Superman, la recensione: non un’origin story, ma il promettente inizio di un nuovo universo

Superman torna al cinema, senza tuttavia riproporci per l’ennesima volta la storia delle sue origini, e dividendo la critica… Ma cosa ci mostra e ci dimostra, allora, il supereroe dei supereroi diretto da James Gunn?

Attuale, vivace, appassionato: il nuovo Superman è arrivato, e che piaccia o no, è qui per dare una nuova direzione all’universo DC.

Sono passati ormai 12 anni dall’uscita di Man of Steel, il film di Zack Snyder che pure all’epoca aveva creato fazioni tra gli spettatori. L’estetica scura, l’atmosfera angosciante e i toni decisamente più dark della storia non si sposavano esattamente con l’immagine di Superman che avevano in molti, e l’uscita di successivi prodotti ambientati nello stesso universo come Batman v Superman e Justice League (entrambe le versioni) hanno solo aiutato a cementare l’idea che qualcosa non fosse andato per il verso giusto.

E se chiedete in giro, qualcuno tra chi ha già visto la nuova opera di James Gunn vi dirà sicuramente che non è ciò che si aspettava o sperava di vedere neanche in questo caso. Tuttavia, il nuovo Superman ha tanto a suo favore.

A partire da una fotografia molto più luminosa e dei colori più accesi che subito fanno tornare alla mente le pagine dei fumetti, il Superman con protagonista David Corenswet ci mostra già dai primi minuti il grande cuore di cui è dotato, nonché uno dei suoi maggiori punti di forza. E no, sebbene lo sia naturalmente anche lui, lo scene-stealer della pellicola, l’adorabile Krypto The Superdog, non stiamo riducendo tutto al suo personaggio.

Stiamo parlando dell’umanità e della capacità di essere vulnerabili di un eroe che, come metafora per niente sottile ma di certo efficace vuole, da immigrato e da “diverso” deve costantemente guadagnarsi la fiducia di un intero pianeta, fidanzata inclusa (una tagliente Lois Lane interpretata da Rachel Brosnahan), piuttosto diffidente (eppure, a volte, non abbastanza) e dalla memoria abbastanza corta, specialmente dopo le perfide macchinazioni dell’incorreggibile Lex Luthor (portato questa volta sullo schermo da un ficcante e no-nonsense Nicholas Hoult).

Dimenticatevi del tragicomico di “Martha” per indurre personaggi e spettatori a provare empatia: per quanto non manchino elementi grotteschi e scene dal gusto un po’ camp, le emozioni sono spontanee, tangibili, e riscontrabili in una schiera di volti, atteggiamenti e azioni.

E se Gunn ripesca proprio dal materiale cartaceo d’origine alcune delle trovate (la questione “occhiali”, ad esempio, venne affrontata allo stesso modo già negli anni ’70), e sono abbastanza chiare le sue ispirazioni, è il suo inconfondibile stile, nonché i temi a lui cari e riscontrabili in tante altre sue pellicole, a rendere Superman un cinecomic godibile ed entusiasmante. Non perfetto, badate bene. Non inattaccabile. Ma di certo, con un’anima pulsante e più che evidente. Proprio come il suo protagonista.

In Superman, spazio dunque a una varietà di personaggi che, si spera (ma sicuramente) impareremo a conoscere meglio con il tempo – qualcuno ha più occasioni di brillare di altri qui, come ad esempio Mr. Terrific/Edi Gathegi-; spazio tanto alla comicità quanto alla dialogicità; e, soprattutto, spazio all’imperfezione, al rigetto dell’invincibilità e delle certezze più arroganti, e spazio alla convinzione che sono le nostre scelte a far di noi ciò che siamo. Come Superman, in un modo o nell’altro, ci ha sempre dimostrato.

Il nuovo Superman dividerà (e sta già dividendo) il pubblico, ma distanziarsi il più possibile dal Man of Steel di Zack Snyder proponendone quella che per molti aspetti ne è fondamentalmente un’antitesi era forse l’unico modo per far ripartire l’universo DC al cinema, riportando anche un po’ di colore e calore nei cuori degli spettatori.

Superman è dal 9 luglio nelle sale italiane.

Laura Silvestri

Info
Titolo originale: Superman 
Durata: 130′
Data d’uscita: 9 luglio
Regia: James Gunn
Con:
David Corenswet, Nicholas Hoult, Rachel Brosnahan, Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Edi Gathegi
Distribuzione: Warner Bros. Pictures

The Batman – La Recensione: nel segno del Pipistrello

Robert Pattinson veste i panni dell’Uomo Pipistrello nel suo secondo anno di attività come vigilante mascherato nella Gotham fredda, cupa e corrotta di Matt Reeves, dove un grande pericolo è in agguato.

Com’è torbida, la Gotham di The Batman. Com’è asfissiante l’aria che si respira tra quegli edifici in stile gotico le cui ombre nascondoo l’ombra per eccellenza, quella del giustiziere mascherato noto come Batman.

Un Batman ancora alle prime armi, acerbo, ma che ha già fatto esperienza non solo di quanto dura possa essere la realtà (persino da privilegiato come può essere per un Wayne), ma anche di quanto incredibilmente complicato possa essere il cercare di renderla migliore, di liberare dall’oscurità le strade di una città avvolta in essa.

Una realtà che sentiamo vicina, guardando la pellicola diretta da Matt Reeves, terribilmente vicina. Vuoi per gli inevitabili parallelismi socio-politici, che si potrebberò sì applicare in ogni epoca nella sua essenza, ma che nelle modalità ritroviamo somiglianze e richiami anche e soprattutto alla nostra, a un’attualità che prende sempre più le fattezze di fantasia, ma una fantasia tutt’altro che ideale; vuoi per l’umanità e la crudeltà con cui si ritrova ad avere a che fare il protagonista, un Robert Pattinson che abita alla perfezione il Bruce Wayne e ancor più il Cavaliere Oscuro dei nostri tempi.

Perché con questo Batman Reeves mette d’accordo Nolan e Snyder, ma allo stesso tempo si allontana da loro – anche se ancor di più si allontana dagli altri predecessori -, per offrirci qualcosa di inedito al cinema. Riscrive un racconto che tanto prende dai fumetti, ma che altrettanto rielabora, proprio come promesso, in chiave più realistica, psicologica. Scaviamo a fondo nello stato mentale di un villain terrificante nella sua deviata scaltrezza, l’Enigmista di Paul Dano, e in quello della sua controparte, un Batman tormentato dal passato e spaventato da ciò che potrebbe accadere nel presente e in futuro se la città dovesse sprofondare ancor più nel buio.

Niente supervillain e supereroi per The Batman, perché ci pensano già gli essere umani “ordinari” a tenere banco: c’è l’incorruttibile Detective Gordon (Jeffrey Wright), che ripone la sua fiducia nel Pipipistrello per raddrizzare le storture morali di Gotham; troviamo il sempre fedele Alfred di Andy Serkis, che come da manuale fa del benestare dei Wayne la sua più grande e anzi unica priorità (e che per certi versi ricorda non poco quello mostrato nella serie tv Pennyworth); abbiamo un’ammaliante Selina Kyle (Zoë Karvitz) sulla strada per diventare Catwoman, ma che ancora la Catwoman che tutti conosciamo non è, e che proprio come il nostro protagonista dovrà “crescere nella pelle” che ha scelto di abitare.

E poi ancora il Pinguino di Colin Farrell, il Carmine Falcone di John Turturro… Tutti i personaggi in The Batman hanno il proprio spazio ricavato a puntino, e se per alcuni potrebbe sembrarvi di aver visto poco nonostante le quasi tre ore di durata (2 e 55 per la precisione), ricordatevi che c’è ancora tanto da scoprire in futuro, come lo stesso Reeves mette bene in chiaro nel corso della pellicola.

Ci sarebbe ancora tanto da dire su The Batman… Su come con inquadrature studiate e suggestive sfumature (solo elogi per il lavoro di Greig Fraser, il direttore della fotografia) Reeves sia riuscito a portare sullo schermo un fedele ritratto di un uomo e di una città complicati, difficili da caratterizzare senza scadere in uno o l’altro estremo (e qui è d’obbligo menzionare anche lo sceneggiatore Peter Craig) ; su come sia una detective story, un thriller noir a tenere lo spettatore incollato alla sedia (soprattutto per i più grandi) e di come esplosioni e combattimenti siano parte integrante del tutto, ma non l’attrattiva principale; su come una colonna sonora che oscilla tra i Nirvana, Schubert e Michael Giacchino faccia da perfetto accompagnamento alle gesta dei suoi personaggi, che si tratti delle più plateali o dei momenti più intimi.

Ce ne sarebbero, sì, di cose da dire su questa nuova iterazione cinematografica di uno degli eroi più celebri del mondo dei fumetti DC. Si potrebbe continuare ad analizzare questo o quell’aspetto, si potrebbe star qui a discutere della caratterizzazione dei personaggi, delle motivazioni delle loro azioni… Si potrebbe iniziare a teorizzare su quel che vedremo nei sequel – perché dopo una pellicola così, e una chiusa del genere, non può non essere ufficializzata una sua continuazione, anche in più parti (la forma della trilogia è quella di cui si parla da tempo, d’altronde) -.

Ma come inteso anche da una campagna promozionale che in fin dei conti non ha rivelato poi molto del film, maggiormente volta a darci un’idea, un sentimento generale di ciò che ci avrebbe accolto in sala, c’è solo una cosa da fare adesso: recarsi al cinema e godersi l’ultimo film nel segno del Pipistrello.

The Batman arriverà nelle sale italiane il 3 marzo 2022.

Laura Silvestri

Info

Titolo Originale: The Batman 

Durata: 175'

Data D'Uscita: 03 marzo 2022

Regia: Matt Reeves

Con: 

Robert Pattinson, Zoë Kravitz,
Jeffrey Wright, Andy Serkis, 
Paul Dano, Colin Farrell,
Peter Sarsgaard, John Turturro

Distribuzione: Warner Bros. Pictures

Materiali Stampa: Warner Bros. Italia 

Birds Of Prey – La Recensione

La Mano Vincente

Harley Quinn (Margot Robbie) e il Joker si sono lasciati, e ora che la ragazza non è più sotto la protezione di quest’ultimo, tutta Gotham le dà la caccia, inclusi il magnate figlio di papà Roman Sionis (Black Mask) e la detective Renee Montoya (Rosie Perez). Intanto, la strada di Harley e quella di altre gentildonne, come Dinah Lance (Jurnee Smollett-Bell), Cassandra Cain (Ella Jay Basco) e Helena Bertinelli (Mary Elizabeth Winstead), si incrociano.

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A differenza di Suicide Squad (2016), Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn) il biglietto del cinema lo vale tutto. Ma perché esordiamo proprio mettendo a paragone i due titoli, oltre che per l’ovvia connessione di fondo? Perché Birds of Prey è tutto quello che il suo “predecessore” non è riuscito ad essere.

Ma non facciamo come Harley, e partiamo dall’inizio. BOP è uno standalone, come ci tengono a precisare i produttori e la regista Cathy Yan, e per questo non vi saranno particolari collegamenti con altri film DC eccetto qualche easter egg e, ovviamente, la situazione di base. Ma non aspettatevi di vedere sullo schermo il Joker di Leto.

Mr J., però, è un tassello importante della pellicola, perché è solo esorcizzandolo e liberandosi della sua ombra che Harley potrà andare avanti per la sua strada. Una strada irta di ostacoli e figure che ce l’hanno a morte con lei per tutto quello che ha combinato sotto l’ala del Clown Prince di Gotham, e che ora non hanno più alcun timore di mostrare tutto il loro rancore nei confronti della Dottoressa.

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E dunque la nostra Harley si ritroverà in un mare di guai, e assieme a lei anche la ladra adolescente Cassandra Cain, la cantante/autista di Sionis Dinah Lance, la detective della polizia di Gotham Renee Montoya e l’assassina solitaria Helena Bertinelli. Oh, e una iena dal nome davvero simpatico (non ve lo spoileriamo).

BOP ci trasporta quindi nuovamente a Gotham, ci mette davanti un gruppo di donne alquanto eterogeneo, accompagnato da una colonna sonora che riprende grandi successi della musica e li rielabora a seconda dell situazione, e con un vivace impianto visivo ci racconta le folli vicende di Harley e compagne. Ma tutto questo non viene mai rappresentato in maniera banale, e soprattutto, ha una sua logica, come un suo tono e una sua estetica.

Per prima cosa, essendo fondamentalmente la storia dell’emancipazione di Harley, come da titolo, il suo è ovviamente il personaggio più sviluppato, e con il carisma della Robbie,  non può che bucare lo schermo. È facile empatizzare con Harleen Francis Quinzel a.k.a. Harley Quinn quando le altre ragazze sparlano di lei; è facile empatizzare con HQ quando cerca conforto e compagnia in un nuovo “animaletto domestico”; è facile empatizzare con HQ quando tutto ciò che vuole è mangiarsi un gustoso panino; e lo è anche quando fa di tutto per salvarsi la pelle.

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Ma, come sostiene la stessa Quinn, Harley non è l’unica donna di Gotham in cerca di emancipazione. E nel presentarci una a una le new entry del film, la Yan riesce a mandare un chiaro messaggio di empowerment femminile, senza mai appesantire il racconto, senza sbandierare l’intento, senza “marciarci sopra”. Tutto ciò che c’è di femminista nella pellicola, non è inserito per puro politically correct o eccessivo zelo, ma è anzi ben congegnato e funzionale alla storia, oltre che di particolare effetto. Basta prendere una Dinah o una Renee per rendersene conto.

Chi, forse, ne esce un po’ malconcio da tutta la vicenda è il Black Mask di McGregor, che nonostante l’ottima interpretazione dell’attore, a volte scade un po’ troppo nella caricatura. Ma è un dettaglio minore, perché riesce comunque a inquietare non poco l’audience nei momenti in cui è richiesto.

A livello visivo, dicevamo, BOP è un trionfo di colori, ma mai usati a caso. Costumi e scenografie sono assolutamente centrati, e calzano a pennello. Le scene d’azione, poi, sono davvero entusiasmanti, con delle sequenze coreografate in maniera estremamente accattivante. Per completare il tutto, una soundtrack che è l’opposto di quella di Suicide Squad, pur avendo portato avanti un’operazione simile (anche se Suicide Squad tentava più di di imitare i Guardiani della Galassia, che di raccontare una storia attraverso la musica): ogni brano è ficcante sia su un piano contenutistico che formale, e coinvolge ancora di più lo spettatore nella vicenda.

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Scanzonato, ma al punto giusto, Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn) fa dunque parte di quella mano vincente – assieme a Wonder Woman e a Shazam! ( e Joker, che però è un discorso un po’ a parte), e si spera alle alle altre pellicole in arrivo – che la DC Films e la Warner Bros. sono riuscite a pescare dal catalogo cinecomic. Il nostro augurio è che il gioco continui in questa direzione.

Dal 6 febbraio al cinema.

Laura Silvestri

Info 

Titolo Originale: Birds Of Prey 

(and the fantabulous emancipation of one Harley Quinn)

Data di Uscita: 6 febbraio 2020

Durata: 109'

Con:

Margot Robbie, Ewan McGregor

Jurnee Smollett-Bell, Mary Elizabeth Winstead

Rosie Perez, Ella Jay Basco

Distribuzione: Warner Bros. Pictures

Doom Patrol – La Recensione

Eroi per caso

Nel caso in cui non fossero bastati circa 120 minuti per affezionarvi ai nuovi supereroi più disadattati del mondo dello streaming, siate certi che l’ascolto di Lazarus nei minuti finali della seconda puntata di Doom Patrol vi farà ricredere. Abbandoniamo per un momento le note dolenti di Dawid Bowie, riavvolgiamo il nastro e torniamo indietro. 

A partire dal 7 Ottobre, Amazon Prime Video arricchirà il proprio catalogo attraverso la distribuzione della prima stagione di Doom Patrol. La serie è uno spin-off di Titans, è stata prodotta da Greg Berlanti e segue le vicende di un gruppo di supereroi e di metaumani che vengono emarginati non tanto per il loro potere quanto per il loro aspetto. La Doom Patrol è composta da Robotman, Negative Man, Elasti-Woman, Crazy Jane e Cyborg: il primo è un ex pilota di auto da corsa, il cui cervello è stato innestato in un corpo robotico dopo che un incidente ha distrutto il suo; Negative Man è stato investito da un flusso di energia negativa e vive avvolto tra le bende; Elasti-Woman è un’ex attrice che è stata esposta ad un gas tossico e ha sviluppato il potere di allungarsi, rimpicciolirsi e di assumere strane forme – tra cui quella di un peculiare blob melmoso -; Crazy Jane ha 64 personalità distinte, ognuna delle quali ha un suo superpotere; infine, Cyborg è mezzo umano e mezzo macchina. 

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La carne al fuoco è tanta ma, nonostante ciò, le prime due puntate dello show riescono a muoversi con particolare abilità tra le vestigia tragiche di Titans ed i toni canzonatori di Deadpool, senza mai dimenticare il seminale Watchmen di Zack Snyder. Doom Patrol è narrata dal personaggio che si scoprirà essere il villain della serie e utilizza l’abbondante libertà espressiva con l’obiettivo di alleggerire i toni crepuscolari affidandosi alle sue battute argute e divertenti. 

Entrando nel dettaglio, il primo episodio, Pilot, presenta il gruppo di supereroi. Cliff Steele (aka Robotman) è interpretato da Brendan Fraser che, grazie al suo aspetto poco curato e al tono di voce particolarmente caratterizzato, riesce a conferire un autentico spessore emotivo al suo personaggio. Probabilmente, Steele è il più umano tra i caratteri portati in scena durante questi due primi episodi. Oltre ad ogni sensazione umana legata ai cinque sensi, l’uomo ha perso anche la memoria e prova a ricostruire il proprio passato ed i rapporti con la sua famiglia. Il resto dei primi 60 minuti trascorre in modo abbastanza manualistico, concedendo ad ogni personaggio il palcoscenico e gettando un po’ di scompiglio nei confronti di questa struttura abbastanza macchinosa attraverso la creazione di una serie di situazioni peculiari che contribuiscono a creare quell’atmosfera di eccentricità che, in fin dei conti, rende l’episodio più che godibile. 

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Il secondo episodio, Donkey Patrol, approfondisce il lato più strano e doloroso legato al dono dei superpoteri. Mai come altrove, infatti, i protagonisti di questa serie del DC Universe subiscono i lati negativi delle loro capacità, che ridefiniscono i loro caratteri per analogia o contrappasso. Il conflitto interiore che mina le psicologie del gruppo si allarga a dismisura e si trasforma in un gigantesco buco nero che minaccia di inghiottire le vite dei personaggi. 

Il risultato raggiunto da questi primi due episodi è buono. Se dal terzo episodio in poi, la serie riuscirà a contenere la deriva estetizzante e a favorire ulteriormente l’identificazione tra personaggi umani (troppo umani) e gli spettatori, senza dubbio, potremo dire che di passi avanti ne sono stati fatti. Porre l’obiettivo, appunto, su Lazarus, come suggerisce il finale della seconda puntata, nasconde in sè la chiave per la costruzione di un racconto in grado di evolversi. Altrimenti, ci troveremo alle prese con uno show dalla spiccata weirdness che riesce a fondere problemi esistenziali e momenti canzonatori senza mai scavare davvero nel dramma umano dei personaggi. Insomma, nulla di particolarmente originale sul fronte supereroi. 

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Matteo Marescalco

Info

Titolo originale: Doom Patrol

Durata: 58' x ep

Data di uscita: 7 Ottobre 2019

Regia: Glen Winter, Dermott Downs

Con: 

Diane Guerrero, April Bowlby, 

Joivan Wade, Alan Tudyk, 

Matthew Zuk, Riley Shanahan, 

Timothy Dalton, Brendan Fraser

Distribuzione: Amazon Prime Video

Joker – Il Teaser Trailer E Il Poster Del Film

Online il teaser trailer e il poster ufficiale di Joker, il film di Todd Phillips con Joaquin Phoenix.

La pellicola distribuita da Warner Bros. è in uscita il 3 ottobre nelle sale italiane.

Nel cast, oltre a Phoenix, Zazie Beetz, Robert De Niro, Frances Conroy, Brian Tyree Henry,  e Brett Cullen, mentre tra i produttori figura anche Bradley Cooper.

Joker è incentrato sulla figura dell’iconico villain ed è una storia originale a sé stante, mai apparsa sul grande schermo. L’esplorazione di Phillips su Arthur Fleck (Phoenix), un uomo ignorato dalla società, non è soltanto uno studio crudo del personaggio, ma una storia più ampia che si prefigge di lasciare un insegnamento, un monito.

Laura Silvestri

Materiali Stampa: Warner Bros. Italia

Shazam! – la Recensione

Just Say The Word

La vita di Billy Batson – e dell’ennesima famiglia adottiva che lo ha accolto – cambierà drasticamente dopo che il quattordicenne diventerà un supereroe dagli incredibili poteri. E tutto per aver pronunciato una semplice (ma decisamente efficace) parola: Shazam!

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Passato

Durante un viaggio in auto con il padre e il fratello, il giovane Thaddeus Sivana viene improvvisamente trasportato in un luogo misterioso: qui sarà messo alla prova da un bizzarro mago intenzionato a concedere straordinari poteri a chi è in possesso di un cuore puro e buone intenzioni. Ma il ragazzo fallisce il test e viene mandato indietro contro la sua volontà. Il rifiuto sconvolgerà a tal punto Thaddeus, da dar vita ad inaspettate conseguenze.

Presente

Il quattordicenne Billy Batson (Asher Angel) viene affidato a una (l’ennesima) famiglia adottiva dopo essere scappato ancora una volta (l’ennesima) di casa. Il ragazzo sembra essere particolarmente refrattario all’idea di provare anche solo ad ambientarsi e impegnarsi per poter condurre una vita normale, nonostante l’attuale famiglia affidataria non sembri poi così male. Ma il giorno in cui un assurdo mago lo sceglierà come suo erede e gli conferirà poteri inimmaginabili sarà anche quello in cui tutto cambierà, e che segnerà l’inizio di una nuova avventura; un’avventura che lo porterà a vedere il mondo con occhi diversi, e che lo avvierà verso la più spaventosa delle prospettive: crescere (…ma senza troppa fretta!).

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C’è tanto divertimento in Shazam!, e c’è anche tanto cuore.                                                     È questo il commento che viene più spontaneo fare all’uscita dalla sala quando, in preda all’entusiasmo, grandi e piccini indiscriminatamente vorranno gridare a loro volta  (più o meno discretamente) la parola magica… Shazam!

La pellicola diretta da David F. Sandberg è la più recente aggiunta dell’universo cinematografico DC, ma al contrario dei più cupi Man Of Steel e BvS, decide di puntare sulla leggerezza e sull’umorismo, pur trattando tematiche socialmente rilevanti.

Anche se piuttosto distaccato dall’idea di voler portare avanti una ferrea continuità con i precedenti film, Shazam! è stracolmo di riferimenti agli altri abitanti mascherati (e non) del DC Universe, e tra un Cavaliere Oscuro e un Uomo D’Acciaio trova i suoi punti di riferimento per dar vita a nuovo, entusiasmante eroe interpretato da Zachary Levi (alternandosi con Angel nella sua forma adolescenziale).

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Grazie a un giovane cast pieno di talento, e a una sceneggiatura che riesce a sfruttare al meglio i tempi comici e le dinamiche tra i personaggi, Sandberg & Co. rendono accattivante – anche se non in tutte le istanze – un source material non semplice da trasportare in maniera credibile sul grande schermo.

Forse noncuranti – o forse convinti dell’ilarità della propria scelta –  dell’assurdo aspetto/effetto del personaggio di Djimon Hounsou; forse dimentichi – o forse proprio perché memori – del fatto che John Glover + ragazzino insoddisfatto = main villain DC (anche se molto meno convincente che in Smallville); sicuramente speranzosi del fatto che una semplice parola – ripetuta così tante volte da rischiare di stufare, ma mai davvero vicina a tale risultato – possa insediarsi come un riflesso incondizionato nella mente dello spettatore, il team dietro Shazam! sembra aver azzeccato la formula vincente.

Così, tra una prova e l’altra, tra un salvataggio qui e una scaramuccia lì, Billy/Shazam inizia a comprendere ciò che non era stato capace (o semplicemente si rifiutava) di vedere fino a quel momento: crescere è complicato. Bisogna accettare che non sempre la realtà corrisponde alle nostre aspettative. Ma se prestiamo attenzione a chi ci sta intorno e impariamo a fidarci, e ad aprire il cuore e la mente a nuove possibilità, la vita può riservarci delle sorprese davvero niente male.

E poi, basta pronunciare la parola giusta…

Shazam! è al cinema dal 3 Aprile.

Laura Silvestri

Materiali Stampa: Warner Bros. Italia

 

Info

Titolo Originale: Shazam!

Durata: 132'

Data di Uscita: 3 Aprile 2019

Regia: David S. Sandberg

Con:

Zachary Levi, Asher Angel, 

Djimon Hounsou, Mark Strong

Distribuzione: Warner Bros. Italia

Shazam! – Trailer, Poster, Immagini, Sinossi e Data Di Uscita Italiana Del Film

È online il nuovo poster ufficiale di Shazam! prossimo film targato DC/Warner Bros. in uscita il 3 Aprile qui in Italia.

La pellicola con protagonista Zachary Levi sarà nelle sale italiane due giorni prima rispetto a quelle americane.

Di seguito trovate le immagini, la sinossi e il poster del film.

 Sinossi

“Tutti abbiamo un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per farlo uscire fuori. Nel caso di Billy Batson (Angel), basta pronunciare una sola parola – SHAZAM! – per far sì che uno scaltro quattordicenne rimasto orfano si trasformi in un adulto, il Supereroe Shazam (Levi), per gentile concessione di un anziano mago. Essendo ancora un ragazzino nell’animo – dentro un corpo sovrumano – Shazam si diverte in questa versione adulta di sé stesso, facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con dei superpoteri! Può volare? Ha una vista a raggi X? Può lanciare dei fulmini dalle mani? Può saltare i test delle lezioni di studi sociali? Shazam si propone di testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino. Ma avrà bisogno di imparare a dominare rapidamente questi poteri, per combattere le forze del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana (Strong).”

 

Shazam! è diretto da David S. Sandberg. Nel cast anche Asher Angel, Djimon Hounsou, Mark Strong, Adam Brody, Ross Butler, Meagan Good e Michelle Bort.

Laura Silvestri