The Politician – Dal 27 Settembre Su Netflix

In arrivo su Netflix la nuova serie di Ryan Murphy, The Politician.

La serie originale Netflix con Ben Platt, Gwyneth Paltrow, Jessica Lange, e Zoey Deutch sarà disponibile sul servizio streaming dal 27 Settembre.

Di seguito la sinossi e il poster promozionale.

Sinossi

“Payton Hobart (Ben Platt), un facoltoso studente di Santa Barbara (California) ha una sola certezza sin dall’età di sette anni: diventerà il Presidente degli Stati Uniti. Prima di raggiungere il suo obiettivo finale deve però riuscire a cavarsela nell’ambiente politico più infido di tutti: la scuola superiore Saint Sebastian. Per essere eletto Presidente del Corpo Studentesco, assicurarsi un posto a Harvard e attenersi al suo singolare percorso verso il successo, Payton dovrà superare in astuzia i suoi spietati compagni di classe, senza sacrificare la propria moralità e l’immagine di sé che ha costruito così attentamente. Una serie TV a base di umorismo nero e satira leggera, The Politician di Ryan Murphy offre al pubblico una nuova prospettiva su ciò che è veramente necessario per essere un politico.”

Poster

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The Politician arriverà su Netflix il 27 Settembre. Nel cast anche Lucy Boynton, Bob Balaban, David Corenswet, Julia Schlaepfer, Laura Dreyfuss, Theo Germaine, Rahne Jones, Benjamin Barrett.

Laura Silvestri

Materiali Stampa: Netflix Italia

CHILI – Le Novità Di Aprile

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Un aprile sorprendente su CHILI

Grandi esclusive, le novità dagli Oscar 2019 e il cinema d’autore

Aquaman, Cold War, Mary Poppins e tanti altri titoli di successo 

Solo su CHILI la nuova stagione di Empire

Dall’Italia le ultime opere di Nanni Moretti e Luca Guadagnino

Con Chili e Hot Corn ritorna al cinema 

“Ricomincio da tre” di Massimo Troisi

Omaggio al grande attore napoletano a venticinque anni dalla scomparsa

Milano, 22 marzo 2019 – Sarà un aprile sorprendente quello in programma su CHILI, la piattaforma digitale on demand senza abbonamento che porta il cinema direttamente nelle case. Tante le novità per il prossimo mese tra grandi esclusive, le ultime dagli Oscar 2019 e il cinema d’autore. Tra le sorprese, il ritorno in sala del cult di Massimo Troisi “Ricomincio da tre” che CHILI e Hot Corn riportano sul grande schermo in una serata evento a Napoli mercoledì 17 aprile alle ore 21 nello storico Cinema Modernissimo per rendere omaggio al grande attore partenopeo, a venticinque anni dalla scomparsa (ingresso gratuito, prenotazioni a eventi@hotcorn.com).

In esclusiva entrano nel catalogo CHILI due titoli sul tema della guerra, “Caccia al 12° uomo” del norvegese Harald Zwart e “The War in Between”, il documentario di Riccardo Ferrarissul disturbo post traumatico da stress dei reduci di guerra, e per le serie tv, la quinta stagione di “Empire”, il cult di Lee Daniels sul mondo della discografia. 

Dagli Oscar 2019 arrivano “Vice – L’uomo nell’ombra” con protagonista il candidato alla statuetta come migliore attore Christian Bale, il tedesco “Opera senza autore”, ispirato alla vita di Gerhard Richter e candidato come miglior film straniero, della stessa categoria è “Cold War”, ultima opera di Pawel Pawlikowski e vincitrice di cinque European Film Awards, la storia d’amore più emozionante dell’ultima stagione cinematografica. E ancora “Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità” con il candidato miglior attore protagonista William Dafoe. Per i più piccoli, “Il ritorno di Mary Poppins”, candidato a quattro premi Oscar, con Emily Blunt nei panni della celebre tata portata al successo da Julie Andrews e “Ralph Spacca Internet”, il cartoon targato Disney in gara per miglior film d’animazione.

Tra gli altri film in arrivo su CHILI “The Old Man & The Gun”, ultimo film della carriera di Robert Redford, “Ben is Back” con il premio Oscar Julia Roberts e il candidato agli Oscar 2018 Lucas Hedges, “Aquaman”, cinecomic ispirato al supereroe della DC Comics, “Bumblebee” spin-off della saga dei Transformers, “Benvenuti a Marwen”, il nuovo film del premio Oscar Robert Zemeckis con Steve Carrell

Tra le serie tv, in arrivo la seconda stagione The Deuce, dai creatori di The Wire, David Simon e George Pelecanos.

Grande spazio al cinema italiano con “Santiago, Italia”, il nuovo film documentario di Nanni Moretti, “Suspiria”, di Luca Guadagnino, remake del capolavoro di Dario Argento, “Moschettieri del Re”, il nuovo film di Giovanni Veronesi, con Pierfrancesco Favino, Rocco Papaleo, Valerio Mastandrea e Sergio Rubini, “Non ci resta che il crimine”, successo al boxoffice con Alessandro Gassman, Marco Giallini ed Edoardo Leo, e la commedia “Attenti al gorilla” con Frank Matano. 

Omaggio a Massimo Troisi a venticinque anni dalla scomparsa

In sala “Ricomincio da tre” con CHILI e HOT CORN 

Ritorna in sala il film cult di Massimo Troisi “Ricomincio da tre” con Lello Arena Lorenza Marchegiani. A venticinque anni dalla scomparsa del indimenticato attore e regista partenopeo, CHILI e Hot Corn lo celebrano con una serata evento in programma mercoledì 17 aprile alle ore 21 nello storico Cinema Modernissimo di Napoli, dove non mancheranno le sorprese, attesi tanti amici del mondo dello spettacolo e personalità della città che tanto amava (ingresso gratuito, prenotazioni a eventi@hotcorn.com).

La Redazione

Comunicato Stampa: Palumbo + Battaglia

Spider-Man: Far From Home – I Nuovi Poster Ufficiali

Online i nuovissimi poster promozionali per Spider-Man: Far From Homesecondo film di casa MCU incentrato sul più giovane degli Avengers, in uscita questa estate.

La pellicola vedrà il “bimbo ragno” alle prese con nuovi nemici nella suggestiva cornice di alcune delle più belle città europee  (Venezia, Berlino e Londra).

Di seguito anche la sinossi e la prima still dal film.

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Sinossi

“Peter Parker ritorna in Spider-Man: Far From Home, il secondo capitolo della serie di Spider-Man: Homecoming! ‘Il nostro amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in tutto il continente.”

Poster
Spider-Man: Far From Home è diretto da Jon Watts e distribuito da Sony Pictures. Nel cast del film in uscita l’11 Luglio nelle sale, Tom Holland, Samuel L. Jackson, Cobie Smulders, Zendaya, Marisa Tomei, Jon Favreau e Jake Gyllenhaal.

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Laura Silvestri

Materiali Stampa: Sony Pictures

La Conseguenza – La Recensione

Di risentimento e occasioni sprecate 

In una Amburgo distrutta dell’immediato dopoguerra, un ufficiale inglese va ad occupare, seguito dalla moglie, la villa di proprietà di un vedovo tedesco e sua figlia. Per concessione, la ragazzina e il padre rimarranno a vivere con la coppia, ma le vicissitudini interne intrecciate a quelle storico-sociali, colme di diffidenza e contrasti, la renderanno una convivenza sofferta. 

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Una pellicola prodotta da Ridley Scott, che vanta la presenza di pezzi da novanta come Keira Knightley, Alexander Skasgård e Jason Clarke potrebbe suggerire ai più un determinato indice di qualità insito in partenza. Del resto, nessuno è perfetto, e come ben sappiamo la vita è piena di delusioni.

Ma procediamo con ordine: prendendo ispirazione dal romanzo di Rhidian Brook L’alba del mondo – ci viene raccontato un lato particolare della Storia, portandoci nella Germania disfatta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, con un punto di vista sospeso in bilico tra vinti e vincitori. 

L’ufficiale britannico Lewis Morgan (Jason Clarke) ha l’incarico di recarsi in un’Amburgo ridotta in ginocchio dalla fine della guerra per ripristinare l’ordine. Seguito dalla moglie, Rachael (Keira Knightley), occuperanno la splendida villa di un facoltoso architetto ormai in disgrazia, Stefan Lubert (Alexander Skasgård). Stefan è vedovo, con una figlia adolescente di cui occuparsi, Frieda (Flora Thiemann), e ai due viene concesso di rimanere a vivere insieme alla coppia inglese. 

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Il contrasto tra la città ridotta in macerie dagli alleati e la lussuosa abitazione è pari solo al contrasto che nel frattempo si delinea nelle dinamiche di questi inquilini imposti. Mentre Stefan sembra aver assunto un atteggiamento di resa, come se avesse la consapevolezza di dover pagare il prezzo di ciò che è stato, la figlia mostra palesi segni di insofferenza, mossa dal rancore e dal senso di rivalsa. La convivenza turba Frieda, ma turba forse ancor di più Rachael. 

Sarà il pianoforte un oggetto cardine nella descrizione dei sentimenti che connotano i rapporti con gli “occupanti”: sia la donna che la ragazzina sembrano donargli il valore del ricordo e della perdita. Entrambe hanno avuto modo di sperimentare il dolore portato dalla guerra, che ha strappato ad una il figlio e all’altra la madre; inspiegabilmente, però, il tutto non sfocerà mai in un genuino legame, fosse anche solo di condivisione. 

Tutti e quattro i personaggi sembrano essere focalizzati su traiettorie che mai si incontrano, ed è da questo presupposto che la narrazione prende una piega incoerente e decisamente poco credibile. Il colonnello Morgan è assorbito dalle sue controverse mansioni, e nel frattempo la moglie si accorge che il loro matrimonio aveva come solo “collante” il loro bambino; dopo i momenti di ostilità e sospetti, assistiamo ad un improvviso flirt tra Rachael e il (forse troppo) sommesso tedesco, spiegabile, al limite, solo con la presa di coscienza della donna.

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Nettamente in secondo piano e decisamente poco curata, l’avventura di Frieda con un giovane e astioso nazista, che in realtà la usa semplicemente per arrivare all’ufficiale. Poteva essere una situazione pregnante e foriera di importanti suggestioni, invece imploderà senza le fondamenta di un’idea solida, come del resto imploderà la traballante liaison dangereuse messa in scena da Skasgård e la Knightley. 

Non riuscendo nel tentativo di mostrare un dramma storico sufficientemente incisivo, La Conseguenza può considerarsi un Melò decisamente Retrò, che presenta sicuramente l’estetica e l’impianto del genere rientrando totalmente nei canoni. Assunto questo, anche volendo trovare quella necessaria cifra emozionale, si rimane delusi da una quasi soffocante e totale mancanza di credibilità. È chiaro che non tutto può essere salvato da un’elegante fotografia vintage.

Ma in ultimo, spetta al pubblico l’ardua sentenza.

Ma in ultimo, spetta al pubblico l’ardua sentenza.

La Conseguenza è dal 21 Marzo al cinema.

Cristiana Carta

 

Info

Titolo Originale: The Aftermath

Durata: 108’

Data di Uscita: 21 Marzo 2019

Regia: James Kent

Con: 

Keira Knightley, Alexander Skasgård, 

Jason Clarke, Flora Thiemann

Distribuzione: 20th Century Fox

Ricordi? – La Recensione

Il Potere Della Memoria

Lui vede Lei. Lei vede Lui. Si innamorano. Si amano. Poi non più. O forse si?

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Ricordi? di Valerio Mieli è una storia d’amore decostruita e ricostruita dalla memoria umana, fallace ed effimera, ma anche fantasiosa e piena di speranze.

Mediante l’effetto patchwork dato dal montaggio volutamente disordinato di Desideria Rayner, Mieli ci racconta di Lui (Luca Marinelli) e di Lei (Linda Caridi), due figure senza nome, l’una l’opposto dell’altra, ma complementari nel loro amarsi ed influenzarsi a vicenda.

«Io penso che questo film racconti due interiorità. Lo scopo è di raccontare i fatti non come accadono, ma come li ha vissuti l’uno, e come li ha vissuti l’altro. Il ricordo ha il grande pregio di rendere ancora più evidente la differenza tra i due punti di vista. […] La cosa bella delle storie d’amore è che quando ci si incontra, questi due mondi privati si mischiano, si influenzano… Un po’ come mettere in lavatrice un indumento blu e uno arancione» spiega il regista in conferenza stampa.

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 Ed è esattamente ciò che accade nel film: Lei, sempre allegra e spensierata, incapace di rievocare ricordi spiacevoli quando le viene chiesto; Lui, tormentato da un passato che sembra oscurato da una grigia nube carica di pioggia, pronta a rannuvolare anche i momenti più felici, che il ragazzo tenta invece in tutti i modi di conservare.

Dall’incontro di questi mondi all’apparenza incompatibili, nascerà una relazione che renderà, in ultimo, più ottimista lui, e meno disillusa lei, ma che dovrà comunque superare la prova del tempo.

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Perché per quanto lo si voglia, non si può congelare il presente, e tantomeno i sentimenti. Una lezione che i due ragazzi impareranno condividendo gioie e dolori della vita di coppia, ma che ognuno di loro immagazzinerà in maniera differente nella propria mente, e nel proprio cuore.

Con un minutaggio forse eccessivo per la modalità narrativa scelta, più proprio dell’inchiostro che dei fotogrammi – lo stesso Mieli in conferenza stampa rivela di aver ragionato in termini più letterari durante la stesura della sceneggiatura – Ricordi? sfrutta solo in parte il grande vantaggio datogli da questo tipo di struttura, e si perde (purtroppo) verso il finale in una serie di manierismi che non giovano alla resa complessiva del film.

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Nonostante questo, l’aspetto più apprezzabile del lungometraggio – oltre all’interpretazione dei due giovani attori – rimane la poetica riflessione sulla memoria e il suo potere ambivalente: distruttivo, quanto salvifico.

Ricordi? è al cinema dal 21 Marzo.

Laura Silvestri

Info

Titolo: Ricordi?

 Regia: Valerio Mieli 

 Durata: 99' 

Data di uscita: 21 Marzo 2019 

Con: 

Luca Marinelli, Linda Caridi 

Distribuzione: BiM

Il Professore E Il Pazzo – La Recensione

Un’Impresa Per Due

Il Professore E Il Pazzo racconta la vera storia della nascita dell’Oxford English Dictionary, intrecciando le vite di due uomini che non potrebbero essere più diversi tra loro, James Murray (Mel Gibson) – un coltissimo etimologo senza laurea – che diede vita al progetto nel 1857 e William Chester Minor (Sean Penn) – un ex-chirurgo dell’esercito americano traumatizzato dagli orrori della guerra e rinchiuso in un ospedale psichiatrico – uno dei più prolifici contributori all’impresa.

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La pellicola, dall’impianto narrativo molto classico, mette in contrapposizione queste due figure, molto diverse tra loro ma accomunate dall’ossessione per un’impresa titanica durata più di 70 anni.

James Murray chiese infatti a chiunque incontrasse o conoscesse di annotare l’origine di ogni parola degna di nota e spedirla a lui per poi inserirla sul neonato dizionario.

William Chester Minor contribuì all’inserimento di oltre 10mila voci, spedendole da un manicomio criminale, dove era stato condannato per l’uccisione di un uomo che aveva scambiato per un suo immaginario persecutore; lo stesso uomo con a carico una vedova, Eliza Merrett, (Natalie Dormer, la Margaery Tyrell di Game of Thrones) e sei bocche da sfamare.

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Il film, nonostante l’interpretazione accorata di due mostri sacri del cinema come Mel Gibson e Sean Penn, manca di equilibrio tra le due figure: se all’inizio il fulcro sembra essere la titanica impresa compiuta da James Murray e dai suoi collaboratori, con il passare del tempo la compilazione del dizionario passa sempre più in secondo piano, e a catalizzare la nostra attenzione sullo schermo è soprattutto l’interpretazione di Sean Penn. Toccante è la sua via crucis per espiare il crimine di aver lasciato vedova Eliza Merrett, per la quale sboccerà un sentimento che non farà altro che far precipitare la salute mentale di lui.

Questo non sempre perfetto bilanciamento delle parti è forse dovuto alla gestazione dell’opera, che ha avuto uno sviluppo altrettanto tormentato – se non addirittura maggiore – della compilazione del dizionario.

Mel Gibson ha acquistato i diritti del saggio L’Assassino Più Colto Del Mondo di Simon Winchester, appena uscì nel 1998. Da allora ha cercato di adattarlo con fortune alterne, e con l’intenzione di dirigerlo lui stesso, fino a quando non passò il testimone allo sceneggiatore Farhad Safinia, il quale aveva collaborato con lui ad Apocalypto, che ha poi diretto il film sotto pseudonimo.

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Ma non è tutto, perché Mel Gibson ha intentato una causa verso la casa di produzione Voltage per non aver rispettato il budget e il loro accordo di co-produzione previsto. Causa persa, per l’attore australiano.

Nonostante l’argomento della pellicola, che a primo acchito non sembra essere dei più entusiasmanti da trattare, la vicenda aveva un grande potenziale: portare sul grande schermo un sistema democratico dove ognuno poteva contribuire con la propria parola da inserire poteva risultare, in realtà, estremamente avvincente. Ma la ventata di freschezza in un film in costume che avrebbe potuto portare questa Wikipedia Ante Litteram viene un po’ smorzata da una messa in scena un po’ stanca, molto classica e sempre uguale a se stessa.

Sicuramente l’ambientazione e i costumi sono molto curati, ma si ha, per certi versi, una sensazione di déjà-vu, e l’opera fatica a trovare un posto nel cuore dello spettatore tra tutti i period drama che si sono succeduti al cinema in questi ultimi anni. Un esempio molto simile – sia per ambientazione che per tematiche – può infatti essere il film del 2015 con Jeremy IronsL’uomo che vide l’infinito.

Poster

 Ma il fiore all’occhiello di Il Professore e il Pazzo sono i due attori protagonisti, e le interpretazioni di Mel Gibson e Sean Penn valgono da sole il prezzo del biglietto.

Il Professore E Il Pazzo è dal 21 Marzo al cinema.

Anna Antenucci

 

Info 


Titolo Originale: The Professor and The Madman


Durata: 124 minuti 


Data di Uscita: 21 marzo 2019 


Regia: Farhad Safinia

Con:

 Mel Gibson, Sean Penn,

 Natalie Dormer, Jeremy Irvine 


Distribuzione: Eagle Pictures

Il Venerabile W. – La Recensione

Le fasi del male

Attraverso l’inquietante e controversa parabola del monaco buddista Ashin Wirathu, il regista franco-svizzero Barbet Schroeder ci rende una testimonianza sull’origine e le istanze che hanno portato alle violente persecuzioni verso il popolo dei Rohyngya avvenute in Birmania.

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L’odio e la distruzione trovano sempre una via d’accesso per infiltrarsi nelle pieghe del tessuto sociale quando la chiave è l’estremismo, ed è proprio questo che Schroeder tenta di portare a galla con il suo documentario. Presentato nel 2017 alla settantesima edizione del Festival di Cannes, vuole essere l’ultima parte di una trilogia ideale, in cui il regista indaga a fondo proprio sul concetto del male, rapportandosi agli stermini etnici che hanno segnato il ventunesimo secolo.

Un insieme di interviste rilasciate in esclusiva dal “Venerabile Wirathu”, video di repertorio e amatoriali, ci catapultano all’interno di una escalation culminante nella violenza più insensata; eppure, al primo colpo d’occhio, sono l’estrema pace e armonia emanate da questa figura magnetica a far davvero ghiacciare il sangue nelle vene. 

Ma chi è Ashin Wirathu? Rispettato e stimato monaco di Mandalay (in Birmania), nel 2001 forma il movimento 969, ispirandosi al concetto omonimo, legato alla numerologia, nato da U Kyaw Lwin: in termini sintetici, il “969” si fa incarnazione dell’identità e della cultura buddista. Nel corso degli anni, sermone dopo sermone, W. ha assunto la posizione di Leader ed è stato in grado di condurre la popolazione birmana verso l’intolleranza più cieca, servendosi di uno spauracchio populista e nazionalista: inizia mettendo in guardia verso una progressiva scomparsa della fede buddista e tutti i valori che questa rappresenta; la minaccia arriverebbe dai rifugiati islamici Rohyngya, accusati di circuire le “loro donne” per farne delle musulmane.

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Ora sarebbe utile tenere a mente che, come fa sapere la voce narrante, ci si riferisce ad una minoranza esigua a fronte di un paese composto al novanta per cento da buddisti. Nei suoi seguitissimi sermoni, Wirathu arriva a promulgare affermazioni da brividi come «faremo in modo che i musulmani non abbiano più dove dormire né da mangiare», auspicando un’eliminazione sistematica. 

Nel 2003 viene incarcerato per incitamento alla sommossa e all’odio razziale. Ciò nonostante, tornerà a combattere la sua grottesca battaglia antiislamica nel 2012, dopo essere stato rilasciato in seguito ad un’amnistia, ancora più influente e carismatico di prima. 

Con uno sguardo tanto neutrale e crudo da lasciare sconcertati, le immagini sullo schermo compongono un percorso che prende il via dalla natura più pura e pacifica insita nella dottrina del Buddha per poi trascinare giù all’inferno, fino ai meandri più oscuri; questo inferno altro non è se non la facilità estrema con cui l’essere umano odia, denigra e riesce a fare del male. Abbiamo bisogno, però, di questo sguardo neutrale, più che mai in una contemporaneità dove vige l’approccio tipico della tifoseria, e il dialogo sembra essersi evoluto (?) in un meccanico scontro tra squadre avversarie.

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Durante la conferenza stampa con il regista, tra i punti focali vi sono senz’altro la connessione tra i fatti descritti dal documentario e il clima di sovranismo ed intolleranza sempre più crescente nei territori occidentali, ma si è parlato anche delle implicazioni personali dal punto di vista ideologico.

Un buddista che odia pare essere una contraddizione in termini, e alla domanda su quanto c’è di personale in questa indagine, essendo lui fortemente legato a questa religione, Schroeder afferma: «Nel corso della mia vita ho perso progressivamente tutte le mie illusioni politiche e religiose, l’ultima roccaforte era il buddismo, ma è una religione come le altre. Con questo intendo dire umana, perciò ha in sé anche il male.»

Questo progetto lo ha certamente portato a riflettere sulla condizione europea (e non solo) di spinto nazionalismo e politiche mirate alla divisione: «Son tornato da questo viaggio con qualcosa che riguardava molto più noi di quanto avessi voluto pensare».

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Wirathu è stato convinto a farsi intervistare sostenendo le similitudini ideologiche tra lui e Le Pen, e chiaramente i meccanismi di odio che si innescano risultano essere sempre uguali, ma qualcosa cambia da cultura a cultura, o da momento storico a momento storico?: «In realtà gli ho poi spiegato che la mia intenzione era fare un film, che potesse uscire in sala, per il pubblico. Non ero un giornalista. Ma continuando a chiedermi il perché, gli ho spiegato che in Francia stavano per eleggere un nuovo presidente, e Marine Le Pen condivideva certamente delle idee con Wirathu, dunque i francesi erano interessati a capire come lui fosse riuscito, ad esempio, ad introdurre delle nuove leggi…»

«Tra le cose che che possiamo definire universali sicuramente c’è la nozione di Pogrom; la difesa della cultura, la difesa del paese, sono estremamente interessanti da studiare. Si tratta di uno schema che viene riproposto, e in realtà non ha nulla a che vedere con la cultura o il paese in cui ci si trova».

Si è toccato anche il tasto dei finanziamenti al monastero e al movimento da parte delle forze militari: «Il giornalista spagnolo che interviene nel documentario sostiene che probabilmente si tratta di soldi provenienti da persone vicine alla dittatura militare. Si vorrebbero avere le prove di una connivenza, ma le donazioni restano rigorosamente anonime…»

POSTER

Con il patrocinio di Amnesty International, Il Venerabile W. sarà al Cinema dal 21 Marzo, in occasione della Giornata Internazionale contro le Discriminazioni Razziali.

Cristiana Carta

Info

Titolo Originale: Le Vénérable W.

Durata: 107’

Data di Uscita: 21 Marzo 2019

Regia: Barbet Schroeder

Con: 

Ashin Wirathu, Barbet Schroeder (voce),

 Bulle Ogier (voce)

      Distribuzione: Satine Film