widow arriverà il 7 luglio al cinema e il 9 luglio su Disney+ tramite Accesso VIP.

Laura Silvestri

Info

Titolo Originale: Black Widow 

Durata: 133'

Data D'Uscita: 7 luglio 2021

Regia: Cate Shortland

Con: 

Scarlett Johansson, Florence Pugh, 
David Harbour, Rachel Weisz 

Distribuzione: Disney

Materiali Stampa: Disney 

Spider-Man: Far Frome Home arriva in Home Video

Spider-Man: Far From Home

Credo che Nick Fury abbia appena dirottatola nostra vacanza

Grazie a Universal Pictures Home Entertainment Italia, dal 5 novembre sarà disponibile in tutti formati Home Video Spider-Man: Far From Home, il secondo capitolo interamente dedicato alle avventure di Peter Parker nel Marvel Cinematic Universe, di cui anche noi di Time Stone Entertainment vi avevamo parlato quest’estate nella nostra recensione di Spider-Man: Far From Home.

spider-man-far-from-home-blu-ray-2

Nell’edizione Blu-Ray del film le tracce audio a disposizione sono Italiano 5.1 Dts-Hd Ma, Inglese 7.1 Dts-HD Ma, Russo e Ucraino 5.1 Dolby Digital, mentre quelle dei sottotitoli sono invece Italiano 5.1 Dts-Hd Ma, Inglese 7.1 Dts-Hd Ma, Russo e Ucraino 5.1 Dolby Digital. Il formato video è un Formato Panoramico Ad Alta Definizione (2.39:1) 1920 X 1080p.

Appena inserito il disco nel lettore partiranno dei trailer:

Spider-Man: Un Nuovo Universo

Men In Black: International 

Alex Rider

Arrivati al menù principale, invece, troverete quattro sezioni, quelle per la riproduzione del film, per selezionare audio e sottotitoli, e quella dei contenuti speciali, che contiene ben 82 minuti di materiale inedito.

bfb1300_trlcomp_v246.1054

Contenuti Speciali Blu-Ray

 

Peter’s To -Do List, a short film

Un corto con la lista di cose da fare prima di partire per Peter Parker, tra cui l’acquistare un adattatore per le cuffie, vendere dei vecchi giocattoli, ritirare il passaporto (con metodi alquanto inortodossi) e combattere la mafia.

 

Gag-Reels e Outtakes

«Benvenuti ai blooper! Non penso ne abbiamo fatti così tanti questa volta…» esordisce Jacob Batalon, interprete di Ned.

«Beh, io si!» risponde Angurie Rice, a.k.a. Betty Brant.

Ovviamente seguono una serie di divertenti gag, blooper e outtake, proprio come da indicazione della sezione, tra cui anche gli starnuti nei momenti più inopportuni di Tom Holland, le battute sui vestiti di John Varvatos di Jake Gyllenhaal, uno scambio di fette d’anguria tra Mysterio e Spider-Man (che poi si metteranno a fare flessioni), e le risate incontrollate durante le varie riprese.

E, finalmente, qualcuno si degna di fare riferimento a una questione che non è stata mai propriamente discussa: «Tom non viene dall’Olanda (Holland). Non è strano?».

Scene alternative e scene eliminate

  • Betty Blips
  • Bus Rest Stop With Class
  • Beck’s Green Juice
  • Peter & MJ on Plane And May Sees Glasses
  • A Film by Flash Thompson’s Phone

I consigli di viaggio degli Insegnanti

Gli insegnanti interpretati Martin Starr e J.B. Smuove hanno alcuni consigli per la loro scolaresca:

  1. Organizzati
  2. Leggi le recensioni di Yelp
  3. Apri la mente
  4. Il Sistema dell’Amico
  5. Fai amicizia

 

The Jump Off

Un retroscena su tutele acrobazie dell’Amichevole Spider-Man di quartiere… In trasferta (molte delle quali sono state realizzate dallo stesso Tom Holland).

«Mi spingono oltre i miei limiti, ma nel modo più sicuro possibile» spiega l’attore, mentre il resto del cast e della crew loda le sue capacità atletiche.

«Hanno ricreato una stanza nella Torre di Londra, dove hanno messo i fuochi d’artificio… » spiega Angourie «… E poi abbiamo fatto saltare tutto in aria, ed è stato fighissimo!» conclude Tony Revolori (Flash).

E, credeteci, non vorrete perdervi il racconto di Tom sulle scene d’azione veneziane!

Stepping Up

In questa featurette ripercorriamo la crescita di Peter come ragazzo e supereroe, dallo Spider-Man dei primi film, al neo-battezzato Avenger in gita scolastica. La pressione è tanta, le responsabilità, come dice la celebre frase, grandi quanto i suoi poteri (e le sue abilità). E ora che il suo mentore non c’è più, Peter dovrà trovare il modo di ritagliarsi un ruolo tutto suo, e dimostrare di esserne all’altezza.

 

Suit Up

Costumi, costumi e ancora costumi… E CGI e make-up che aiutano quando questi non bastano (come per lo Spider-Suit che indossa in Infinity War)!

 

Now You See Me

Quentin Beck a.k.a. Mysterio, ovvero… Mr. Jake Gyllenhaal.

«Mysterio era un villain davvero ambizioso da portare sullo schermo, perché il suo potere sono le illusioni» spiega Rachel O’Connor, produttrice esecutiva del film.

«Quello che amo del personaggio è che non sai mai chi è davvero» afferma Gyllenhaal.

E senza spoilerarvi altro, lasciamo a voi l’onore di scoprirlo quando avrete in mano la vostra copia di Spider-Man: Far From Home.

Far, Far. Far From Home

Un viaggio (letteralmente) tra le location del film, commentato dal cast e dalla crew.

«Quando sei a Roma, fai come Romani. Quando sei a Venezia… Ti si bagnano i calzini» commenta uno dei professori in una scena del film. E Venezia, Praga e Londra sono al centro della scena in Spider-Man: Far From Home, e protagoniste quasi quanto il nostro Bimbo Ragno e gli altri personaggi.

 

Fury & Hill

Che altro c’è da dire su due degli agenti più badass dello S.H.I.E.L.D.? Scopritelo guardando questa featurette!

«Ho sempre voluto che Fury interagisse con Spider-Man. Sono tutti così carini con Peter, ed è stato interessante metterlo a confronto con qualcuno che non gliela desse sempre vinta» commenta il regista, Jon Watts.

«Potete farvi un’idea di come sia la vita sulla strada per due agenti dello S.H.I.E.L.D. come Maria Hill e Nick Fury; un aspetto che non emerge molto negli altri film» afferma Cobie Smulders (Maria Hill).

 

The Ginter-Riva Effect

Peter Billingsley come William Ginter-Riva? Sì, grazie. Non vi ricordate chi sia? Allora questa featurette fa al caso vostro.

Thank You Mrs. Parker

Alla fine di Spider-Man: Homecoming Zia May (Marisa Tomei) scopre l’identità segreta di Peter… E ora?

«È diventata una fan di quello che fa Peter, e ora i due sono come una squadra» spiega Tom Holland.

«Invece di dissuaderlo nel continuare, lo incoraggia a fare la cosa giusta e a essere un membro produttivo della sua comunità» conferma Jon Watts.

E la stessa Marisa Tomei ha contribuito in grande misura a costruire il suo personaggio, fornendo suggerimenti e “portando in vita una versione completamente nuova del personaggio”, come ribadisce anche Holland.

 

Stealthy Easter Eggs

Tutti (o quasi) gli Ester Egg presenti nel film (e questi davvero non vogliamo rovinarveli anticipandoli qui), incluso QUEL momento dopo la fine del film.

 

The Brothers Trust

I Fratelli Holland parlano della loro organizzazione a scopo benefico, The Brothers Trust.

Siete pronti dunque a mettere tutto in valigia e a partire all’avventura assieme a Peter Parker grazie a Spider-Man: Far From Home?

Laura Silvestri

Info 

Titolo: Spider-Man: Far From Home 

Durata: 124' 

Data di Uscita HV: 5 novembre 2019

 Regia: Jon Watts 

Con:

Tom Holland, Marisa Tomei,  

Zendaya, Jake Gyllenhaal, 

Jon Favreau, Jacob Batalon,  

Samuel L. Jackson, Cobie Smulders 

Distribuzione: 

Universal Pictures Home Entertainment Italia

Spider-Man: Far From Home – La Recensione

Addii, responsabilità, scelte e conseguenze

Il mondo non è più lo stesso dopo gli eventi di Avengers: Endgame e tutti devono imparare a fare i conti con la nuova realtà. Anche l’amichevole Spider-Man di quartiere deve trovare il modo di andare avanti dopo la scomparsa del suo mentore, e il modo migliore sembrerebbe quello di concentrarsi sull’imminente gita scolastica. Ma il lavoro di un supereroe non conosce riposo o vacanze… 

bfb4520_trlcomp_v222.1022

Quando abbiamo conosciuto il Peter Parker del MCU in Captain America: Civil War, e subito dopo in Spider-Man: Homecoming, Peter  (Tom Holland) era un ragazzo desideroso di mettersi alla prova e un po’ (troppo) spericolato, come d’altronde qualsiasi adolescente alle prese con superpoteri e supereroi.

La vita quotidiana era fin troppo ordinaria per il geniale studente con la passione per la scienza e i film, e l’incontro con gli Avengers non aveva fatto che aumentare la sua voglia di avventure e di essere in grado di poter fare davvero la differenza a questo mondo.

Ma il Peter che ritroviamo dopo Infinity War e Endgame è comprensibilmente cambiato, provato dagli avvenimenti che pochi ragazzi della sua età avrebbero saputo affrontare, come invece si è inaspettatamente trovato a fare lui. E in più, adesso, la figura paterna che lo aveva accompagnato e guidato negli ultimi anni, non c’è più.

4

In Spider-Man: Far From Home, il nostro amichevole Spider-Man di quartiere decide di mettere da parte il costume e provare a distrarsi dai recenti avvenimenti, focalizzando la sua attenzione sulla gita scolastica in Europa e su MJ (Zendaya), la ragazza che sta goffamente cercando di conquistare.

Ma se Peter vuole stare lontano dai guai, i guai non vogliono stare lontano da lui: gli Elementali, i nuovi villani di turno, stanno portando morte e distruzione sulla Terra, la NOSTRA Terra. Perché stando a quanto racconta il nuovo supereroe in città, Mysterio (un fantastico Jake Gyllenhaal), di Terre ce ne sono tante… Ed ecco che il Multiverso avrebbe fatto la sua comparsa “ufficiale” nel MCU.

Nick Fury (Samuel L. Jackson), Maria Hill (Cobie Smulders), Mysterio e Spider-Man si ritrovano dunque a dover combattere contro queste nuove minacce, ma presto arriveranno delle complicazioni che porteranno il più giovane del gruppo a dover fare una scelta: prendersi definitivamente carico delle responsabilità lasciategli da Tony e dagli altri, o cercare di condurre il più possibile una vita normale?

11

La risposta alla domanda sarà sofferta, ma dovrà trovarla in fretta, perché il mondo ha bisogno di credere, e ha bisogno di eroi. Ed è proprio qui che Spider-Man: Far From Home eccelle e mostra tutta la sua complessità: il sequel di Jon Watts non solo si riallaccia perfettamente a Homecoming e all’aspetto teen/coming of age che un film su Spider-Man dovrebbe necessariamente avere, con alta dose di humor incluso, ma affronta anche le conseguenze di eventi tragici e fondamentali come quelli delle pellicole sugli Avengers, senza però mai scadere nel banale, e approfondendo la questione sotto vari punti di vista.

Lo stato d’animo di Peter è uno specchio di quello del resto del mondo, ed è lui il primo a dover ritrovare la fiducia negli eroi e in sé stesso, specialmente dopo la scomparsa di Tony/Iron Man. Ereditare la responsabilità di tenere il mondo al sicuro poteva essere qualcosa di incredibile per il ragazzino del Queens che aveva appena scoperto i propri poteri, ma il Peter che ha combattuto al fianco dei Vendicatori contro la più grande minaccia che l’universo conosciuto abbia mai visto, potrebbe essere incline a volersi godere una gioventù che non durerà poi ancora a lungo, e sarebbe anche difficile da biasimare per questo.

Perciò spazio ai conflitti interiori, spazio alle difficoltà che l’essere un supereroe presenta ora più che mai, specialmente quando sono ancora i propri amici e i propri cari ad essere in pericolo. Dopo i viaggi nello spazio e le battaglie su altri pianeti, spazio alla lotta con le apparenze, le insicurezze, i sentimenti e le verità difficili da accettare. Il tutto, però, sempre in pieno stile Marvel.

SFFH_onesheet_FINAL_LK2

Spider-Man: Far From Home sarà al cinema dal 10 luglio. E mi raccomando, rimanete per i titoli di coda che, come al solito, promettono grandi sorprese.

Laura Silvestri

Info

Titolo: Spider-Man: Far From Home

Durata: 124'

Data di Uscita: 10 luglio 2019

Regia: Jon Watts

Con

Tom Holland, Marisa Tomei, 

Zendaya, Jake Gyllenhaal, Jon Favreau, Jacob Bataillon, 

Samuel L. Jackson, Cobie Smulders

Distribuzione: Sony Pictures