Men In Black: International – La Recensione

Una buona occasione per essere sparaflashati

Molly ha un sogno: poter entrare a far parte dell’incredibile organizzazione segreta dei Men in Black, impegnata da sempre nella supervisione dei rapporti tra gli alieni e la terra. Con tenacia e faccia tosta, Molly convincerà la direttrice di essere all’altezza del ruolo, meritandosi così di entrare a far parte del team come Agente M. Nella sede londinese dei M. i. B., intanto, c’è qualcosa che va storto, e questa sembra essere l’occasione giusta per dimostrare davvero quanto vale.

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Gli ultimi tempi, si sa, sono davvero prolifici per quanto riguarda la rinascita di quei prodotti audiovisivi cult, risalenti più o meno al periodo in cui noi millennials riavvolgevamo le cassette con una matita e facevamo deperire poveri ed innocenti Tamagotchi. Purtroppo, non sempre l’effetto è quello desiderato, e l’operazione rischia di avere delle controindicazioni.

In Men In Black: International, che si proprone come quarto episodio della fortunata saga, iniziata nel 1997, degli uomini in nero, non sono più Will Smith e Tommy Lee Jones a fare da mattatori, e anche questo fa sentire tanto il suo peso. Mosso da una ricerca di approvazione legata alla difficile eredità, unita al bisogno disperato di rendere la storia più aperta alle problematiche contemporanee, dispiace dire che il film non ottiene niente di tutto ciò.

Ma partiamo dall’inizio: siamo nel 1996, Molly è una bimba quando dalla finestra di camera sua vede gli agenti Men in Black sparaflashare i suoi genitori, e un cucciolo di alieno si è rifugiato in camera sua dopo essere fuggito. Da quel momento il suo desiderio più grande sarà (per ragioni evidentemente a noi ignote) quello di entrare a far parte di questo “mondo nascosto”, e soprattutto possedere un neuralizzatore.

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Son passati parecchi anni, e ormai Molly è un’adulta (qui interpretata da Tessa Thompson); in barba a tutte le contromisure per poter rimanere nell’ombra, lei conosce benissimo il lavoro dei M. i. B. e in maniera imbarazzantemente facile riesce ad accedere al quartier generale; l’”infiltrata” viene mandata dalla direttrice, l’agente O (Emma Thompson), la quale con riluttanza le spiega che non si viene assunti, bensì “reclutati”. Molly è una testa dura, e in qualche modo convince l’agente O a concederle un periodo di prova.

Reclutata nella sede londinese, M sarà affiancata niente meno che all’agente H (Chris Hemsworth) – considerato alla stregua di un eroe da tutti, tranne che dall’agente C. H e M (sì, sì, se non l’avete afferrata, è proprio H&M, non è divertentissimo? Ecco, infatti) cercheranno di risolvere un problema che sembra avere a che fare con la poco raccomandabile razza aliena degli Hive. Comincia così la loro missione, che li porterà in Marocco, a Parigi e a Napoli (dove l’agente H avrà a che fare con la sua ex fiamma, un’aliena malavitosa), a bordo dell’ultratecnologica e superaccessoriata automobile “aziendale” – l’unico vero e genuino lascito dell’essenza della trilogia originale.

Perché tanto fervore? L’oggetto cardine di tutto l’intrigo è l’arma più potente mai vista sulla terra, che finisce incredibilmente nelle mani di M.
Intanto i due agenti vengono costantemente intercettati, e non può che significare una cosa: una talpa all’interno dell’organizzazione.

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È da ammettere che l’interazione di Hemsworth con la Thompson risulta la cosa più indovinata di Man in Black: International; d’altronde, già collaudati dalla Marvel, per la quale vestono i panni di Thor e Valchiria, hanno la giusta intesa e sanno essere in alcuni punti davvero divertenti. A dargli man forte la simpatica bestiolina/pezzo di scacchiera, affettuosamente chiamato Piedino. Purtroppo è la costruzione dei loro personaggi a non funzionare più di tanto; Molly si inserisce nella storia come una “novellina”, ma sa tutto, è brava in tutto e al di là di questo non presenta la minima evoluzione alla termine dell’arco narrativo. H si rivela essere sostanzialmente un inetto con tanta fortuna e pochissimo giudizio, e non viene sviluppato abbastanza per poter poterlo descrivere in più parole.

Non si riesce a trovare, in una trama di per sé abbastanza basilare e per niente coraggiosa, un equilibrio tra l’atmosfera da spy story britannica, la fantascienza e il quasi disperato bisogno di smorzare i toni con l’inserimento casuale di ironia spicciola, memore dell’operazione compiuta da Taika Waititi in Thor: Ragnarok. È doveroso aggiungere che un punto di forza della trilogia era l’ingegno avveniristico delle ambientazioni e delle trovate tecnologiche, insieme all’ottima fattura (specie per l’epoca) dei mostri alieni; qui, nel 2019, sembra onestamente essersi fatto un passo indietro in questo senso.

In buona sostanza, questo Men in Black si potrebbe definire poco ispirato, o ispirato solo dall’imperante nostalgia anni ‘90 che sembra aver inglobato l’industria cinematografica dell’ultimo periodo. È un peccato, soprattutto per coloro che hanno riso e seguito le avventure degli inimitabili Agente J e Agente K.

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Men in Black: International è dal 25 Luglio al cinema.

Cristiana Carta

Info


Titolo Originale: Men in Black: International


Durata: 115’


Data di Uscita: 25 Luglio 2019


Regia: F. Gary Gray


Con: 

Chris Hemsworth, Tessa Thompson, 

Liam Neeson, Rafe Spall, Emma Thompson


Distribuzione: Sony Pictures Entertainment

Men In Black: International – Trailer, Sinossi, Immagini E Poster Del Film

Online il nuovo trailer internazionale di Men In Black: International, spin-off della saga originale, con protagonisti Chris Hemsworth e Tessa Thompson.

Il film diretto da F. Gary Gray uscirà nelle sale italiane il 25 Luglio 2019, a 22 anni di distanza dal primo Men In Black.

Di seguito trovate immagini, sinossi e poster della pellicola.

Immagini
Sinossi

“I Men in Black hanno sempre protetto la terra dalle insidie dell’universo. In questa nuova avventura dovranno affrontare la più grande minaccia di sempre: una talpa all’interno dell’organizzazione Men in Black.”

Poster

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Men In Black: International è prodotto da Sony Pictures, Amblin Entertainment, Columbia Pictures e Image Nation.

Laura Silvestri

Materiali stampa: Sony Pictures

Creed II – La Recensione

Ritorno Sul Ring

Le cose vanno decisamente bene per Adonis Creed: è diventato campione del mondo dei pesi massimi e ha chiesto a Bianca di sposarlo. Ma ad un passo dalla felicità, il passato torna a sfidarlo. Il suo fantasma ha il volto e i muscoli di Viktor, figlio di Ivan Drago, il pugile che trentaquattro anni prima ha ucciso suo padre, Apollo Creed, sul ring.

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A tre anni di distanza dal film Creed – Nato per combattere – che ebbe un’ottima accoglienza sia di pubblico che di critica – era imperativo che la storia continuasse.

Michael B. Jordan riprende il ruolo di Adonis Creed, ma in cabina di regia non c’è più Ryan Coogler – qui solo in veste di produttore esecutivo – ; il testimone passa a Steven Caple Jr., regista del lungometraggio The Land.

Se il riferimento per Creed era il primo capitolo della saga di Rocky, il sequel è invece strettamente legato agli accadimenti di Rocky IV.

Poteva essere un film banale, scontato, soprattutto per via dell’idea di riesumare Ivan Drago – colpevole di aver ucciso sul ring Apollo Creed negli anni 80 – e dargli un erede pronto a rinnovare una sfida ormai generazionale. Eppure, non è così.

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L’intreccio, all’apparenza, potrebbe risultare blando: ci si potrebbe legittimamente annoiare guardando quello che accade ad Adonis e al suo percorso, che si muove sempre in bilico tra quello che il pubblico si aspetta, e il tentativo di trovare un nuovo modo per raccontare le stesse cose.

In realtà la pellicola è sì piena di cliché, tuttavia sapientemente amalgamati, che permettono una sincera empatia con i personaggi per tutta la sua durata. Noi spettatori sappiamo già quando Adonis Creed perderà e quando vincerà, e gli autori ne sono consapevoli. Per questo il film non si concentra tanto sullo scontro fisico, ma sull’evoluzione emotiva dei personaggi.

Soprattutto in questo capitolo della saga, in cui la posta in gioco si alza tantissimo, poiché Adonis dovrà fare i conti con il fantasma dell’assassinio di suo padre, il drive narrativo non è tanto la vendetta, quanto il rapporto padre/figlio di fronte ai cambiamenti, proprio nel momento in cui lui stesso sta per diventare padre.

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Come affermato anche dal regista in un’intervista, Creed II non è un film sulla vendetta, ma su due persone legate da uno stesso destino, e su cosa ci può essere in gioco per loro. Esplorando la ferita emotiva di questi due pugili, la vendetta passa in secondo piano.

  Ivan Drago, tuttavia, non ha mai scordato la sconfitta subita da parte di Rocky, e ha cresciuto suo figlio Viktor nell’odio.

Viktor Drago, interpretato da Florian “Big Nasty” Munteanu, un vero pugile tedesco di origini rumene, è fisicamente imponente e realmente minaccioso, ma lo spazio a lui dedicato nella pellicola è estremamente ridotto, tanto da chiedersi se il suo personaggio – e il conflitto con il padre – non meritassero un’esplorazione più approfondita.

In Rocky IV, anche il personaggio di Ivan Drago poteva considerarsi manicheo – come del resto suo figlio in questo capitolo – ma in realtà fu proprio lui (interpretato sempre da Dolph Lundgren) ad attraversare la trasformazione meglio sviluppata, imparando a perdonare.

CREED II

Le istanze tematiche del film sono apertamente delineate, ed emerge chiaramente come il vero cuore pulsante di questa saga non sia il pugilato, ma la famiglia. I personaggi di Adonis e Bianca (interpretata da Tessa Thompson) si trovano a diventare genitori per la prima volta, affrontando la probabilità che la figlioletta potrebbe nascere sorda.

Michael B. Jordan torna, come dicevamo, nei panni di Adonis (di nome e di fatto) per la seconda volta, confermandosi come astro nascente della nuova Hollywood, e dimostrando di saper incarnare alla perfezione l’eroe che lotta per i suoi sogni, ma che non ha paura di essere vulnerabile.

Rispetto al primo Creed, dove l’obiettivo principale di Adonis era dimostrare di essere degno del nome che portava, e di sapere accettare l’ingombrante eredità del genitore, in questo nuovo capitolo deve dimostrare a se stesso di poter essere un uomo diverso dal padre, e trovare dentro di sé la forza di combattere per ciò in cui crede.

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Il pubblico potrà forse chiedersi quale sarà il livello di saturazione per queste saghe che attraversano più e più decenni, ma dubitiamo che di fronte alle emozionanti scene finali di Creed II, al cinema dal 24 Gennaio, mancherà di prodigarsi in un sonoro applauso.

Anna Antenucci

Titolo : Creed II

Durata: 130'

Data di Uscita: 24 Gennaio 2019

Regia: Steven Caple Jr.

Con: 

Michael B. Jordan, Sylvester Stallone, 

Tessa Thompson, Dolph Lundgren

Distribuzione: Warner Bros. Pictures

 

 

 

 

 

Men In Black: International – Online Il Primo Trailer Ufficiale

È online il primo trailer ufficiale di Men In Black: International, spin-off della saga originale, con protagonisti Chris Hemsworth e Tessa Thompson.

Il film diretto da F. Gary Gray uscirà nelle sale americane il 19 Giugno 2019, a 22 anni di distanza dal primo Men In Black.

Men In Black: International è prodotto da Sony Pictures, Amblin Entertainment, Columbia Pictures e Image Nation.

Laura Silvestri