Annabelle 3 – La Recensione

Annabelle: Il ritorno della bambola diabolica

Determinati ad impedire ad Annabelle di continuare a seminare il caos, i demonologi Ed e Lorraine Warren portano la bambola posseduta nella stanza dei manufatti, rigorosamente chiusa a chiave. La coppia mette Annabelle al sicuro dietro un vetro consacrato e ottiene la santa benedizione da parte di un sacerdote. Un anno dopo, però, la figlia dei Warren e le sue amiche trascorrono una notte di orrore, dopo aver visitato la senza blindata risvegliando Annabelle e tutti gli spiriti maligni che tornano in vita grazie alla sua mediazione.

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Negli ultimi anni, il cinema horror statunitense è stato dominato dallo scontro a distanza tra New Line Cinema (sussidiaria della Warner Bros) e Blumhouse Productions (alleata con Universal Pictures e Paramount). Gli incassi hanno sorriso ad entrambe le case di produzione e i consensi critici sono arrivati in gran numero sia per lo studio fondato nel 1967 sia per quello costruito con la velocità di un fulmine a ciel sereno da Jason Blum.

Eppure, probabilmente, nonostante una metodologia di lavoro molto austera che punta su budget compresi tra i 3 e i 5 milioni, è possibile dire che Blumhouse si trovi ancora qualche passo avanti rispetto a New Line. Basti pensare che la carriera di James Wan, l’architetto del Conjuring Universe (una sorta di universo horror modellato sull’esempio ben più ampio del Marvel Cinematic Universe), è stata rilanciata proprio dall’intervento di Jason Blum, che, quando nessuno credeva in lui, ha prodotto per il cineasta malaysiano la saga di Insidious. Da quel momento in poi, gli incassi per l’horror hanno subito un’impennata, Wan è passato a lavorare per Warner Bros (ed è anche stato chiamato alla regia di Aquaman) e il modo di fare cinema di Blum ha fatto numerosissimi proseliti, tra cui Gary Dauberman, sceneggiatore della saga di Annabelle.

Un prodotto come The Conjuring ha trasformato lo stile Blumhouse e lo ha adattato a budget lievemente maggiorati. Pochi attori, una sola casa, particolare attenzione nella gestione dello spazio scenico, CGI pressoché assente e profusione di effetti artigianali: queste caratteristiche si sono sposate alla perfezione con l’ossessione per il maligno del cinema di James Wan. Sta di fatto che il franchise di The Conjuring ha dato vita anche a The Nun, ai tre episodi di Annabelle e a La Llorona, affermandosi come uno dei marchi più interessanti nel cinema horror del nuovo millennio. Dopo aver curato le sceneggiature di IT e dei primi due episodi di Annabelle, Gary Dauberman è passato alla regia, occupandosi del capitolo meglio realizzato della saga.

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 È inevitabile: il genere horror nasce dagli anfratti oscuri della nostra anima. Il nero e l’oscurità sono il punto cieco e dark da cui ogni visione deve passare per venire alla luce. E Annabelle ha l’ottimo merito di costruire una modalità di sviluppo particolarmente concentrata sui personaggi che porta in scena. Dopo un prologo azzeccato che coinvolge Ed e Lorraine Warren, la coppia lascia il posto ad attori che traghettano il capitolo verso un target differente.

Fondamentalmente, infatti, il film di Dauberman è un coming-of-age privo dell’aspetto più hardcore del genere. Piuttosto che costruire scene che facciano saltare lo spettatore dalla paura, il regista e sceneggiatore è interessato alla resa dei personaggi, esseri umani fragili i cui traumi orientano ogni loro scelta.

Non sorprende, quindi, trovare un primo atto e mezzo dilatato in cui non succede quasi nulla ma che serve per preparare il terreno ad un terzo atto che deflagra con forza e trascina il film verso il binario del ghost-movie. Nel corso dei 100 minuti circa di durata, Annabelle 3, come fosse un demone, cambia forma, abbraccia lo slasher, il trap-movie e, come già detto, il ghost-movie e persino il dramma adolescenziale.

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Il merito maggiore di questo buon film, tuttavia, risiede proprio nella costruzione della paura e nel trattamento anti-climatico cui è sottoposto lo sviluppo del racconto. Più e più volte, infatti, il regista si diverte ad accumulare tensione che verrà improvvisamente rilasciata in un nulla di fatto.

Un merito a parte va ad una particolare sequenza che gioca con i media e lo spoiler (ma è meglio non anticipare nulla). In definitiva, Annabelle 3 rappresenta un bel passo avanti per la saga ed un ottimo nuovo ingresso per il Conjuring Universe di James Wan.

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Annabelle 3 sarà dal 3 luglio al cinema.

Matteo Marescalco

Info

Titolo originale: Annabelle comes home

Durata: 106'

Data di uscita: 3 luglio 2019

Regia: Gary Dauberman

Con: 

Vera Farmiga, Patrick Wilson, 
Mckenna Grace, Madison Iseman

Distribuzione: Warner Bros. Italia

Aquaman – La Recensione

Un Nuovo Re, Una Vecchia Storia

Dall’unione tra la Regina di Atlantide e un umano della terraferma nasce Arthur Curry, colui che, alla scomparsa della madre, sarebbe destinato a divenire Re di Atlantide in quanto primogenito, e a portare la pace tra i due popoli in quanto appartenente ad entrambi i mondi. Eppure sul trono di Atlantide siede suo fratello Orm, e il popolo del mare sembra essere entrato in guerra con quello della Terra. Arthur – conosciuto ormai dalla gente come Aquaman – con l’aiuto di Mera – Principessa di Xebel – dovrà trovare il modo di porre fine al conflitto, e ristabilire la pace nei due regni.

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L’anno nuovo verrà inaugurato in casa DC/Warner Bros. con l’uscita nelle sale di Aquaman, il lungometraggio dedicato al Re di Atlantide – interpretato qui da Jason Momoa -, già visto sul grande schermo in occasione del team-up di supereroi DC dello scorso anno, Justice League.

In Justice League, i contatti di Arthur con Atlantide erano ancora scarsi, salvo un paio di sue comparsate “in fondo al mar” per indagare e successivamente tentare di sventare gli attacchi di Steppenwolf.

Anche sulla terra la sua doppia identità come Aquaman non era stata ancora del tutto affermata – nonostante non si tirasse indietro nei momenti di necessità -, o, almeno, non all’inizio del film.

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In Aquaman assistiamo invece non soltanto alla crescita della sua fama da eroe in superficie, ma anche al suo riavvicinamento con il popolo marino. “Reclutato” da Mera (una splendida Amber Heard) e Volk (Willem Dafoe) per porre fine alla sete di potere e ai piani disfattisti del fratello Orm (Patrick Wilson), Arthur dovrà mettere da parte i suoi pregiudizi nei confronti di coloro che incolpa per avergli portato via la madre, e cercare di diventare l’uomo, il Re, l’Eroe di cui il popolo del mare e quello della terraferma hanno bisogno.

Tramite una quest improntata su un doppio livello, universale – la ricerca del Tridente di Re Atlan, il cui possesso lo legittimerebbe come Re di Atlantide – e personale – la ricerca del sé, come prevede il classico “viaggio dell’eroe” -, James Wan mette su le basi per un origin movie dal grande potenziale, ma che purtroppo non viene propriamente raggiunto in fase di realizzazione.

Aquaman soffre di un’ambizione forse troppo ardita, che invece di trovare remunerazione per il coraggio di aver osato, riceve una condanna per aver osato troppo. Condanna però giusta, perché la pellicola risulta esagerata sotto ogni aspetto: dall’invadentissima CGI – era logico che in un tale contesto venisse usata in grande misura, ma che non che non ne mantenesse una -, ai dialoghi eccessivamente palesi e on the nose – viene chiaramente violato il principio «Show, Don’t Tell!» -, alle strane scelte registiche, o anche in fatto di acconciature – la parrucca della Regina Atlanna (Nicole Kidman) e i capelli di Vulko e Re Nereus (Dolph Lundgren) sono un qualcosa di inguardabile, mentre è stato fatto un ottimo lavoro con il personaggio di Mera -.

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I villain, poi, non colpiscono e non affondano – perdonateci il gioco di parole -, né nel caso del fratello geloso Orm – il quale soffre anche del paragone con la sua controparte Marveliana, Loki, che può certamente vantare di una assai più abile costruzione cinematografica -, né nel caso di Black Manta (Yahya Abdul-Mateen II), che riesce ad essere persino meno memorabile di Steppenwolf – forse non per la povera Sicilia, ma per gli spettatori sicuramente -.

È più che naturale, allora, sfociare nel kitsch e nel trash, e non riuscire a trovare un’impronta stilistica definita, macchiandosi invece di una confusione generale che possiede, tristemente, poche qualità redentive.

Tra queste, sono assolutamente da segnalare i personaggi di Arthur e Mera, che trovano in Momoa e nella Heard degli interpreti perfetti, con un’ottima chimica, e con delle interessanti dinamiche da sviluppare – ci si augura – in futuro; alcune ambientazioni, in particolare quelle delle scene in Sicilia – e non lo diciamo per orgoglio nazionale, ma perché offrono realmente una tanto agognata dose di genuinità alla pellicola -; e alcune battute e momenti che riescono ad entusiasmare anche il pubblico più (non a torto) critico.

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Aquaman si rivela dunque essere un concentrato poco ben amalgamato di elementi che, se gestiti diversamente, avrebbero potuto rappresentare la carta vincente del film, mentre nello stato attuale ne costituiscono, purtroppo, il proverbiale tallone d’Achille – si fa per dire -.

Si ripete dunque la storia dei cinecomic DC che potevano essere, ma che invece non sono. Con l’unica eccezione di Wonder Woman – e lungi da noi conoscere i motivi per cui non ne è stato preso l’esempio -, il DCEU sembra non avere ancora trovato una sua direzione.

Ma visti gli ingenti incassi che sta già realizzando il film di Wan, forte dell’hype creatosi attorno ad esso, dubitiamo che in casa Warner Bros. venga a mancare lo spirito delle feste.

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Aquaman arriverà nei mari – e nelle sale – d’Italia dal 1 Gennaio 2019.

Laura Silvestri

Info 



Titolo Originale: Aquaman



Durata: 143'



Data di Uscita: 1 Gennaio 2019



Regia: James Wan



Con: 


Jason Momoa, Amber Heard, 


Willem Dafoe, Nicole Kidman, 


Patrick Wilson, Dolph Lundgren, 


Temuera Morrison, Yahya Abdul-Mateen II,
Kekoa Kekumano



Distribuzione: Warner Bros. Italia

 

 

Aquaman – Il Final Trailer

Disponibile online il final trailer di Aquaman, sesto film dell’universo cinematografico DC targato Warner Bros.

Secondo la sinossi rilasciata da Acting Auditions:

“Aquaman sarà incentrato sul riluttante sovrano del regno subacqueo di Atlantide, Arthur Curry. Arthur si troverà coinvolto nella battaglia tra gli abitanti della Terra, che inquinano costantemente l’ambiente, e il suo popolo, pronto a invadere la superficie” 

Aquaman, diretto da James Wan e con Jason Momoa, Amber Heard, Nicole Kidman, Patrick Wilson e Willem Dafoe, uscirà nelle sale italiane il 1 gennaio 2019.

Trailer: Warner Bros.
Poster: Everyeye

Laura Silvestri

Aquaman – Il Nuovo Trailer Ufficiale

Trailer Italiano

Trailer Originale

È uscito oggi il nuovo trailer di Aquaman, il prossimo film Warner Bros. targato DC.

Nel filmato, presentato al Comic-Con di New York assieme a un nuovo poster promozionale, impariamo a conoscere meglio Arthur (Jason Momoa) e Mera (Amber Heard), e vediamo anche a più riprese Queen Atlanna, interpretata da Nicole Kidman, mentre il regno di Atlantide incontra i suoi nemici più letali.

Secondo la sinossi rilasciata da Acting Auditions:

“Aquaman sarà incentrato sul riluttante sovrano del regno subacqueo di Atlantide, Arthur Curry. Arthur si troverà coinvolto nella battaglia tra gli abitanti della Terra, che inquinano costantemente l’ambiente, e il suo popolo, pronto a invadere la superficie” 

Aquaman, diretto da James Wan e con Jason Momoa, Amber Heard, Nicole Kidman, Patrick Wilson e Willem Dafoe, uscirà nelle sale americane il 21 Dicembre 2018.

Laura Silvestri