Captain Marvel – La Recensione

Old School Marvel

Vers è una guerriera Kree che non riesce a controllare perfettamente i suoi poteri, e non ricorda nulla del suo passato, se si escludono quegli strani flash che sembra avere di tanto in tanto. Durante una battaglia con gli acerrimi nemici dei Kree, gli Skrull, finisce accidentalmente sul pianeta C-53, ovvero la Terra. Qui la ragazza vedrà crollare le proprie certezze, per poi ricostruire un passato che non sapeva di avere, e imboccare una strada che, forse, era sempre stata destinata a percorrere.

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Chi è nato agli inizi degli anni 90′ – o poco prima -,  specialmente se di sesso femminile, ma non esclusivamente – come chi sta scrivendo questa recensione -, avrà probabilmente passato buona parte della propria infanzia e adolescenza davanti alla tv, guardando con occhi sognanti e stupefatti le prodezze di badass ladies come Xena o Buffy, delle quali ci si immaginava emulare le gesta.

Queste si andavano ad unire ad una già nutrita schiera di personaggi femminili degni di nota – anche se comunque in minoranza numerica rispetto a quelli maschili -, che con il passare del tempo non ha fatto che aumentare, seppur lentamente. Soprattutto recentemente, con un aumentare dell’attenzione dedicata all’inclusività e alla parità dei sessi, abbiamo visto crescere la quota rosa nei ranghi del fantasy, dello Young Adult e dei cinecomics.

Proprio tra questi ultimi, sia in casa DC con l’esemplare Wonder Woman, che in casa Marvel con i vari membri del MCU – Vedova Nera, Gamora, Scarlet Witch, Peggy Carter etc. – abbiamo assistito ad una crescita esponenziale del female power, il cui culmine – almeno per ora – è arrivato con Captain Marvel.

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La pellicola diretta da Anna Boden – anche qui una novità, è il primo film del MCU con una donna al timone – e Ryan Fleck è tutta dedicata all’eroina dai poteri straordinari, ma dall’ancora più straordinaria umanità, Carol Danvers, interpretata da una perfetta Brie Larson.

Ambientato nei gloriosi anni ’90 – un decennio poco esplorato nell’ondata di nostalgia che ha ormai pervaso la produzione dell’ultimo periodo, che sempre più spesso punta principalmente sugli anni ’80 – tra un Blockbuster e un computer che impiega intere ere zoologiche per caricare un audio, Captain Marvel scommette sul genere del buddy movie – innegabile la chimica tra il giovane Nick Fury di Samuel L. Jackson e la inarrestabile, seppur a suo modo vulnerabile, Carol “Vers” Danvers della già citata Larson – intrecciandolo alle modalità di un più classico origin movie, per regalarci un’altra hit da inserire in watchlist.

Da un punto di vista tonale, CM è alquanto old school nel suo rifarsi volontariamente alle prime entrate del MCU, tanto che viene spontaneo il confronto con i primi Iron Man e Thor – e si potrebbe dire anche con il primo Captain America, seppure in misura minore -, discostandosi però in maniera forse troppo netta dai film della Fase 3, specialmente da quelli diretti dai Russo. Se questa scelta creativa può esser vista dunque come un’arma a doppio taglio, è necessario riflettere sul fatto che, come apprendiamo durante la visione, CM non è una semplice origin story, ma è LA origin story per eccellenza.

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È la stessa esistenza di Carol, infatti, a permettere la nascita del Progetto Avengers, in quanto – come in realtà già ampiamente risaputo – Nick Fury verrà a conoscenza di ulteriori abitanti della galassia solo dopo averla incontrata. Visto in quest’ottica, possiamo quindi giustificare quel che potrebbe sembrare un eventuale “passo indietro” a livello di coerenza stilistica con il resto dell’universo condiviso.

La costruzione narrativa funziona bene in molti punti, un po’ meno in altri – avremmo preferito un approccio più graduale al raggiungimento della piena potenza di Carol, così come al manifestarsi della sua forma binary -, e molto si deve al mistero che circonda la vera identità di Carol, svelata poco a poco, grazie anche ai vari flashback adoperati in supporto.

E quello che può mancare a Captain Marvel in fatto di effetti visivi – non è il massimo in termini di VFX, che possono risultare a tratti un po’ blandi, a tratti eccessivamente confusionari – lo recupera offrendoci dei personaggi decisamente memorabili. Dall’esilarante Fury al sorprendente Talos (Ben Mendelsohn), da una grintosa Maria Rambeau (Lashana Lynch) alla vera star della pellicola, Goose (il “gatto”), fino ad arrivare alla stessa Carol, il film va a rinfoltire la rosa del MCU con delle più che apprezzabili aggiunte.

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Ma l’aspetto più importante di Captain Marvel non può che essere quello legato alla propria valenza culturale in un contesto sociale come quello odierno. Se, come abbiamo già rimarcato, di vere e proprie eroine ne conoscevamo e apprezzavamo già diverse, Carol Denvers può aggiungersi al club e diventarne di diritto il Presidente – anzi, la Presidentessa -, perché come aveva fatto anche la Diana Prince di Gal Gadot un paio di anni fa (seppure in maniera e in condizioni alquanto differenti), ci ricorda che l’unica vera supremazia a cui dovremmo puntare è quella dell’umanità.

Ciò che ci permette di andare “più in alto, più lontano, più veloce” non sono dei poteri sovrumani, ma la cara, vecchia e fin troppo sottovalutata forza emotiva dell’essere umano.

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Captain Marvel è al cinema dal 6 Marzo.

P.S. Non perdetevi le scene post credits!

Laura Silvestri

Materiali Stampa: Walt Disney Italia
Info



Titolo Originale: Captain Marvel



Durata: 124'



Data di Uscita: 6 Marzo 2019



Regia: Anna Boden, Ryan Fleck



Con:


Brie Larson, Samuel L. Jackson,


Jude Law, Gemma Chan,

Lee Pace,
 Annette Bening,

McKenna Grace,
 Lashana Lynch, 

Ben Mendelsohn,
 Clark Gregg



Distribuzione: Walt Disney Italia

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