Teen Spirit – La Recensione

Diventerai una Star

Violet è una timida ragazza di origini polacche, che vive insieme alla madre nella piccola e pittoresca (insomma, arretrata) Isola di Wight; introversa e insoddisfatta, possiede una voce davvero eccezionale; sembra però essere la fiducia nel suo talento a mancarle. L’opportunità di partecipare a Teen Spirit, il talent show più in voga del momento, cambierà tutto.

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Presentato in anteprima italiana al Giffoni Film Festival 2019, l’esordio alla macchina da presa dell’attore Max Minghella ci scorre incalzante davanti agli occhi, dispiegandosi come un canonico racconto di rivalsa, incentrato interamente sul perseguimento dei propri sogni. Parliamo di una storia piuttosto lineare e prevedibile – del resto tratteggiata seguendo il rigido schema riservato ai vari X Factor e American Idol proposti in televisione – ma che fortunatamente può pregiarsi di una messa in scena abbastanza audace e interessante.

Violet Valenski (Elle Fanning) è la tipica adolescente timida insicura, abita sull’Isola di Wight con la madre e, avvolta in un alone di asfissiante monotonia, niente le sembra abbastanza: un cavallo a cui badare, delle compagne di scuola sempre pronte a snobbarla e un lavoretto mediocre è tutto ciò con cui può riempire le sue giornate. Se non altro, qualche sera dimentica tutto e si rifugia, lontana dalla severità della madre, in un piccolo locale dove finalmente può sfogarsi cantando. La sua è una voce meravigliosa, che tradisce un grande talento e il nascosto desiderio di diventare una cantante affermata. 

 Quasi come un segno del destino, il cartellone pubblicitario di Teen Spirit, il programma televisivo in cerca di talenti, attira la sua attenzione; quello di cui ha bisogno è una figura adulta che le faccia da manager, da “mentore”, e lo troverà in un vecchio ex cantante lirico dedito all’alcool, Vlad (Zlatko Buric). Le varie fasi di audizioni non sembrano un particolare ostacolo, tanto più con i preziosi consigli tecnici di Vlad. La seconda parte del film sembra aprire come un mondo parallelo, e le esibizioni in diretta televisiva danno l’impressione di trovarsi all’interno di un videoclip. È questo un mondo fatto di plastica, luce, balli e musica, che promette tanto a chi ha un sogno per poi prendersi più di ciò che ha dato; il grande peccato è che non si arriva fino in fondo nella critica, risolvendosi in un accecante e zuccheroso nulla di fatto.

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I riferimenti che si mostrano al colpo d’occhio nella regia del figlio d’arte Minghella sono sostanzialmente due: difatti, ad una fotografia dai colori tenui capace di dare forma alla poesia delle piccole esperienze quotidiane e ai turbamenti giovanili – non lontana dal cinema di Celine Sciamma – si contrappone un’atmosfera più “aggressiva”, fatta di glamour, penombra, luci al neon e musica dal ritmo sincopato, esteticamente imparentata al magnetico Neon Demon di Nicolas Winding Refn. 

Non sarà un caso che l’eterea Elle Fanning abbia prestato il suo volto anche alla giovanissima modella, simbolo di pura perfezione, protagonista nel film di Refn, e senz’altro i due personaggi conservano dei tratti analoghi: entrambe pervase da un’accanita ingenuità, con l’atteggiamento di chi è costantemente fuori luogo, però in grado di celare una certa dose di ambiguità e forza interiore. Nonostante ciò, le due pellicole non possiedono affatto la stessa potenza espressiva e narrativa. 

Volendo partire proprio dalla caratterizzazione dei personaggi, Teen Spirit sembra quasi dimenticare il fattore umano ed introspettivo presentando il più delle volte delle figure superficiali, ad eccezione di Violet, comunque enormemente debitrice dell’interpretazione portata dalla Fanning; un ottimo lavoro il suo, non solo attoriale ma soprattutto canoro, che l’ha vista applicarsi duramente anche nell’esercitazione vocale. 

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Per quanto si tratti di un racconto animato dal bisogno di rivalsa, apparentemente deciso a mostrare i lati un po’ più scuri della fama, ciò che manca è il “fattore ostacolo”, il conflitto: per quanto sulla sua strada si pongano una madre severa e bigotta, o dei produttori discografici senza scrupoli, non sembra mai veramente messo in discussione il raggiungimento del suo obiettivo finale; sembra essere tutto destinato al proprio destino, come la sensazione lasciata dalla finale di un talent show, in cui non si può che esclamare “ma tanto era chiaro che avrebbero fatto vincere Tizio\Caio!”.

Non è del tutto chiaro se Teen Spirit: A Un Passo Dal Sogno sia riuscito ad esaurire il suo discorso oppure si sia rivelato inefficace, sta di fatto che nel caso della prima ipotesi sarebbe lecito chiedere qualche cosa di più di una confortante scalata al successo.

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Dal 29 Agosto al cinema.

Cristiana Carta

Info

Titolo Originale: Teen Spirit

Durata: 93’

Data di Uscita: 29 Agosto 2019

Regia: Max Minghella

Con: 
Elle Fanning, Rebecca Hall, 
Millie Brady, Elizabeth Berrington, 
Zlato Buric

Distribuzione: Notorious Pictures

A Un Metro Da Te – L’Intervista Al Regista E Una Clip Dal Film — Marco Bocci E Tommaso Ramenghi All’Anteprima Romana

A Un Metro Da Te, il film con protagonisti Cole Sprouse e Haley Lu Richardson, uscirà domani nelle sale italiane.

Nel frattempo, Notorious Pictures ha diffuso un’intervista con il regista, l’attore Justin Baldoni, qui in Italia conosciuto principalmente per il ruolo di Rafael nella serie televisiva targata The CW, Jane The Virgin.

L’intervista a Justin Baldoni

La pellicola affronta un argomento delicato, portando l’attenzione sulla malattia della fibrosi cistica.

Sinossi

“Stella (Haley Lu Richardson) e Will (Cole Sprouse) hanno diciassette anni, si conoscono nell’ospedale dove sono entrambi ricoverati ed è amore a prima vista. La malattia li costringe a restare sempre a una distanza di sicurezza di un metro e mezzo, per non rischiare di trasmettersi tra loro batteri che potrebbero essere letali, e questo rende tutto molto complicato. Una storia sul potere dell’amore che lotta contro il tempo e lo spazio. 

Clip

All’anteprima romana del film saranno presenti anche Marco Bocci e Tommaso Ramenghi.

Di seguito maggiori informazioni:

Notorious Pictures, in collaborazione con The Space Cinema e Notorious Cinemas, ha organizzato due proiezioni di beneficenza a sostegno della LIFC che si terranno in contemporanea il giorno 21 marzo alle ore 21.00 al The Space Cinema Parco De Medici di Roma e il Notorious Cinemas Centro Sarca di Sesto San Giovanni (MI).

L’intero incasso dei due eventi sarà devoluto a sostegno del progetto CASE LIFC per l’accoglienza gratuita delle famiglie e dei pazienti nel periodo del post-trapianto.

A Roma introdurranno la visione del film insieme con la Presidente LIFC Gianna Puppo Fornaro, due ospiti speciali e testimonial LIFC, Marco Bocci e Tommaso Ramenghi.

L’intero incasso della serata sarà devoluto a sostegno del progetto CASE LIFC per l’accoglienza gratuita delle famiglie e dei pazienti nel periodo del post-trapianto.

Maggiori informazioni su www.fibrosicistica.it/progetti/case-lifc/

 

EVENTO ROMA THE SPACE CINEMA, link per acquisto biglietto:

https://www.thespacecinema.it/prenotare-il-biglietto/summary/25/7123/26178

EVENTO MILANO NOTORIOUS CINEMAS, link per acquisto biglietto:

https://www.notoriouscinemas.it/acquista-film/?mult=5446&per=6193&pro=52

 

Disponibile in libreria anche l’omonimo libro, scritto da Rachael Lippincott e dagli sceneggiatori del film, Mikki Daughtry e Tobias Iaconis, ed edito da Mondadori.

Nel cast di A Un Metro Da Te, in uscita il 21 Marzo nelle sale italiane, anche Claire Forlani, Moises Aria, Emily Baldoni, Parminder Nagra, e Kimberly Hebert Gregory.

Laura Silvestri

Comunicato e materiali Stampa: WayToBlue

City Of Lies – L’Ora Della Verità — La Recensione

Troppi Errori Per Un’Indagine Lunga Una Vita

City Of Lies – L’Ora Della Verità traccia una connessione tra gli omicidi di Tupac Shakur e The Notorious B.I.G., avvenuti il primo a Las Vegas il 13 settembre del 1996, e il secondo a West Hollywood il 9 marzo del 1997, intrecciati alle vite del detective Russell Poole e del giornalista Jack Jackson. I due, a quindici anni di distanza dai fatti, cercano insieme di ripercorrere le tappe dell’indagine, convinti di poter provare che dietro i due omicidi si celi un pesante caso di corruzione per la polizia di Los Angeles.

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Russell Poole, interpretato da Johnny Depp – qui in una performance sotto la media per una carriera ormai lontana dai fasti del passato -, è un detective che ha dedicato gran parte della propria vita a investigare gli omicidi dei rapper Tupac Shakur e Notorious B.I.G., fino a giocarsi la carriera.

Forse ispirati dalla serie tv True Detective, il regista e lo sceneggiatore si sono convinti che narrare questa storia mediante flashback fosse una scelta vincente. Purtroppo, non è stato così.

Alla figura del detective realmente esistito, gli autori affiancano quella totalmente fittizia del reporter (interpretato da Forest Whitaker) che indaga sullo stesso caso, dove l’unico scopo del secondo è fornire al primo la cornice per raccontare gli eventi accaduti, togliendo di fatto molta azione alla storia.

CITY OF LIES

In questo gioco continuo tra passato e presente, la struttura della sceneggiatura risulta molto debole. Infatti l’attore Christian Contreras (marito di Jodie Whittaker, Doctor Who), qui alla sua prima prova da sceneggiatore, non eccelle nel suo compito.

Il film non convince, poiché sembra avere due anime: da una parte un poliziesco, e dall’altra un film di denuncia, tuttavia senza credere in nessuna delle due parti, e non avendo il mordente necessario per far appassionare gli spettatori alla vicenda narrata.

La pellicola si apre come un documentario, passando i primi 15 minuti tra filmati d’archivio, interviste dell’epoca e repertorio vario, per poi diventare un poliziesco dove i troppi nomi e le troppe piste tendono a confondere lo spettatore, mescolando ancora di più le carte in tavola con un andirivieni non necessario tra passato e presente. In seguito, nell’ultima parte, viene approfondito anche il rapporto tra i due protagonisti e i famigliari di Poole, ma è ormai troppo tardi per far appassionare gli spettatori alla vicenda umana dei due; forse, in ultima analisi, questa è la storyline meno sviluppata, ma che più risente della struttura complessiva del racconto.

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Considerando il fatto che il film indaga su un caso ancora irrisolto, e che il suo cuore è costituito dal personaggio di Russell Poole e quanto questo detective abbia sacrificato della sua vita per seguire la verità, magari sarebbe risultato più efficace – e avrebbe avuto sicuramente un maggiore impatto emozionale sullo spettatore – partire direttamente dalla sua vicenda umana.

Sorge il dubbio che questa storia non sia adatta ad essere compressa in 2 ore.

Forse temi quali la corruzione nelle forze di polizia in America – che hanno fatto il successo di serie Tv come The Shield – potevano prestarsi meglio a un format seriale, come accaduto per la serie prodotta da Usa Network, Unsolved, che tratta della stessa vicenda del film.

Ma sarà proprio il tempo a dare ragione o meno al film.

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Troverete City Of Lies – L’Ora Della Verità al cinema dal 10 Gennaio.

Materiali Stampa: ManzoPiccirillo

Anna Antenucci

Info

Titolo Originale: City of Lies

Durata: 112'

Data Di Uscita: 10 Gennaio 2019

Regia: Brad Furman

Con: 

Johnny Depp, Forest Whitaker, 

Toby Huss

Distribuzione: Notorious Pictures

Ben Is Back – La Recensione

Wow. Avete ancora paura di me.

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È la mattina del 24 dicembre, e i Burns si stanno preparando per trascorrere le festività.

Tutto sembra essere tranquillo, finché il giovane Ben Burns (Lucas Hedges) torna a casa per passare il Natale con la sua famiglia, dopo essere uscito dalla comunità a cui si era rivolto per disintossicarsi.

Sua madre, Holly (Julia Roberts), sulle prime è emozionata per il ritorno del figlio ed è fiduciosa nei suoi progressi, ma lo scetticismo di sua figlia Ivy (Kathryn Newton) e la premura del suo compagno Neal (Courtney B. Vance) la mettono in guardia, ricordandole che in passato Ben è stato una minaccia non solo per sé, ma anche per la sua famiglia.

Holly decide di far restare suo figlio, ma ad una condizione: che si lasci sorvegliare da lei stessa per le 24 ore successive.

Tuttavia, Ben non è tornato solamente nella casa di famiglia, ma anche tra i fantasmi che ha nascosto in soffitta, tra quelle colpe e in quella realtà criminale da cui era scappato.

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Ben is Back è diretto da Peter Hedges, sceneggiatore e regista di Schegge di Aprile co-sceneggiatore di About A Boy. Anche in questo caso, come in quello dell’ultima opera citata, Hedges ha analizzato la relazione tra famiglia e dipendenza basandosi su vicende autobiografiche in cui si sono verificati degli episodi di assuefazione all’alcool e alle droghe. 

La famiglia Burns è duplice: se da una parte c’è un polo positivo, rappresentato dalla tolleranza di Neal e della felicità dei due figli che ha avuto da Holly, Lacey e Liam, dall’altra c’è la negatività della sofferenza nelle lacrime della stessa Holly, di Ben e di Ivy – emblematica è la catartica scena in cui quest’ultima canta Oh Holy Night -.

Non è difficile entrare in empatia con Holly e Ben, così come non è facile uscirne una volta fuori dalla sala: l’ansia e le paranoie di Holly sono le stesse che prova anche il pubblico, e il solo pensare ai pericoli in cui potrebbe incappare Ben, terrorizza lui e gli spettatori in egual modo.

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I fiati, i bassi, le poche note al piano della colonna sonora di Dickon Hinchcliffe (Un Gelido Inverno, Locke) e la fotografia fredda di Stuart Bryburgh (Lezioni di Piano, I Sogni Segreti di Walter Mitty, The Gifted – il Dono del Talento) fanno sì che il gelo della Vigilia rispecchi quello che, in quel giorno, porta con sé Ben tornando a casa.

I dialoghi talvolta si silenziano davanti agli sguardi carichi di rabbia fra la Roberts e Hedges, lasciano spazio ai gesti che li avvicinano e alle braccia tese che li tengono lontani l’uno dall’altra, smuovendo visceralmente chi li osserva, amplificando il dubbio su chi, fra madre e figlio, stia cercando di proteggere l’altro.

Ben is Back è un film commovente, che riesce a rendere credibile un espediente inflazionato come quello del “non-mostrare” al fine di creare la suspense – e fidatevi, ci sono moltissime cose che vi sfuggiranno ad una prima visione -. È un film che rivela senza filtri la mostruosa realtà delle dipendenze e il modo in cui viene vissuta sia da chi ne è vittima, sia da chi è al suo fianco e cerca di proteggerlo.

In conclusione, due sono le cose certe: una è che Ben is Back non è facile da metabolizzare, l’altra è che merita di essere visto.

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Prodotto da Black Bears Pictures, 30West e Color Force, il film è stato presentato al Toronto International Film Festival e alla Festa Del Cinema Di Roma, e uscirà nelle sale italiane il 20 dicembre, distribuito dalla Notorious Pictures.

Lucrezia Roviello

Info

Titolo Originale: Ben Is Back

Durata: 103'

Data di Uscita: 20 Dicembre 2018

Regia: Peter Hedges

Con: 

Lucas Hedges, Julia Roberts, 

Kathryn Newton, Courtney B. Vance

Distribuzione: Notorious Pictures

Ben Is Back – Il Trailer Del Film

https://youtu.be/EbtNWSbtZD8

Da Toronto a Roma, Ben Is Back sarà il film di chiusura (26 Ottobre) di Alice Nelle Città alla tredicesima edizione della Festa Del Cinema.

In uscita nelle sale dal 20 Dicembre, arriva il trailer della pellicola diretta da Peter Hedges e con Julia Roberts, Lucas Hedges Kathryn Newton.

Sinossi:

Ben sta cercando di disintossicarsi, il giorno di Natale decide di uscire dalla comunità per passare le feste in famiglia. La madre Holly sorpresa lo accoglie a braccia aperte, ma capisce presto che qualcosa non va. Durante le 24 ore successive, Holly farà tutto ciò che è in suo potere per salvare il figlio ed evitare il collasso della propria famiglia.

Distribuito da Notorious Pictures.

Laura Silvestri