“Sii la persona che il tuo cane crede tu sia”
Denny è un aspirante automobilista di formula 1, che da’ il massimo per raggiungere risultati soddisfacenti anche facendo grandi sacrifici; si troverà a dover affrontare sacrifici ancor più grandi quando con la sua amata Eve formerà una famiglia… per fortuna c’è il suo cane, Enzo!
Diciamocelo molto chiaramente: questo è l’anno in cui gli schermi cinematografici sembrano essere ossessionati da narrazioni il cui punto fondamentale si rivela essere lo sguardo verso il passato, con gli occhi di chi è giunto al tramonto della vita, dall’alto di tutte le consapevolezze assimilate nel corso del tempo.
In questo caso il protagonista è nientemeno che un cane, Enzo (doppiato in origine da Kevin Costner, mentre nella versione italiana troviamo Gigi Proietti), che viene adottato da cucciolo, come per volere del destino, da Denny Swift (Milo Ventimiglia), un automobilista in cerca della gara giusta che gli permetta di sfondare nei grossi circuiti (e, come da subito si intuisce, il nome del cane richiama proprio quello di Enzo Ferrari, grandissima ispirazione per lui).
Le cose potrebbero leggermente complicarsi quando nella loro vita entra Eve (Amanda Seyfried); inizialmente, Enzo dimostra un po’ di gelosia nei confronti della “nuova arrivata”, ma arriveranno presto a comporre un vero e proprio nucleo familiare, rafforzato dalla nascita della loro figlioletta, Zoe. Il cane stesso ci narrerà, attraverso i suoi pensieri fuori campo, il suo vissuto, di conseguenza narrandoci quello di Denny, costellato tanto da gioie quanto da occasioni sprecate e decisioni dolorose e sofferte.
La pellicola è ispirata al romanzo di Garth Stein, best seller del New York Times per ben 40 settimane, “L’arte di correre sotto la pioggia”; correre sotto la pioggia è davvero un’arte a tutti gli effetti e – come Denny insegna – un’arte in cui l’elemento fondamentale è tenere gli occhi sempre oltre la prossima curva, oltre le difficoltà, ed imparare a crearsi “le proprie condizioni”.
Purtroppo, a non convincere più di tanto è proprio il fatto che le massime di vita del quale il film è imbevuto provengano tutte quante dal voice over del cagnolone di casa: ammette di non saper parlare, ma quello che percepisce lo spettatore è un intelletto fin troppo acuto, un lessico fin troppo forbito, e la pellicola combatte con il rischio di perdere la forza narrativa.
In definitiva, Attraverso i miei occhi può ritenersi una commedia dai toni drammatici abbastanza pregevole, pur nei suoi limiti, leggera e farcita di buoni sentimenti, ma tutt’altro che sciocca; utilizzando a livello metaforico i concetti relativi alle corse automobilistiche, cerca di porre riflessioni sul rimanere sempre concentrati verso i propri obiettivi, sulla fedeltà e sul valore del bene incondizionato e disinteressato.
Conferenza con Gigi Proietti
Alla conferenza stampa, Gigi Proietti, ci racconta del valore metaforico di questo film, nel quale presta la voce al cane protagonista, il suo rapporto con gli animali (compresi esilaranti aneddoti tra piccioni e merli indiani), con le automobili e dice la sua sull’industria cinematografica odierna.
«Un film metaforico, anche se così commovente. Una metafora che fa capire come sarebbero più facili i rapporti, come in questo tra Enzo e il padrone, in cui c’è soltanto lealtà e fedeltà., la voglia che il proprio amico stia bene, perché bene significa volere per davvero il bene dell’altro»
Scegliendo Proietti hanno dato alla narrazione di questo particolare punto di vista (il cane che per forza di cose non può esprimersi verbalmente), con la sua voce, tutta la saggezza di chi inizia il suo racconto da anziano; lo stesso dichiara però di non sentirsi veramente sicuro di avere questa saggezza: «sarebbe bello se ce l’avessi».
Non ci si aspetta che, ad un certo punto, siano i nonni a diventare antagonisti della storia: «è un film indubbiamente originale, come anche il fatto che si parta dalla fine».
Parlando di doppiaggio: «ci sono state delle grandi voci italiane che, risentendo poi l’attore americano non doppiato, in originale, rimani deluso».
«Io amo molto gli animali”, racconta in seguito, “addirittura ho avuto un piccione! Un piccione che mia moglie comprò a Ponza… lo portammo a Roma, ma non volava! l’abbiamo chiamato Porototo. E si comportava proprio come un cane!».
Per quanto riguarda il rapporto con le automobili e con la velocità: «Zero! Non sono un patito di automobili, lo sanno tutti. Mi avevano regalato, una volta, un SUV! Mi sembrò di essere l’autista di un pullman, a Roma un SUV è come una bestemmia! ‘Ndo lo metti? E allora l’ho dato via… non ho la passione per le macchine, onestamente».
Oggi il cinema è sicuramente in un momento di forte trasformazione: «il cinema , oggi si sta televisivizzando. un film rimane in sala solo pochi giorni. Il cinema italiano, tolta qualche eccezione, ha sempre storie un po’ piccole, a volte fatte anche bene… ci sono dei buoni attori! Ma per le storie, ti accorgi che un film di un’ora e mezza potrebbe benissimo durare solo tre quarti d’ora».
La conferenza si conclude, poi, con una tragicomica rivelazione sul destino del “piccione domestico”, che non può non strappare un’ultima risata e un ultimo applauso di congedo.
Attraverso I Miei Occhi sarà dal 7 novembre al cinema.
Cristiana Carta
Info
Titolo Originale: The Art of Racing in the Rain
Durata: 108’
Data di Uscita: 7 novembre 2019
Regia: Simon Curtis
Con:
Amanda Seyfried, Kevin Costner (voce),
Milo Ventimiglia, Kathy Baker
Distribuzione: 20th Century Fox